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DOXA, GLI ITALIANI QUALE VALORE DANNO AL TEMPO LIBERO?


Quattro italiani su 10 percepiscono frequentemente la sensazione di trascorrere momenti di scarso valore. Una percezione condivisa soprattutto dalla fascia di popolazione più giovane e che genera un impatto emotivo talvolta difficile da sopportare: senso di noia o, in alternativa, stati di agitazione che vanno dalla frustrazione all’ansia. Per fronteggiare i momenti percepiti come sprechi di tempo, gli italiani contemplano l’introspezione o in alternativa si rivolgono verso l’esterno, utilizzando soprattutto internet in tutte le sue declinazioni come strumento di connessione con gli altri.

È questo il quadro descritto dall’ultima ricerca realizzata da BVA Doxa per Nescafé sul tema “Italiani e il valore del tempo”.

In un momento di estrema difficoltà per l’Italia, a causa della diffusione del Covid-19 e delle relative misure di contenimento del contagio che impongono massima attenzione e quarantena ognuno nella propria casa, il tema della gestione del tempo è diventato centrale nella conversazione pubblica.

In questo contesto, la ricerca di BVA Doxa per Nescafé sul valore e la gestione del tempo da parte degli italiani ha rilevato una percezione estremamente diffusa: il 40% degli italiani segnala di vivere momenti di scarso valore. Una percentuale in gran parte riconducibile alla fascia dei più giovani: ne è maggiormente cosciente il 59% della generazione Y (tra i 18 e i 24 anni) e il 54% dei Millennials (tra i 25 e i 34 anni), mentre non rappresenta un tema importante per gli over 45, che si classificano ultimi nella classifica (22%).

LA PERDITA DI TEMPO È IN CODA O IN ATTESA – Ma quali sono i momenti ritenuti di “scarso valore”? Secondo gli intervistati sono soprattutto quei momenti vuoti riconducibili a situazioni di “attesa” tipici del vissuto quotidiano: bloccati nel traffico (per il 74% degli intervistati), nella sala d’aspetto di un medico / dentista (58%), in coda alla cassa di un supermercato o perfino di notte quando non si riesce a dormire (48%). Esistono anche situazioni particolari legati alla socialità che vengono percepiti come una perdita di tempo, come per esempio stare in compagnia di persone con cui non si hanno interessi in comune (41%) o nei negozi mentre il proprio partner fa shopping (34%). Tra le diverse situazioni indicate nella ricerca, particolarmente significativa, soprattutto in questo periodo, è anche il semplice stare a casa quando si è da soli o non si ha granché da fare: per il 40% degli intervistati questa rappresenterebbe una circostanza in cui si vivrebbe un momento di “scarso valore”. L’attesa sembrerebbe invece meno sgradita se precede un’occasione particolarmente piacevole: prima di un concerto / spettacolo (19%), prima che inizi un film al cinema (sempre 19%) o prima di un saggio, partita o esibizione dei propri figli (17%).

L’IMPATTO EMOTIVO E STRATEGIE DI COPING – “Sprecare tempo” è una sensazione emotivamente difficile da sopportare: 6 persone su 10 esprimono un peso emotivo significativo che accompagna la percezione di vivere momenti di scarso valore. Un peso che genera soprattutto un senso di noia (41%) e impazienza (33%) o che, in alternativa, si associa a stati di nervosismo (25%) e di frustrazione (22%), fino ad arrivare all’irrequietezza (19%) e in alcuni casi ad ansia (13%) e stress (16%).

Come reagiscono gli italiani?

Diverse sono le strategie adottate per fronteggiare le conseguenze emotive causate dalla sensazione di perdere tempo. La principale di queste può rientrare nella più generica categoria dell’”introspezione”: pensare, riflettere, guardarsi attorno, fumare una sigaretta. Per il 61% degli intervistati questa rappresenterebbe la modalità di “coping” preferita. Se da un lato l’introspezione sembra essere una strategia particolarmente gettonata, dall’altro volgersi all’esterno sembrerebbe essere un’alternativa valida affrontare i periodi di vuoto, in particolare attraverso internet (59%) e tutte le sue declinazioni: il web per navigare (53%), i canali social per conversare e chattare (37%), la musica, il gaming o i video per l’intrattenimento (52%).

