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IL PAPA: “L’EUROPA DIA PROVA DI SOLIDARIETÀ E DI SCELTE INNOVATIVE”


di Paola Usai

Sono 75.000 le vittime del Coronavirus in Europa, secondo un calcolo effettuato dall’agenzia France Presse che conferma che il Vecchio Continente continua ad essere il più colpito dalla pandemia. L’80% del totale dei morti è stato registrato in Italia, Spagna e Gran Bretagna. In Italia, in Veneto, una delle regioni più colpite, il numero dei contagiati supera quota 14.000, con 186 nuovi casi di positività registrati dall’ultimo bollettino di stamane della Regione. Diminuisce però il numero delle vittime: solo 4 decessi in più rispetto a ieri sera, che porta a quota 856 il numero dei decessi (759 negli ospedali) dall’inizio dell’epidemia. Il dato dei positivi è 14.077, mentre i guariti salgono a 2.492. I ricoverati in ospedale sono 1.328 (-17), quelli in terapia intensiva 249 (-2). “Milano merita sempre la maggiore attenzione, non c’è un calo netto e deciso nei contagi, non rilassiamoci, restiamo a casa”, ha detto ieri l’assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, elencando i dati dei contagi in Lombardia. Nella provincia di Milano oggi il dato è il doppio di ieri: 520 nuovi casi rispetto a 269 per un totale di 13.268. In città i nuovi casi sono 262, ieri erano 127, totale 5.368. “Non è assolutamente finita, non dobbiamo abbassare in nessun modo la guardia, non dobbiamo pensare che il peggio sia passato perché i dati non sono stabili”, ha aggiunto Gallera parlando dell’intera Lombardia. “I dati ci dicono che veramente non è finita, non rilassatevi, è vero che il trend è migliore di settimana scorsa, ma non ci fa ancora stare tranquilli”. E dopo l’intera Quaresima in quarantena ed isolamento a causa dell’emergenza coronavirus, anche la Pasqua si festeggia in solitudine: l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, riporta Ansa, ha celebrato la messa della Resurrezione in un Duomo deserto, senza la presenza dei fedeli, collegati però in streaming sui canali della Diocesi. Gli unici presenti alla messa pasquale sono stati due rappresentanti delle Forze dell’ordine: l’agente Alessandro Raucci per la Polizia di Stato e il maresciallo Rocchetta Minnone per i Carabinieri, che hanno partecipato come lettori. “Non ho più parole da dire, in questi tempi siamo stati travolti da un’alluvione di parole che non accenna a finire e forse anche io ho messo la mia parte”, ha detto l’arcivescovo al termine della celebrazione. “Adesso non voglio più dire parole se non invocare la benedizione del Signore, che entri in tutte le case dove essere chiusi in casa è più noioso, più irritante, che arrivi la benedizione di Pasqua come un dono della gioia e che siano momenti di gioia anche il “pregare, telefonare, sedere a mensa, fare lavori di cui siamo capaci. “Voglio che la benedizione di Pasqua”. ha aggiunto, “arrivi anche in quelle situazioni in cui, anche volendo e anche permettendolo le autorità, non si può uscire di casa come nel caso di chi non ha casa e non ha un luogo dove rimanere chiuso, o per chi è malato, in carcere e per tutti coloro che sono costretti anche per altri motivi a non uscire di casa. A tutti il signore porti la sua gioia”. 

Una guardia di sicurezza sta di fronte a uno striscione mentre i residenti applaudono e cantano dalle loro finestre per rendere omaggio agli operatori sanitari e alle forze di sicurezza durante la quarantena a Manila, nelle Filippine.
(Foto AP / Aaron Favila)

“Spero che il virus abbia indebolito, o magari ucciso, l’indifferenza e l’individualismo”, ha detto ieri il presidente dei vescovi europei, il cardinale Angelo Bagnasco appena arrivato nel cantiere del nuovo Ponte di Genova per la benedizione delle maestranze. E oggi nell’omelia pronunciata durante la Veglia pasquale celebrata nella cattedrale di San Lorenzo di Genova, senza la partecipazione dei fedeli, ha aggiunto: “Il Risorto non ci assicura l’immunità dai malanni e dalla morte, non ci preserva dai rovesci e da timori nelle difficoltà. Ci invita a guardare oltre e ci dice: non temete perché, al di là delle umane preoccupazioni, la cosa più importante non andrà perduta; la sfida della vita, anche se tutto franasse, è già vinta; non temete la solitudine degli uomini, perché nessuno in realtà è solo; nelle inevitabili incertezze del tempo, il vero futuro è assicurato. Non temete, poiché io sono risorto e sono con voi!”

