di Colin Anthony Groves
Dopo le ultime notizie circolate sullo stato di salute del premier, Downing street ha voluto precisare che il premier Boris Johnson “respira senza assistenza” e non ha la polmonite. Anzi sarebbe addirittura di “buon umore” e le sue condizioni sarebbero “stabili” anche se si trova in terapia intensiva e “cosciente” da ieri pomeriggio. Lo spostamento in terapia intensiva, sempre secondo Downing Street, sarebbe avvenuto solo “a titolo precauzionale”. Ma una fonte di Tory ha detto: ‘Il n. 10 ha provato a minimizzare questo ma a pensarci bene il primo ministro è stato portato in ospedale con la sua macchina domenica alle 20:00, proprio durante il discorso della regina alla nazione. Pertanto questo non è del tutto normale.
Il segretario agli Esteri Dominic Raab, riferisce il Daily Mail, è stato incaricato di sostituirlo e oggi ha presieduto la sua prima riunione di crisi sul Coronavirus.
Il Regno Unito è preoccupato per un vuoto di potere, visto che il Primo Ministro è sotto scacco del Coronavirus da oltre due settimane
Alla domanda su chi avrà il controllo della difesa e della sicurezza del nucleare e delle forze armate, il portavoce del Primo Ministro ha dichiarato: “In relazione alle questioni di sicurezza nazionale, il Primo Segretario di Stato e il Gabinetto hanno l’autorità e la capacità di rispondere in assenza del Primo Ministro”
La regina, che ha chiesto di essere costantemente informata sulle condizioni del premier Johnson, ha inviato un messaggio di sostegno alla sua famiglia e alla sua compagna, Carrie Symond, in attesa del sesto figlio di Boris, già papà di due femmine Lara e Cassia e tre maschi Milo e Theodore e un quinto figlio nato nel 2009 da una relazione extraconiugale con la consulente d’arte Helen Macintyre nato nel 2009. Questa è la terza volta che la regina pubblica messaggi pubblici affrontando le problematiche del Coronavirus, che oggi nel Regno Unito ha un nuovo triste record quello di avere raggiunto un tasso di mortalità ancora preoccupante visto che i decessi hanno toccato quota 854, portando il totale delle vittime a 6.227.
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