“Nel difficile contesto dell’emergenza sanitaria, a marzo il rallentamento dell’inflazione si spiega con l’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, e in particolare di quelli dei carburanti, e con la decelerazione dei prezzi dei servizi, dovuta in larga parte alla straordinaria situazione che sta vivendo il paese. Il rallentamento sarebbe stato più ampio se non si fosse verificata contestualmente l’accelerazione dei prezzi dei Beni alimentari lavorati, che ha portato la variazione del cosiddetto “carrello della spesa” all’1%”, questo il sunto della nota inviata da Istat. Ma ora vediamo nel dettaglio la situazione.
Aumentati i prezzi dei prodotti alimentari delle bevande, in particolare quelle alcoliche) e i tabacchi
Le dinamiche dei prezzi al consumo di marzo hanno presentano andamenti eterogenei delle diverse divisioni di spesa producendo il rallentamento dell’inflazione, che risulta dovuto ai prezzi dei trasporti, che registrano un’inversione di tendenza (da +1,6% a -0,3%), come quelli dei Servizi ricettivi e di ristorazione, in diminuzione (da +1,4% a +0,8%), e, in misura minore, quelli delle Comunicazioni che ampliano la loro flessione (da -4,3% a -5,8%). A compensare in parte questi andamenti hanno registrato un aumento sia i prezzi dei prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +0,3% a +1,1%) sia quelli delle bevande alcoliche e tabacchi (da +1,1% a +1,9%). In termini di contributi, l’inflazione generale è dovuta prevalentemente ai prodotti alimentari e bevande analcoliche e agli altri beni e servizi, che insieme contribuiscono alla variazione dell’indice generale per 0,360 punti percentuali. Il principale contributo negativo è ascrivibile al comparto abitativo, acqua, elettricità e combustibili (-0,323 punti percentuali), a causa della flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati presenti in questa divisione di spesa.
Up and down per tipologie di prodotto
L’andamento dell’inflazione nel mese di marzo ha evidenziato una flessione più marcata dei prezzi dei beni (che passano da -0,3% a -0,4%), mentre quelli dei servizi decelerano da +1,0% a +0,8%. Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni rimane quindi positivo e si riduce lievemente da +1,3 punti percentuali di febbraio a +1,2.
L’ampliarsi della flessione dei prezzi dei beni è dovuta per lo più all’inversione di tendenza dei prezzi dei beni energetici non regolamentati, che, nello specifico, è ascrivibile agli andamenti di tutte le componenti dell’aggregato: invertono la tendenza i prezzi del gasolio per mezzi di trasporto (da +0,5% a -4,9% in termini tendenziali, -2,9% su base mensile) e quelli della Benzina (da +3,7% a -1,3%, -2,5% il congiunturale); registrano una flessione più marcata i prezzi del Gasolio da riscaldamento (da -0,1% a -6,5%, -5,2% rispetto a febbraio), degli Altri carburanti (da -2,6% a -4,3%, -1,7% la variazione congiunturale) e quelli dell’energia elettrica mercato libero (da -0,4% a -0,9%, -0,9% su base mensile).
Andamenti in accelerazione si osservano per i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +0,5% a +1,1%, +0,8% su base mensile) e dei tabacchi (da +1,5% a +2,5%, +2,3% rispetto a febbraio); per quest’ultimo aggregato si segnalano le dinamiche dei prezzi delle Sigarette (la cui crescita passa da +1,5% a +2,5%, +2,3% il congiunturale), di Sigari e sigaretti (da +2,4% a +3,6%, +1,7% su base mensile) e degli Altri tabacchi (da +2,6% a +3,5%, +1,7% rispetto a febbraio).
Con riferimento ai prezzi dei servizi, il rallentamento su base annua (da +1,0% a +0,8%) è dovuto per lo più al confronto con lo stesso mese del 2019: infatti a marzo di quest’anno crescono dello 0,2% rispetto a febbraio, mentre a marzo del 2019 registrarono una variazione congiunturale pari a +0,4% (la differenza tra le due variazioni spiega esattamente il rallentamento tendenziale) a causa, in particolare, dei Servizi relativi ai trasporti che registrarono una crescita dei prezzi rispetto a febbraio 2019 dell’1,3%. Questa crescita congiunturale fu dovuta anche ai prezzi del Trasporto aereo passeggeri (+12,0%) la cui variazione a marzo 2020 è stata imputata a causa della sostanziale indisponibilità di questo servizio, dovuta all’emergenza sanitaria in corso (si veda la sezione “L’emergenza sanitaria Covid-19 e la compilazione degli indici dei prezzi al consumo” della Nota metodologica, alle pagine 19 e 20 della presente Statistica Flash). Questa imputazione è stata fatta utilizzando la variazione tendenziale di un indice aggregato, composto da tutti gli indici delle componenti merceologiche per le quali è stato possibile per lo più utilizzare prezzi osservati, applicata ai prezzi/indici di marzo 2019. Ciò è alla base del rallentamento della variazione tendenziale dei prezzi dei servizi, che più di altri vedono restringersi le componenti che determinano le dinamiche dell’inflazione, a causa delle limitazioni all’offerta commerciale di prodotti introdotte per far fronte alla grave situazione sanitaria determinatasi nel nostro paese.
Inflazione al di sopra della media nazionale nelle Isole e al Sud
A marzo l’inflazione rallenta in quasi tutte le ripartizioni geografiche : rimane al di sopra della media nazionale nelle Isole (stabile a +0,4%) e al Sud (da +0,5% di gennaio a +0,3%) ed è pari a quella nazionale nel Nord-Est (da +0,3% a +0,1%), nel Nord-Ovest (da +0,2% a +0,1%) e nel Centro (stabile a +0,1%).Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Bolzano (+1,3%), Napoli (+0,7%), Palermo e Trento (+0,6% per entrambe), mentre Aosta e Parma registrano la flessione più ampia (pari a -0,7% per entrambe).
Le divisioni di spesa
A marzo, l’IPCA aumenta del 2,2% su base mensile, per effetto della fine dei saldi stagionali registrati per lo più nella divisione di spesa di abbigliamento e calzature (+31,1% in termini congiunturali), mentre rallenta su base annua (da +0,2% a +0,1%). Questo rallentamento è ascrivibile principalmente all’inversione di tendenza dei prezzi di trasporti (che passano da +1,6% a -0,3%), a causa della presenza, in questa divisione di spesa, dei carburanti; da segnalare anche il rallentamento di servizi ricettivi e di ristorazione (da +1,5% a +0,8%) e la flessione più ampia i prezzi delle Comunicazioni (da -4,3% a -5,8%). In accelerazione, invece, i prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +0,5% a +1,3%) e di bevande alcoliche e tabacchi (da +1,1% a +2,0%).
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