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ALTRI 3 CINESI SPARISCONO DOPO AVERE SALVATO COPIE DI BACKUP DEI RAPPORTI SUL CORONAVIRUS CENSURATI


di Patricia Sinclair

Dopo la scomparsa di Chen Qiushi e Fang Bing, nel frattempo Li Zehua, che era il terzo di cui si erano perse le tracce, è riapparso la scorsa settimana dopo due mesi di quarantena forzata imposta dalla polizia, altri tre cinesi, esperti di Internet residenti a Pechino sono scomparsi, perché, a detta di un parente, il fratello di Chen, ritenuti colpevoli di avere salvato il backup di notizie sul Coronavirus precedentemente censurate nel loro Paese.

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Da sinistra, Chen Mei e Cai Wei

 

Di Chen Mei, Cai Wei e la fidanzata di Cai soprannominata Tang, secondo una nostra fonte ben informata, si sono perse le tracce dal 19 aprile. La notizia dell’apparente scomparsa di Chen e Cai è stata divulgata per la prima volta da un account Twitter, noto come “southern_idiot”, il 25 aprile. Chen, Cai e Tang che avevano contribuito a un progetto di crowdfunding, chiamato Terminus2049, sulla piattaforma di sviluppo software GitHub secondo le autorità cinesi hanno commesso l’errore di salvare articoli precedentemente bloccati o rimossi dalle agenzie di stampa e dai social media locali cinesi come richiesto dalla censura online.

Chen Kun ha dichiarato di essere ancora in attesa della conferma ufficiale della polizia di Chaoyang che suo fratello minore, 26 anni, è stato arrestato. “Cai e Tang sono scomparsi contemporaneamente a Chen Mei”, ha detto Chen ad AFP. “Dato che sia Chen che Cai hanno contribuito al progetto Terminus2049, sospettiamo che la loro scomparsa sia correlata e pertinente al progetto”. Il progetto online includeva molte storie di Coronavirus particolari pubblicate negli ultimi mesi, come narrazioni personali di cittadini di Wuhan e addirittura anche un’intervista della dottoressa Ai Fen che lavorava al Pronto Soccorso dell’Ospedale Centrale di Wuhan, (N.d.R.: e ora anche di lei non si sa più nulla), che è stata una delle prime a dare notizia del virus. La Cina ha subito critiche per la gestione dell’epidemia, e anche per avere punito le persone, che hanno cercato di mettere in guardia sul nuovo Coronavirus prima che scoppiasse un focolaio a Wuhan. Oltre alla dottoressa Ai anche l’oramai tristemente noto Wen Liang, il medico che per primo segnalò la pericolosità del virus, pubblicando addirittura un post per informare i colleghi di una malattia simile alla SARS diagnosticata a parenti poi diventati virali, ha subito delle ripercussioni prima di morire il 7 febbraio a causa del grave contagio con il virus killer che non gli ha lasciato scampo.

Wen Liang

Secondo la legge cinese raccogliere notizie contro il proprio Paese può costare una pena detentiva fino a 5 anni”, ha spiegato il professore di sociologia dell’Università Tsinghua, Guo Yuhua su Twitter facendo riferimento ai ragazzi scomparsi, il cui sito di proprietà di Microsoft, ora risulta bloccato. La notizia della scomparsa del trio che gestiva il Terminus2049 ha suscitato scalpore negli ambienti di attivisti cinesi. Al momento si ipotizza che i tre siano detenuti in un luogo segreto, una pratica ci dice una nostra fonte del luogo ben informata, molto usata per “rieducare” chi non rispetta le regole dettate dal regime in barba a qualsiasi legge internazionale sui diritti umani.

Presumibilmente più attivisti sono scomparsi dopo aver criticato la gestione dell'epidemia da parte di Pechino.  Nella foto, i pazienti riposano in un ospedale temporaneo al Tazihu ​​Gymnasium di Wuhan il 21 febbraio

Nella lista dei cattivi, ma non più degli scomparsi, visto che nel frattempo si è saputo che è stato indagato con l’accusa di “grave violazione della disciplina e della legge”, continua a restare Ren Zhiqiang, eminente membro del partito comunista, (N.d.R.: che per fare un parallelo potrebbe essere paragonato dal punto di vista caratteriale al nostro Vittorio Sgarbi), la cui colpa sarebbe quella di aver definito senza alcuna reticenza il presidente Xi un “pagliaccio” per la gestione della crisi causata dalla pandemia.

Ren Zhiqiang
Xu Zhiyong

In carcere dal 15 febbraio risulta anche Xu Zhiyong (qui in una foto del 2009) arrestato dopo aver pubblicato una serie di post che criticavano l’operato del Partito Comunista dopo lo scoppio del Coronavirus che ha ucciso oltre 50mila persone in Cina. A questo punto c’è da domandarsi cosa aspetti a intervenire la Federazione Internazionale dei Diritti Umani (FIDH) creata nel 1922 su iniziativa di alcune organizzazioni nazionali europee, comprese le leghe dei diritti umani francese e tedesca, che raggruppa 164 organizzazioni nazionali di difesa dei diritti umani in oltre 100 paesi. Speriamo che almeno a questa domanda si possa ricevere una risposta senza attendere mesi.



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