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CONTE TENDE UNA MANO AI PRESIDENTI DELLE REGIONI, MA ALCUNI RISPONDONO PICCHE


di Simona Vecchi

Nella sede di via Vitorchiano ieri erano presenti oltre al premier Conte i ministri Speranza, Boccia, Manfredi, Guerini, Provenzano, D’Incà, Franceschini, Bellanova, Patuanelli, Bonafede, Spadafora, DiMaio, Lamorgese, De Micheli, Bonetti, Gualtieri, Azzolina, Fraccaro, Dadone. Al tavolo anche il commissario Borrelli, mentre gli altri governatori erano collegati in video. “Questo è il momento di confrontarsi con tutti i governatori, per concordare le prossime azioni. Noi proporremo un protocollo condiviso con tutti per evitare di andare in ordine sparso. Da parte nostra c’è predisposizione alla collaborazione. E noi ce la faremo lavorando tutti insieme”, ha aggiunto il premier usando toni più distesi rispetto all’altro ieri, che è stato il giorno in cui ha annunciato un decreto dei ministri da lui voluto per  recepire misure a livello regionale e renderle al più presto efficaci nelle regioni coinvolte dal contagio , che riguardavano anche le sospensioni di attività, fatti salvi i servizi pubblici essenziali e anche le attività scolastiche che invece i governatori di Lombardia e Veneto avevano già deciso di chiudere. Ieri Conte si è anche raccomandato con i governatori delle regioni di evitare il “fai-da-te”. “Dobbiamo ascoltare costantemente i giudizi,  le valutazioni e le raccomandazioni degli scienziati.  Sono loro che ci guidano per affrontare questa emergenza e quindi da loro possiamo trarre ulteriori indicazioni e domani queste indicazioni le porteremo al tavolo con i presidenti delle regioni”. Come poi ha fatto ieri. “E soprattutto dobbiamo evitare che alcuni governatori delle regioni pressati da qualche istanza della comunità territoriale al di fuori delle aree di contagio possano attivare iniziative autonome che non sono state giustificate. Oggi per esempio ho saputo che  il governatore delle Marche voleva sospendere le attività scolastiche così io ho dovuto contattarlo per chiedergli di astenersi dall’adottare misure cautelative in autonomia  perché dobbiamo sempre adottare provvedimenti in assoluto in pieno coordinamento quindi nessuno deve andare per la sua strada perché altrimenti creeremo la confusione a livello nazionale e poi dobbiamo sempre tenere presente che tutti provvedimenti in tutte le misure devono essere prese nel segno della adeguatezza e proporzionalità. Massima trasparenza per quanto riguarda i dati, le nostre posizioni e le ragioni delle scelte che sono il presupposto base della fiducia che dobbiamo avere reciprocamente noi del governo nazionale, come i governatori e tutti i cittadini non è possibile che ognuno vada in ordine sparso perché chiaro che se una misura non è commisurata e non ha la prospettiva di avere l’efficacia operativa concreta è una misura dannosa non solo sul piano economico, ma anche sul piano sociale, ossia dell’impatto sociale”. E sul fronte economico Conte ha approfondito la sua prospettiva di intenti ieri. “Ci predisporremo anche per reagire all’emergenza economica. Facendo sistema offriremo una risposta anche sul piano economico incredibile. Non dobbiamo drammatizzare le misure sono adeguate”. 

Tra i primi a intervenire dopo l’intervento di Conte, è stato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana che ha detto: “Sono stato zitto, non ho fatto polemiche, però se accusano la Lombardia non posso tacere. Avevamo proposto di aumentare i controlli un mese prima che scoppiasse l’epidemia. Ci hanno accusato di essere razzisti, di diffondere il panico. Conte il 3 febbraio ha detto di fidarsi, ora ci attacca. Spero sia una voce sfuggita, altrimenti vuol dire che ha cambiato strategia”. Anche Alberto Cirio, “Quella del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stata una “uscita infelice e poco chiara”. Lo sostiene ai microfoni di Agorà, su Rai Tre, il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ha risposto per le rime al premier. “Questa è una emergenza sanitaria e la sanità è competenza delle Regioni, difendiamo le nostre prerogative”, aggiunge Cirio. “Il commissariamento non sta da nessuna parte, forse bisognerebbe commissariare chi ha sottovalutato l’emergenza. Io difendo la salute dei piemontesi”. Anche il presidente del Veneto Luca Zaia sulla polemica tra Governo e Lombardia in merito all’emergenza Coronavirus e relative responsabilità non si è espresso a favore di Conte. “Le Regioni sono efficienti e prova ne sia che il Governo ci premia. Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, si stanno coordinando, spero che sia una infelice l’uscita del presidente del Consiglio. Siamo in costante videoconferenza con il governo. Chiediamo una rielaborazione delle direttive ufficiali dell’Iss in modo tale che sia chiaro e stringente, e non ci sia margine per interpretazioni, il metodo di comportamento da parte di tutti” ha affermato Zaia.

Ieri Matteo Salvini ha tenuto una conferenza stampa in Senato per illustrare le proposte della Lega contro la diffusione del coronavirus. Per prima cosa il leader del Carroccio ha voluto ringraziare i medici che da giorni lavorano ininterrottamente per far fronte all’emergenza, affermando che “non meritano che qualcuno in maniera sgradevole li indichi come i responsabili di quello che sta accadendo”. Un chiaro riferimento alle parole del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in polemica con la Regione Lombardia, per aver affermato che un ospedale ha contribuito alla diffusione del Sars-Cov-2 non rispettando i protocolli ministeriali. “Andare a cercare in trincea, nella Zona Rossa, in alcuni ospedali i responsabili mi sembra davvero sgradevole”, ha detto Salvini. Poi l’affondo è stato sulle mancanze che lui ritiene abbia avuto il Governo. “Il Governo ha sottovalutato i rischi sanitari. Non faccia lo stesso con quelli economici”, concentrando l’attenzione sul turismo, settore fortemente colpito dall’emergenza del coronavirus. 



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