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ISTAT FA IL PUNTO SULLE RETRIBUZIONI DEGLI ITALIANI


Image by ijmaki from Pixabay 

Nei primi tre mesi del 2020 la crescita delle retribuzioni contrattuali si conferma molto moderata. Alla fine di marzo, a circa otto dipendenti su dieci è scaduto il contratto, per la precisione a tutti i dipendenti pubblici e a circa i tre quarti dei dipendenti del settore privato.

In pillole
  1. Alla fine di marzo 2020 i contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica (22 contratti) riguardano il 19,6% dei dipendenti – circa 2,4 milioni – e un monte retributivo pari al 20,1% del totale.
  2. Nel corso del primo trimestre 2020 sono stati recepiti tre accordi – società e consorzi autostradali, servizi a terra negli aeroporti e imprese creditizie – e ne sono scaduti dieci: impiegati agricoli, calzature, carta e cartotecnica, vetro, ceramica, metalmeccanica, commercio, mobilità, assicurazioni e servizi socio assistenziali.
  3. I contratti che a fine marzo 2020 sono in attesa di rinnovo ammmontano a 51 e interessano circa 9,9 milioni di dipendenti – l’80,4% del totale – con un monte retributivo pari al 79,9%; entrambe le quote sono decisamente più elevate di quelle osservate a dicembre (44,6% e 46,6% rispettivamente) e a marzo 2019 (52,4% e52,8%).
  4. Nonostante il tempo medio di attesa di rinnovo, per i lavoratori con contratto scaduto, si sia ridotto, passando dai 12,7 mesi di marzo 2019 agli 11,2 mesi di marzo 2020, l’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è più che raddoppiata: 13,9 contro 6,6 mesi.
  5. La retribuzione oraria media, rispetto al primo trimestre del 2019, è cresciuta dello 0,6%
  6. L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è aumentato dello 0,1% rispetto a febbraio 2020 e dello 0,7% nei confronti di marzo 2019.
  7. In particolare, l’aumento tendenziale è stato dello 0,8% per i dipendenti dell’industria e dello 0,7% sia per quelli dei servizi privati sia per quelli della pubblica amministrazione.
  8. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono quelli del credito e delle assicurazioni (+2,4%), dell’energia e petroli e dell’estrazione minerali (entrambi +1,7%). L’incremento è invece nullo per i settori del legno, carta e stampa, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e degli altri servizi privati
Copertura contrattuale

Nel primo trimestre del 2020, tra i contratti monitorati sono stati recepiti gli accordi delle società e consorzi autostradali, dei servizi a terra negli aeroporti e delle imprese creditizie; sono invece scaduti, con l’inizio del nuovo anno, quelli degli impiegati agricoli, delle calzature, della carta e cartotecnica, del vetro, della ceramica, della metalmeccanica, del commercio, della mobilità, delle assicurazioni e dei servizi socio assistenziali. Alla fine di marzo risultano quindi in vigore 22 contratti che regolano il trattamento economico di circa 2,4 milioni di dipendenti e che rappresentano il 20,1% del monte retributivo complessivo. Nel settore privato l’incidenza è pari al 26,6%, con quote differenziate per attività economica: nel settore agricolo è del 93,4%, mentre è del 29,0% nell’industria e del 21,4% nei servizi privati. I contratti in attesa di rinnovo sono 51 e interessano circa 9,9 milioni di dipendenti.

Tensione contrattuale

Nel mese di marzo la quota di dipendenti in attesa di rinnovo è pari all’80,4%, in diminuzione rispetto al mese precedente (83,2%). Mediamente, i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono 11,2, in leggera diminuzione rispetto allo stesso mese del 2019 (12,7). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 13,9 mesi, più del doppio di quella registrata un anno prima (6,6). Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 74,6%, in diminuzione rispetto al mese precedente (78,3%) e in forte aumento rispetto a marzo 2019 (38,3%); i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 10,1, mentre l’attesa media è di 13,5 mesi considerando il totale dei dipendenti del settore. L’andamento di tali indicatori, che consentono di monitorare la tensione contrattuale per l’intera economia, è presentato nei grafici qui sotto, che riportano la quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento (indicatore generico).



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