Piazza San Pietro in Vaticano, dove normalmente decine di migliaia si riuniscono a Pasqua per ascoltare la messa di Papa Francesco, il suo discorso “Urbi et Orbi” e la benedizione “per la città e il mondo”, continua a fare impressione irrimediabilmente vuota, circondata solo da barricate della polizia. Papa Francesco, dopo le recenti tensioni politiche interne a causa degli ultimi accordi dell’Europa con il nostro Paese ha detto: “Oggi l’Unione Europea ha di fronte a sé una sfida epocale, dalla quale dipenderà non solo il suo futuro, ma quello del mondo intero. Non si perda l’occasione di dare ulteriore prova di solidarietà, anche ricorrendo a soluzioni innovative. L’alternativa”, ha sottolineato, “è solo l’egoismo degli interessi particolari e la tentazione di un ritorno al passato, con il rischio di mettere a dura prova la convivenza pacifica e lo sviluppo delle prossime generazioni”.

In Russia dall’inizio dell’epidemia è record di casi di Coronavirus. La Tass rende noto che sono stati segnalati 2.186 nuovi contagi nelle ultime 24 ore, portando il totale a 15.770. Il numero delle vittime è salito a 130, con un aumento anche nelle 24 ore. L’epicentro è Mosca, che ha oltre 10.000 casi. Oltre 1.300 nelle ultime 24 ore, con altri 14 morti.

Il governo delle Filippine ha irrigidito le misure di contrasto alla pandemia, dopo le scene di panico e le fughe da Manila dei giorni scorsi e ha sottoposto metà del paese, circa 50 milioni di persone, ad un regime di “quarantena comunitaria rafforzata”. Luzon, l’isola più grande e popolosa delle Filippine, che include la capitale Manila, è stata sottoposta a un blocco generale, con la sospensione di tutti i servizi di trasporto pubblico di massa, e l’obbligo per tutti i residenti di rimanere in casa, fatte salve le esigenze fondamentali e le emergenze mediche. Come in Malesia, gli uffici sono stati chiusi per decreto, mentre continuano ad operare solamente supermercati, negozi di generi di prima necessità, farmacie, ospedali e banche, oltre ai servizi di ristorazione per asporto e alle stazioni di rifornimento dell’acqua. A partire dalla mezzanotte del 7 aprile, i cittadini stranieri hanno avuto 72 ore di tempo per lasciare Luzon, prima del blocco del traffico aereo già predisposto dalle autorità nazionali e il traffico in ingresso è stato limitato anche ai cittadini filippini e alle loro famiglie, ai residenti permanenti, ai titolari di visti diplomatici e alle merci. Nei giorni scorsi, riporta l’agenzia Nova, il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, ha sospeso gli spostamenti da e verso l’area metropolitana di Manila per un mese, e autorizzato l’imposizione di rigide misure di quarantena nell’area, per combattere la diffusione del nuovo Coronavirus nel paese. Duterte ha anche bandito i grandi assembramenti di persone nella capitale, sospeso gran parte delle attività governative non essenziale e prorogato il blocco delle attività di insegnamento. Il presidente ha annunciato le nuove, drastiche misure nel corso di un discorso rivolto alla nazione nella serata del 12 marzo, dopo essersi personalmente sottoposto al test per il nuovo Coronavirus a fini cautelari. “Questa non è una legge marziale. Non si tratta nemmeno di qualcosa di straordinario”, ha dichiarato il presidente, nel tentativo di arginare le esibizioni di panico delle ore precedenti. Il presidente ha inoltre annunciato la formazione di una task force inter-agenzia per la gestione dell’emergenza sanitaria, in risposta alla decisione dell’Organizzazione mondiale della sanità di dichiarare la pandemia.

In Israele il numero dei casi positivi di Coronavirus è salito a 10.878, mentre i decessi sono stati finora 103. Lo ha reso noto il ministero della sanità. I malati gravi sono 174, il 3,3 per cento in meno rispetto a ieri. In calo anche il numero dei malati in rianimazione che sono adesso 123, quasi il 7 per cento in meno rispetto a ieri. E da oggi in Israele è stato anche imposto l’obbligo di indossare mascherine protettive per quanti escono in strada, anche se in generale la intera popolazione è chiamata a restare in casa. Intanto il ministero della finanze ha fatto sapere che sta studiando la possibilità di rimettere in moto gradualmente il mercato, se nelle prossime due settimane sarà stato possibile ridurre in maniera drastica il numero dei contagi.



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