“I sacrifici che gli italiani stanno sostenendo sono elevatissimi, le perdite umane assai dolorose, l’impegno di finanza pubblica senza precedenti. Verranno sicuramente tempi migliori e l’Italia dovrà allora cogliere appieno le opportunità della ripresa mondiale con tutta la maturità, coesione, generosità e inventiva che ha mostrato in queste difficili settimane”. Questo il messaggio del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, nella sua premessa al Documento di Economia e Finanza 2020 (DEF), approvato dal Consiglio dei Ministri del 24 aprile. L’eccezionalità della crisi pandemica da Coronavirus (COVID-19) e gli straordinari impegni di finanza pubblica, derivanti dalle misure di contenimento e cura e dalle misure per far fronte alla forte contrazione dell’economia, hanno fatto sì che il DEF 2020 sia più essenziale rispetto ai precedenti. Gli scenari di previsione della finanza pubblica, in linea con gli altri paesi dell’Unione Europea, sono limitati al periodo 2020-2021 e viene posticipata la presentazione del Programma Nazionale di Riforma. Prima fra le nazioni europee ad essere stata investita dalla crisi, l’Italia ha aperto la strada sia alla definizione di politiche di contrasto e di distanziamento sociale, che alla messa in campo di misure economiche di sostegno, sempre più necessarie per far fronte alle chiusure delle attività economiche non considerate essenziali. La marcata revisione dello scenario macroeconomico in confronto a quello che si andava delineando porta la previsione del PIL per l’anno in corso ad una contrazione pari a 8,0 punti percentuali, con un indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche al 10,4% del PIL. Per il 2021, il DEF prevede un rimbalzo consistente dell’economia italiana con il PIL in crescita del 4,7%. Ora il Governo è al lavoro su un nuovo decreto che, riprenderà gli interventi del Cura Italia, rafforzandoli e prolungandoli nel tempo, introducendo altre misure, che comporteranno uno scostamento di 55 miliardi in termini di maggiore indebitamento netto su quest’anno e 5 miliardi a valere sul 2021, al netto dei maggiori oneri sul debito pubblico.
L’intervento sul 2020 è equivalente al 3,3% del PIL, che sommato al Cura Italia porta al 4,5% del PIL il pacchetto complessivo di sostegno all’economia, a cui si aggiungono garanzie per circa il 40% del PIL. Sul saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa, gli effetti del decreto ammontano a 155 miliardi di euro nel 2020 e 25 miliardi nel 2021, a cui si sommano, per il 2020, i 25 miliardi del decreto Cura Italia. Nella fase di difficoltà che il Paese sta attraversando, poiché il forte aumento dell’imposizione indiretta previsto dalla legislazione vigente a inizio 2021 (le cosiddette clausole di salvaguardia) aggraverebbe la situazione economica, il Governo ha deciso di includere nel nuovo decreto in arrivo l’eliminazione degli aumenti dell’IVA e delle accise previsti per i prossimi anni. La fase di preparazione del DEF e del prossimo decreto è stata accompagnata da un’intensa interlocuzione con l’Unione Europea, nella quale “l’Italia ha sostenuto con coerenza e fermezza l’idea che uno shock di portata inusitata e di natura simmetrica quale l’attuale pandemia dovesse essere affrontato con il massimo grado di coordinamento e solidarietà”, spiega Gualtieri nella premessa, sottolineando che “grazie allo spirito di collaborazione che ha contraddistinto tutte le parti, pur con le note differenze di vedute iniziali, si sta oggi profilando un ventaglio di risposte Europee alla crisi”. Se si considera anche la straordinaria dimensione del programma di acquisti di titoli con creazione di base monetaria (quantitative easing) della Banca Centrale Europea, la rivisitazione delle regole sugli aiuti di Stato e la sospensione delle usuali prescrizioni del Patto di stabilità e crescita, la risposta dell’Unione e dell’Area euro ha acquisito proporzioni ragguardevoli e rappresenta un’importante protezione per il nostro Paese. “Dopo uno shock come quello subìto quest’anno e che ci auguriamo non si protragga anche nel 2021″, ha aggiunto Gualtieri, “l’economia avrà bisogno di un congruo periodo di rilancio durante il quale misure restrittive di politica fiscale sarebbero controproducenti. Una strategia di rilancio che dovrà basarsi non solo su un bilancio primario in surplus, ma anche su una crescita economica assai più elevata che in passato, con il rilancio degli investimenti pubblici e privati”. In conclusione, il Ministro ha detto che “il contrasto all’evasione fiscale e la tassazione ambientale, unitamente ad una riforma del sistema fiscale improntata alla semplificazione e all’equità e ad una revisione e riqualificazione della spesa pubblica, saranno i pilastri della strategia di miglioramento dei saldi di bilancio e di riduzione del rapporto debito/PIL nel prossimo decennio”.
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