di Misaki Takahashi
Il sistema sanitario giapponese “è sull’orlo del collasso”, a dirlo è lostudioso di malattie infettive Kentaro Iwata, professore dell’Università di Kōbe, in Giappone, che avverte che il paese sta lottando contro il Coronavirus seguendo però strategie sbagliate e afferma che anche per questo motivo è molto probabile che le Olimpiadi non si potranno disputare nemmeno nel 2021.
Finora in Giappone sono stati registrati 171 decessi e 10.751 casi. Iwata, scrive il Daily Mail, ha criticato l’incapacità del paese di cambiare strategia con l’aggravarsi dell’epidemia. Rincarando la dose aggiungendo che è molto probabile che nemmeno nei prossimi mesi sarà in grado di affrontare, nel modo opportuno, questa epidemia. “Non abbiamo i mezzi nemmeno per pensare a un piano B”, dice, “e tra l’altro pensare a un piano B è un’ammissione di colpa, perché significa che il piano A non ha funzionato”, ha sottolineato al Daily Mail.
Parlando delle Olimpiadi, che si sarebbero dovute tenere a Tokyo quest’estate e che sono state rinviate al luglio 2021, Iwata ha ammesso di essere “pessimista” riguardo al fatto che si potranno organizzare il prossimo anno. Gli ospedali in questo momento stanno lottando per sopperire alla carenza di attrezzature, il sindaco di Osaka chiede donazioni di impermeabili inutilizzati per gli operatori sanitari attualmente costretti a usare sacchetti di immondizia in mancanza di dispositivi di protezione.
A dire il vero all’inizio il Giappone ha fatto un buon lavoro, attivandosi sul fronte dei test, seppure limitati, e della tracciabilità dei contatti, “questo aveva funzionato bene nella fase iniziale dell’epidemia locale, quando i numeri erano piccoli”, racconta Iwata, ma quando i contagi si sono moltiplicati la situazione a suo avviso è andata fuori controllo. “Dovevamo prepararci all’evoluzione del virus, dei contagi, una volta constatato che l’inseguimento del cluster non era più efficace, dovevamo cambiare rotta, ma non lo abbiamo fatto”. spiega. Il primo ministro Shinzo Abe ha esortato i residenti a ridurre i contatti con altre persone dal 70 all’80%. Anche il numero delle persone sui mezzi di trasporto è stato contingentato, ma queste misure non impediscono alle persone di uscire. Molti negozi e persino ristoranti sono rimasti aperti, anche se le associazioni mediche avvertono che il sistema sanitario del paese sta lottando per farcela ma la situazione sembra ogni giorno che passa sempre più fuori controllo e tutto ciò non fa altro che fare proliferare i contagi.
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