di Matteo Ciacci
Sul Mes ora anche l’ex presidente del Consiglio, Romano Prodi ha detto la sua. “Fino a ora Von der Leyen è stata troppo cauta. Lagarde si è ripresa”, ha sottolineato oggi Prodi nel corso del programma Focus Economia su Radio 24. “Ma capisco i condizionamenti che ha. Lagarde? È partita malissimo poi si e mossa molto bene. La scivolata iniziale è stata una medicina”. Poi sul fronte titoli ha detto: “D’accordissimo sui titoli di stati per gli italiani. A patto che siano esenti dall’imposta di eredità. Sarebbe un segnale che torniamo a prenderci cura dell’Italia. Bisogna essere molto precisi sulle condizioni: niente imposta di eredità e fare i conti su quanto potranno rendere, almeno 400 miliardi. Così ci finanziamo e sarebbe un segnale che ci prendiamo cura del nostro paese, ritornando a comprare Bot, è anche un messaggio internazionale”.
Sul fronte Mes ha aggiunto: “I 35 miliardi del Mes? Ci farebbero risparmiare 1,5 miliardi di interessi, 35 miliardi per la sanità devono essere benedetti, sono un prestito che ci fanno risparmiare un miliardo e mezzo l’anno. È vero, ero contrario al Mes perché i soldi erano condizionati e quindi temevo che ci avrebbero messo il bavaglio. Adesso che l’Europa ci ha assicurato che non saranno condizionati“, ha proseguito l’ex premier, “dobbiamo solo verificare se questo è vero. Poi 35 miliardi per mettere a posto le infrastrutture, secondo me devono essere benedetti. Nessuno ci fa un regalo, perché sono un prestito, ma a bassissimo tasso di interessi”. Della stessa è anche un altro ex premier Silvio Berlusconi che dichiara: “Sarebbe un errore clamoroso dire all’Europa faremo da soli e rinunciare ai 36-37 miliardi senza condizioni per finanziare il nostro sistema sanitario, tra l’altro a tassi inferiori a quelli di mercato. Quindi dobbiamo assolutamente non dire di no al Mes”. Il leader di Forza Italia riterrebbe invece “sbagliato” dire sì se le “garanzie del Mes” agissero come lacci per “strangolare l’economia in una situazione già di “sofferenza” o, ancor più grave, se rappresentassero “un esproprio della sovranità nazionale”.
Per Matteo Renzi, “il Mes senza condizionalità va usato di corsa, piaccia o non piaccia ai populisti di maggioranza e opposizione. E vedrete che l’Italia userà tutto: Bce, Mes, Sure, Recovery Fund. Tutto”. Per Emma Bonino, ex ministro degli affari esteri della Repubblica Italiana nel Governo Letta, una delle figure più importanti del radicalismo liberale italiano dell’età repubblicana,”le polemiche sul Mes sono demagogiche e idiote”. A favore del Mes anche il segretario del partito democratico Nicola Zingaretti che ha detto: “Ho fiducia nell’impegno preso da Conte sui tavoli europei e ne attendo l’esito. Da presidente di regione più che da leader politico dico che se esisterà la possibilità, senza condizionalità e rispettando la sovranità italiana, di avere dei miliardi a sostegno della nostra sanità, credo che dovremmo prenderle queste risorse, ci servono per gli ospedali e per la nostra sanità”. Contraria anche la Lega.
Per Matteo Salvini accettare il Mes sarebbe come mettersi nelle mani degli strozzini. Anche i 5 Stelle sul fronte del no. “Il Mes è uno strumento antiquato. Forse è arrivato il momento di un mea culpa europeo perché l’austerity ha provocato tagli sulla spesa pubblica e questo ha indebolito la sanità pubblica”, ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Frena le intemperanze Giorgia Meloni leader di Fdi: “Aspettiamo che Conte venga in Parlamento, come credo sia giusto fare sul tema del fondo salva stati prima del prossimo Consiglio europeo, perché al di là degli scontri verbali rimangono i fatti. I fatti dicono che il ministro Gualtieri ha dato il via libera a un documento nel quale c’è il Mes come possibilità per affrontare la crisi mentre non ci sono gli eurobond. Chiediamo al presidente del Consiglio di disconoscere questo documento al Consiglio europeo. Su questo chiediamo chiarezza, perché il presidente Conte al Consiglio Europeo può dire di no”.
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