La Guardia di Finanza di Campobasso ha sequestrato 300 mascherine che un venditore all’ingrosso di medicinali del capoluogo molisano vendeva a 13 euro l’una. In questo periodo, le Fiamme Gialle hanno intensificato i controlli sul territorio proprio per verificare quei casi di un aumento ingiustificato dei prezzi sui generi ritenuti di interesse primario nell’ambito della prevenzione dal contagio dell’infezione da COPVId-19. Così, anche grazie alla segnalazione di una cittadina, la Compagnia di Campobasso ha svolto preliminari accertamenti presso l’esercente scoprendo che quest’ultimo aveva acquistato le mascherine ad un prezzo di 0,85 l’una. Un ricarico quindi del quasi 1500% sul prezzo di acquisto che ha fatto scattare nei confronti della 65enne rappresentante legale una denuncia per il reato di manovre speculative su merci che prevede anche da la reclusione fino a tre anni. I Finanzieri, d’intesa con la locale Procura, hanno sequestrato le mascherine per impedire che le stesse venissero ulteriormente vendute al prezzo esorbitante.
Mascherine e disinfettanti venduti con rincari superiori al 500% anche a Pescara
Anche la Guardia di Finanza di Pescara, nel corso dei costanti controlli predisposti dal Comando Provinciale contro i fenomeni speculativi sui dispositivi utili per prevenire il contagio da “Coronavirus”, nella giornata di ieri è intervenuta in una parafarmacia della zona Stadio di Pescara dove venivano poste in vendita oltre 200 mascherine e numerose confezioni di gel disinfettanti a prezzi superiori di oltre il 500% del loro reale valore. Questo è il risultato di un’attività investigativa avviata sin dall’inizio della situazione emergenziale e indirizzata, in particolare, nei confronti di farmacie, parafarmacie, sanitarie, casalinghi e mercerie che, in questo periodo, vendono prevalentemente presidi medicochirurgici ossia gel disinfettanti a migliaia di persone preoccupate per la diffusione del contagio. Attività collaterale anche ai controlli nei confronti degli esercizi la cui attività è stata sospesa già dal 8 marzo e che ha visto la denuncia di due esercenti l’attività di sale scommesse, che contro i divieti imposti, avevano continuato l’apertura al pubblico. Già dalla serata del 10, i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Pescara avevano concentrato le attenzioni investigative sulla parafarmacia, dove le mascherine e i disinfettanti, approfittando dello stato di bisogno e dei timori della cittadinanza, venivano venduti a prezzi da capogiro, superiori di gran lunga al 500% del prezzo di mercato. Basti pensare che, per una mascherina, i clienti potevano arrivare a spendere fino a 49 euro o, addirittura, 14 euro per una confezione piccolissima di gel disinfettante. Un intervento, quello poi operato che è stato necessario rimodulare e che non ha consentito l’accertamento in flagranza alla luce di notizie stampa, che hanno reso di dominio pubblico e di parte la circostanza, diffuse ancor prima che fosse portato a conclusione l’attività operativa, da soggetti che hanno dato notizia mediatica della segnalazione al Comando. All’atto dell’intervento, la titolare dell’esercizio commerciale non è riuscita nemmeno a dimostrare l’origine e la provenienza della merce (verosimilmente acquistata on line dalla Cina) ed è stata denunciata all’A.G. per i reati di “manovre speculative su merci” e “ricettazione” (che prevedono, nel complesso, la reclusione fino ad 8 anni e multe fino a 25.000 euro) ed i presidi medico-chirurgici sono stati sottoposti sequestro. La guardia di Finanza, in questo delicato periodo che la Nazione sta attraversando, ha dichiarato che dedicherà prioritarie risorse e servizi dedicati al contrasto delle pratiche commerciali scorrette ed invita i cittadini a segnalare al numero di pubblica utilità “117” condotte illecite.
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