di Colin Anthony Groves
Salgono i casi di contagio nella Corea del Sud che potrebbe entrare nella sua seconda ondata di infezioni. I Centri coreani per il controllo e la prevenzione delle malattie hanno segnalato 79 nuovi casi giovedì, il più grande aumento di un giorno dal 5 aprile, scrive il Daily Mail. La maggior parte di queste infezioni è imputabile a un focolaio evidenziato in un magazzino a Bucheon, alla periferia di Seoul, al quale si aggiungono alcuni casi importati dall’estero. Oggi la Corea del Sud ha segnalato 79 nuovi casi di Coronavirus, che evidenzia il suo più grande aumento in poco più di un giorno in quasi due mesi.
Lunedì scorso, il nuovo ministro della Sanità e del Welfare, Park Neung-hoo ha parlato delle sue politiche e dei suoi piani durante una cerimonia inaugurale nel Secondo complesso governativo a Sejong, nella provincia meridionale di Chungcheong, prevedendo che si potrebbe dover tornare al distanziamento sociale semplicemente perché tuttora diventa sempre più difficile rintracciare le epidemie, motivo per cui ha esortato le persone a evitare incontri inutili e i datori di lavoro a fare maggiore uso del lavoro a distanza e a concedere ai dipendenti malati, il tempo necessario per guarire completamente dell’infezione. Ora le regole di distanziamento sociale precedentemente allentate in Corea del Sud potrebbero subire una nuova contrazione. Al momento sul fronte sport, solo alcune discipline professionistiche – tra cui baseball e calcio – hanno iniziato gli allenamenti, anche se a porte chiuse.
E ieri, oltre 2 milioni di studenti sono tornati a scuola. Le misure restano comunque di grande allerta anche se la Corea del Sud non ha mai imposto un blocco totale, come è accaduto in Europa, nonostante a marzo abbia imposto rigide regole di allontanamento sociale avendo totalizzato 11.344 contagi e 269 morti. La banca centrale del paese per quest’anno ha previsto un calo abbastanza contenuto ossia dello 0,2 per cento del PIL semplicemente perché ha ridotto i tassi di interesse allo 0,5 per cento nel tentativo di allentare la tensione sulle imprese che sono state colpite duramente. Il prodotto interno lordo si è ridotto dell’1,4% su base annua nel periodo gennaio-marzo e questo è stato il suo più grande declino dalla fine del 2008, quando era in corso l’altra grande crisi finanziaria globale.
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