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COVID-19, MUORE EX PRESIDENTE DEL MARSIGLIA, PAPE DIOUF


Pape Diouf, ex presidente della squadra di calcio francese Marsiglia, è morto in Senegal dopo aver contratto il Coronavirus, la prima morte per COVID-19 del paese dell’Africa occidentale. Aveva 68 anni. I funzionari sanitari senegalesi hanno dichiarato che Diouf è morto martedì. “Diouf si trovava in terapia intensiva presso l’ospedale Fann di Dakar, dalla scorsa settimana”, questa la dichiarazione del ministro della salute Abdoulaye Diouf Sarr, pubblicata da Ap, ma a seguito di complicanze intervenute nel decorso della malattia è deceduto. L’ex dirigente del Marsiglia di recente aveva viaggiato in diversi paesi dell’Africa, tra i quali la Costa d’Avorio. Il presidente del Senegal, Macky Sall ha espresso le sue condoglianze alla famiglia di Diouf in un messaggio pubblicato su Twitter, che pubblichiamo qui sotto.

Sta accadendo quanto si temeva: si aumentano i contagi anche nel Continente africano

Se fino a poco prima del 23 marzo, ufficialmente erano stati registrati solo pochi casi: uno in Egitto, uno in Algeria e uno in Nigeria ora il numero dei contagi mostra un’impennata preoccupante soprattutto a causa delle carenze delle strutture sanitarie in loco.

Il maggior numero dei contagiati si trova in Egitto, poi in Sudafrica e in Algeria

I rimanenti 562 contaminati dal Covid-19 sono così distribuiti nel resto dei paesi (per ordine alfabetico) del continente: Angola (2), Benin (2), Burkina Faso (75), Camerun (27), Capo Verde (1), Repubblica Centro Africana (3), Ciad (1), Congo (2), Costa d’Avorio (17), Gibuti (1), Repubblica Democratica del Congo (18), Guinea equatoriale (4), Eswatini (4), Etiopia (9), Gabon (4), Gambia (1), Ghana (21), Guinea (2), Kenya (7), Liberia (3), Madagascar (3), Mauritius (14), Mauritania (2), Marocco (96), Namibia (3), Niger (1), Nigeria (25), Ruanda (17), Senegal (56), Seychelles (7), Somalia (1),Sudan (2),Tanzania (6), Togo (9), Tunisia (60), Uganda (1), Zambia (2), Zimbabwe (2); a questi si aggiungono i territori francesi di Mayotte (4) e della Reunion (47).

Difficile immaginare quali tremende conseguenze potrà avere una più che probabile espansione dell’epidemia di coronavirus in Africa. Basti pensare solamente al fatto che strutture in grado di ospitare un numero elevato di pazienti che necessitano di terapie intensive si trovano soltanto nel Sudafrica. Inoltre, lo scarso presidio alle frontiere dei paesi africani favorisce gli spostamenti anche di massa che, come dimostrano le politiche restrittive adottate nei Paesi del nord del mondo, sono assolutamente da evitare nella situazione attuale. In Sudafrica il Presidente Ramaphosa ha già imposto lo stato d’emergenza e la conseguente limitazione nell’apertura di uffici e luoghi ad alta densità umana.

African Task Force for Coronavirus

Per coordinare le attività di contenimento del virus, condividere le scorte di materiale sanitario e attuare un piano di comunicazione univoco e coerente è stata istituita l’African Task Force for Coronavirus (Aftcor), nata dalla collaborazione tra l’Oms e l’Unione Africana (Ua), ovvero un unico punto di riferimento per coordinare le attività di contenimento del virus.



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