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UK MORTI 10.000 ANZIANI NELLE CASE DI CURA, IL BILANCIO DELLE VITTIME POTREBBE SALIRE A OLTRE 45.000


Il primo ministro britannico Boris Johnson

di Colin Anthony Groves

I dati ufficiali riportano che ci sono stati più di 40.000 decessi Covid-19 nel Regno Unito. Questo è quanto attestano le cronache del The Times e del Daily Mail. In totale si stima che finora siano 61.000 le persone morte a causa della pandemia, compresi i decessi causati direttamente e indirettamente dal virus che nel Sud-Est e nel Nord-Ovest hanno superato Londra nella conta settimanale. I dati diffusi dall’Office for National Statistics (ONS) questa mattina segnalano (dati fino al 1 maggio) 35.044 morti in Inghilterra e nel Galles che se si aggiungono ai decessi registrati in Scozia e nell’Irlanda del Nord, fanno arrivare il totale a 40.033. I dati ONS mostrano che nell’ultima settimana dei 17.953 decessi registrati fino al 1 maggio, solo nei certificati di morte di 6.035 vittime, è stato menzionato il Covid-19. Al momento il numero totale di decessi settimanali resta ancora alto, circa 8.000, se si tiene conto che ora il Regno Unito da due settimane è nella fase discendente. Le statistiche ufficiali registrano almeno 50.976 morti in tutto il Regno Unito, ma The Times stima che il numero attuale di vittime sia arrivato già a quota 61.000.

I dati ONS mostrano che 30.000 morti in eccesso sono avvenute fuori dagli ospedali, nelle case di cura e nelle case private delle persone durante l’epidemia, solo la metà delle quali è stata etichettata come Covid-19. Nella settimana che termina il 1 maggio, per la prima volta Londra non ha registrato il maggior numero di morti per Covid-19. La capitale ha segnalato 785 morti, ma il sud-est ha avuto 966 e il nord-ovest 910, scrive The Times. Nelle case di cura sono stati segnalati 8.314 decessi tra il 10 aprile e l’8 maggio, ha riferito l’Ufficio per le statistiche nazionali. I più colpiti sono stati gli uomini rispetto alle donne (che sono molte di più sotto il profilo statistico in questa fascia di età) e di età superiore agli 85 anni.

In generale il triste primato del maggior numero dei decessi per Covid-19 stato riconosciuto agli uomini che sono stati i più colpiti.

Sarah Scobie, Deputy Director of Research at Nuffield Trust

L’Ufficio per le statistiche nazionali, scrive il Financial Times, ha registrato 45.777 morti in più del normale dall’inizio di marzo in Inghilterra e nel Galles: per la precisione, scrive il Daily Mail, 140.904 persone, rispetto ai 95.127 nello stesso periodo (media negli ultimi 5 anni), con un aumento del 68%. E con l’aggiunta dei dati della Scozia e dell’Irlanda del Nord il totale sale a 50.979. Sarah Scobie, vicedirettore della ricerca presso il think-tank sulla salute del Nuffield Trust, oggi ha detto riguardo ai dati di Inghilterra e Galles: “Rispetto a ciò che ci aspetteremmo di vedere sulla base degli ultimi cinque anni, oltre 40.000 persone in più hanno purtroppo perso la vita finora quest’anno, il 20% in più rispetto alla media”.

Nella settimana terminata il 1 ° maggio, i decessi nelle case di cura hanno rappresentato il 40% del totale, mentre i decessi negli ospedali hanno rappresentato il 53%

La Alzheimer’s Society, scrive il Daily Mail, ha affermato che c’è un numero “tragicamente elevato” di persone che muoiono nelle case di cura.

La direttrice della ricerca in beneficenza, Fiona Carragher, ha detto al Daily Mail: “Purtroppo, la devastazione continua nelle case di cura con in media più del triplo dei decessi rispetto alla media precedente. L’ente benefico ha aggiunto che i pazienti affetti da demenza ‘manifestano gravi difficoltà per le restrizioni alle visite’ e ha esortato il governo a trovare un modo per facilitare l’orario di visita per evitare che il loro benessere sociale venga ‘danneggiato irreversibilmente’. 

Helen Whately, ministro di Stato presso il Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale

Helen Whately, ministro di Stato presso il Dipartimento della sanità e dell’assistenza sociale dal 13 febbraio 2020 e membro del Parlamento per Faversham e Mid Kent dal 2015, ha affermato che i funzionari “continuano a lavorare giorno e notte” affinché i lavoratori della sanità possano lavorare con i presidi sanitari necessari e ha detto di essere soddisfatta riguardo al fatto che ora i lavoratori e ora hanno la possibilità di fare 30.000 test al giorno nelle case di cura. “È un sollievo vedere il numero di decessi nelle case di cura in calo, ma purtroppo continuano a costituire una percentuale significativa di decessi correlati al Coronavirus e noi dobbiamo fare di più”. 

Sir Patrick Vallance, il principale consigliere scientifico del Numero 10, ieri sera alla conferenza stampa di Downing Street ha rivelato che circa il 4% della popolazione del Regno Unito e il 10% di quella londinese ha sviluppato anticorpi contro COVID-19.  E ciò significa che solo circa 2,64 milioni di inglesi hanno avuto l’infezione. Il professor Paul Hunter, dell’Università dell’East Anglia, esperto di malattie infettive, ha dichiarato al MailOnline che, sulla base del tasso di mortalità previsto dell’1,7 per cento, la malattia potrebbe causare fino a 560.000 decessi nel Regno Unito, se metà della popolazione fosse infetta. Anche dei ricercatori australiani hanno esaminato 13 studi separati sui tassi di mortalità in tutto il mondo e li hanno confrontati. E anche i loro studi hanno rivelato che il virus uccide l’1,73% dei pazienti.



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