VALORIZZARE I MOMENTI VUOTI: NON SOLO “RIEMPITIVI” – Per soddisfare la necessità di aggiungere valore e ricchezza al tempo percepito come vuoto, gli italiani indicano in particolare due diverse modalità: da un lato un maggior investimento su sé stessi e dall’altro una migliore connessione con gli altri. In particolare, per quanto riguarda l’investimento su sé stessi, il 74% degli intervistati indica come priorità in queste situazioni il recupero di energie fisiche e mentali.  Segue, con il 73%, coltivare le proprie passioni e, con il 71%, leggere, informarsi e migliorare il proprio livello culturale. In relazione invece alla connessione con gli altri, emergono alcune attività importanti: osservare con più attenzione il mondo attorno a noi (68%), progettare attività future come viaggi, corsi, etc. (64%), mandare messaggi affettuosi a persone care (60%), entrare in contatto con le persone che ci circondano (53%) e rientrare in contatto con persone che non si sente da tempo (41%).

QUATTRO PERSONAGGI IN CERCA DI VALORE – Studiando età e comportamenti sociali degli italiani che indicano di vivere momenti di scarso valore, la ricerca ha sintetizzato quattro cluster diversi:

  • Gli indolenti (31%)

Giovani che vivono in piccoli centri, con mezzi economici e culturali limitati, che provano spesso la sensazione di avere momenti senza valore nella propria giornata, che affrontano con una certa apatia e passività. Si annoiano a stare con le mani in mano, specialmente nelle occasioni in cui non sono “protagonisti attivi” (monotone feste di famiglia, o sotto l’ombrellone a far nulla), ma nello stesso tempo, a causa del loro atteggiamento indolente, non hanno riempitivi particolari nel proprio tempo libero, né sembrano così intenzionati a crearsene.

  • Gli emotivi (24%)

Uomini adulti spaventati dalla solitudine, spesso colpiti da sconforto e ansia che generano disagio e insonnia. Non gestiscono bene i tempi vuoti, e vorrebbero impiegarli in qualcosa di costruttivo e utile a sé stessi, dedicandosi ad esempio alle proprie passioni; tuttavia, la loro scarsa gestione dell’emotività li condiziona e li induce a rifugiarsi in attività poco impegnative, come l’ascolto della musica, i videogames o la navigazione Internet.

  • Le impazienti (29%)

Donne mature che vivono nelle grandi città, hanno una vita organizzata e non hanno molto tempo da perdere. Quando nella vita quotidiana devono affrontare dei tempi morti – code alla cassa, tragitti troppo lunghi sui mezzi pubblici, traffico – reagiscono con nervosismo e irritazione. Poco predisposte alla socialità, preferiscono usare questi momenti per chiudersi in sé stesse, riflettere o guardarsi intorno, al massimo per navigare e chattare. Secondo loro, il modo migliore di capitalizzare i momenti vuoti è quello di rilassarsi e recuperare le energie.

  • Le estroverse (16%)

Impiegate di provincia, serene ed espansive di natura, si spazientiscono davanti alle classiche perdite di tempo della vita quotidiana: le code (in posta, al market, dal medico), il traffico, l’attesa dei mezzi pubblici. In virtù della propria natura così incline alla socialità, approfittano dei momenti vuoti per comunicare con gli altri: telefonano, chattano, e se capita chiacchierano anche con gli sconosciuti. Potendo scegliere, userebbero il tempo disponibile per stare in contatto con gli altri, senza disdegnare le piccole attività di arricchimento culturale e qualche momento di sano “edonismo”.



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