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XI JINPING DÀ FIDUCIA AI MERCATI AZIONARI, PER JERUSALMI SONO FENOMENI TRANSITORI


(Liu Bin / Xinhua tramite AP, File)

di Barbara Tomaselli

Il viaggio simbolico di oggi del presidente Xi Jinping nella città di Wuhan, epicentro del virus nella provincia di Hubei, ha fatto guadagnare all’indice Shanghai Composite l’1,8% e all’Hang Seng di Hong Kong l’1,4% , in contrasto con la caduta libera dei prezzi delle azioni globalmente il lunedì.

Il presidente Xi Jinping oggi, martedì 10 marzo, nella città di Wuhan

Le misure di quarantena del paese, incluso il fatto di limitare il movimento di centinaia di milioni di persone per controllare la diffusione del virus, hanno avuto un grande successo

Martedì, le azioni delle società con sede a Wuhan, tra cui Hubei Chutian Expressway e Yangtze Communications Industry, hanno aumentato il limite giornaliero del 10%. Il viaggio del presidente Xi Jinping nella città di Wuhan, la città da dove è partita l’epidemia di Coronavirus, poche ore dopo che i mercati azionari globali hanno subito la peggiore perdita finanziaria dal 2008 e il forte calo dei prezzi del petrolio, ha raggiunto l’obiettivo di dare un po’ di fiducia generale, che era andata via via scemando dall’inizio dell’anno.

Per il presidente questo viaggio ha avuto un chiaro intento propagandistico, in primis per la sua persona e poi per l’immagine della Cina contro la quale tutti hanno puntato il dito ritenendola responsabile di questa pandemia, motivo per cui praticamente la maggior parte, ma oramai possiamo dire con certezza tutti i negozi gestiti da cinesi nelle zone rosse, o a rischio, in Italia, hanno chiuso in un batter d’occhio. Oggi, l’indice S&P 500 a New York ha aperto oltre il 3% in più, recuperando alcune delle perdite di lunedì, mentre a Londra, l’indice FTSE 100 è salito del 2,6% nel primo pomeriggio.

Raffaele Jerusalmi
amministratore Delegato di Borsa Italiana

“L’economia stava rallentando già prima di questa situazione ma ci siamo già trovati in simili circostanze in passato. Oggi i mercati reagiscono rapidamente e violentemente, questo mese i principali mercati azionari del mondo hanno perso il 20% del valore, la correzione l’abbiamo dunque già vista. La crisi del petrolio ha acuito le incertezze, ma il tema del virus sarà tra qualche mese spero un ricordo. Questa esperienza l’abbiamo già passata con la Sars, non eravamo coinvolti in questa maniera, sono fenomeni transitori” , ha detto Raffaele Jerusalmi, amministratore delegato di Borsa Italiana a 24Mattino di Simone Spetia e Maria Latella su Radio 24. E riguardo la chiusura delle contrattazioni ha aggiunto. “I mercati sono globali e i provvedimenti locali sono devastanti perché fanno perdere credibilità al mercato stesso. Se ci fosse una decisione a livello coordinato mondiale si potrebbe valutare, ma francamente non ci sono i presupposti”.

Covid-19 in Cina

Oggi la Cina ha riportato solo 19 nuove infezioni, di cui 17 a Wuhan e due casi importati a Pechino e Guangdong, che era il numero giornaliero più basso dal 20 gennaio, nonché il terzo giorno consecutivo in cui tutti i nuovi casi nazionali erano limitati a Wuhan.

Aumenti di contagio in Italia, Francia, Germania e Spagna

Aumenta il numero di contagi in paesi come Italia, Francia, Germania e Spagna, mentre il numero di casi confermati negli Stati Uniti è aumentato bruscamente toccando quota 525 a partire da domenica con 24 decessi, anche se la dimensione reale delle infezioni potrebbe essere molto più grande visto la mancanza di test.

La vittoria iniziale della Cina nel frenare il Coronavirus, nonostante il tentativo da parte delle autorità locali di mettere a tacere gli avvertimenti dei medici nei primi giorni dell’epidemia, ha dato ai suoi leader una nuova fiducia che il loro modello politico autoritario secondo la Cina è più adatto a gestire le emergenze rispetto alle democrazie liberali occidentali. Pechino ha agito rapidamente per imporre controlli massicci che hanno limitano i movimenti dei suoi cittadini e la chiusura delle attività a rischio in tutto il paese, mobilitando anche la rapida costruzione di ospedali e la produzione di forniture mediche tanto necessarie, come quelle delle maschere per il viso. Un funzionario con un ministero cinese, che ha rifiutato di essere nominato poiché non autorizzato a discutere del sistema politico cinese con i media di altri Paesi, ha affermato che il Coronavirus ha dimostrato che un sistema centralizzato ha un vantaggio nel superare le catastrofi umane. E la Cina ha dimostrato di essere un Paese in grado di gestire in maniera eccellente le emergenze.

Xi oggi ha ripetutamente detto che la Cina non rinuncerà ai suoi obiettivi di sviluppo economico e sociale per il 2020, indicazione che potrebbe ancora vedere un tasso di crescita di circa il 5,6 per cento quest’anno, necessario per raddoppiare le dimensioni dell’economia tra il 2010 e il 2020.

Tra gli altri obiettivi, tra l’altro già segnalati nel corso del centenario del Partito Comunista al potere, c’è il suo sogno cinese del ringiovanimento nazionale e poi dello sradicamento della povertà assoluta nelle zone rurali entro la fine del 2020, anche se i redditi di molti poveri lavoratori migranti sono stati duramente colpiti dall’impatto economico del coronavirus.

“L’impegno di sradicare la povertà è una solenne promessa fatta dal Partito Comunista al popolo cinese. Dobbiamo consegnarlo nei tempi previsti. Non c’è backtracking o flessibilità “, ha detto Xi



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