Negli ultimi cinque anni sono cresciute di 10mila unità le imprese che vendono sul web, a fronte di un calo di quasi 45mila operatori dell’intero comparto del commercio al dettaglio. A puntare sul “negozio” online sono stati soprattutto gli imprenditori del Sud, forse per ovviare alla carenza di infrastrutture. Infatti se la Lombardia si distingue per il numero più elevato di imprese che vendono su internet (4.406), tra il 2015 e il 2020 Campania e Basilicata si posizionano al top per i ritmi di crescita rispetto al resto dell’Italia (+25,4% contro +14,5% medio annuo). Un segno del cambiamento delle abitudini di consumo che, soprattutto in epoca di coronavirus, permette agli imprenditori che commerciano sulla “rete” di potere contare su una marcia in più.
Più in dettaglio confrontando il segmento delle vendite web con l’intero mondo del commercio, tra il 2015 e il 2020, le imprese della vendita al dettaglio attraverso internet sono aumentate di 9.840 unità, pari ad una crescita media del 14,5% l’anno, portando a quota 23.386 il numero complessivo degli “shop” online. Nello stesso periodo, invece, l’insieme del settore del commercio al dettaglio ha perso 44.751 imprese, pari ad una riduzione media annua dell’1% nel quinquennio (passando da 866.291 a 821.540 unità).
In termini assoluti le regioni a più alta crescita è stata la Lombardia (+1.845), seguita da Campania (+1.725) e Lazio (+1.150). Mentre in termini relativi quelle che sono cresciute a ritmo medio annuo più sostenuto sono state Campania e Basilicata, che si sono mosse a pari passo (+25,4%), rincorse da Calabria (+22,6%) e Sicilia (+16,8%).
Quanto alla forma giuridica, sono le società di capitali a registrare un’impennata essendo più che raddoppiate in 5 anni. In aumento considerevole, anche se meno marcato, le ditte individuali che, nello stesso periodo, hanno totalizzato una crescita del 61,4%.
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