Nel primo trimestre del 2020, secondo la stima preliminare, il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell’attuale emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento adottate. “Questa stima preliminare”, spiega Istat, “ha natura provvisoria e si basa sulla valutazione dell’andamento delle componenti dell’offerta e su un insieme ridotto di indicatori congiunturali, che mettono in rilievo un calo marcato e diffuso a tutte le attività economiche, particolarmente rilevante per l’industria e il terziario. La flessione del Pil“, precisa Istat nel suo comunicato stampa, “è di un’ entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica cominciata nel primo trimestre del 1995. La stima preliminare del PIL”, aggiunge Istat, “risente degli ostacoli dovuti all’emergenza sanitaria in corso alla raccolta dei dati di base, che costituiscono l’input per l’elaborazione dei conti nazionali. Sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al primo trimestre 2020. Come di consueto, la stima rilasciata oggi”, concludono i colleghi dell’ufficio stampa, “sarà oggetto di revisione nelle prossime diffusioni, man mano che si renderanno disponibili ulteriori fonti informative. E tali revisioni potrebbero essere di entità superiore alla norma”.
In pillole stima preliminare del Pil
- Nel primo trimestre del 2020 si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 4,7% rispetto al trimestre precedente e del 4,8% in termini tendenziali.
- Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019.
- La variazione congiunturale è la sintesi di un a diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.
- La variazione acquisita per il 2020 è pari a -4,9%.
… sul fronte occupazionale
A marzo 2020, nonostante l’emergenza COVID-19, l’occupazione ha registrato una sostanziale tenuta, anche per effetto dei decreti di “sostegno all’occupazione e ai lavoratori per la difesa del lavoro e del redditi”. Più marcate invece sono state le variazioni, congiunturali e tendenziali, delle persone in cerca di lavoro e degli inattivi: il tasso di disoccupazione in un solo mese è diminuito di quasi un punto percentuale e quello di inattività è aumentato in misura quasi analoga. L’ufficio stampa di Istat, visto l’eccezionalità della situazione ha comunicato che l’indagine ha risentito degli ostacoli che l’emergenza sanitaria in corso ha posto alla raccolta dei dati di base. Precisando riguardo alla raccolta di dati: “Sono state sviluppate azioni correttive che ne hanno contrastato gli effetti statistici negativi e hanno permesso di elaborare e diffondere i dati relativi al mese di marzo 2020. La ridotta numerosità campionaria non ha tuttavia consentito di diffondere i dati con il consueto livello di disaggregazione, quindi”, ha sottolineato Istat, “va tenuto presente il carattere provvisorio di queste stime”.
Occupati e disoccupati in pillole
- Rispetto al mese di febbraio 2020, a marzo l’occupazione è in lieve calo e la diminuzione marcata della disoccupazione si associa alla forte crescita dell’inattività.
- La diminuzione dell’occupazione registrata a marzo (-0,1% pari a -27mila) coinvolge sia le donne (-0,2%, pari a -18mila), sia gli uomini (-0,1%, pari a -9mila), portando il tasso di occupazione al 58,8% (-0,1 punti).
- Anche la forte diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-11,1% pari a -267mila unità) coinvolge sia le donne (-8,6%, pari a -98mila unità), sia gli uomini (-13,4%, pari a -169mila). Il tasso di disoccupazione scende all’8,4% (-0,9 punti) e, tra i giovani, al 28,0% (-1,2 punti).
- A marzo, la consistente crescita del numero di inattivi (+2,3%, pari a +301mila unità) – tre volte più elevata tra gli uomini (+3,9% pari a +191mila) rispetto alle donne (+1,3% pari a +110mila) – porta il tasso di inattività al 35,7% (+0,8 punti).
- Confrontando il trimestre gennaio-marzo 2020 con quello precedente (ottobre-dicembre 2019), l’occupazione risulta in evidente calo (-0,4%, pari a -94mila unità) per entrambe le componenti di genere.
- Nello stesso trimestre calano anche le persone in cerca di occupazione (-5,4% pari a -133mila) e aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,5% pari a +192mila unità).
- Rispetto a marzo 2019, l’occupazione fa registrare un calo sia nel livello (-0,5% pari a -121mila unità), sia nel tasso (-0,2 punti).
- Nell’arco dei dodici mesi, alla diminuzione degli occupati si accompagna il calo dei disoccupati (-21,1%, pari a ‑571mila unità) e l’aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+4,4%, pari a +581mila).
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