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TORINO, RIAPRE IL PAV CON NUOVE ESPERIENZE SENSORIALI


In attesa di riprendere la programmazione di mostre e attività e nel rispetto delle prescrizioni imposte a partire da martedì 2 giugno 2020 il Museo Parco Vivente di Torino, (PAV), ricco di installazioni che offrono l’opportunità di vivere esperienze sensoriali immersi nella natura riprende le sue le attività e le visite guidate che si spostano nell’area verde, dove sarà possibile visitare la collezione permanente delle 19 installazioni ambientali, stando all’aperto ed evitando assembramenti di persone, mantenendo il distanziamento necessario. L’accesso al museo avverrà direttamente nel parco, dal cancello situato al numero 39/A di Via Giordano Bruno e sarà obbligatorio indossare la mascherina e usarla ogni volta che sarà prevista un’interazione (visita guidata, richiesta di informazioni…). La prenotazione per eventuali visite guidate è facoltativa e non obbligatoria; per informazioni o prenotazioni basta scrivere una e-mail a info@parcoartevivente.it

In via straordinaria, fino a date da definire, il PAV amplia l’orario di apertura: mercoledì, giovedì e venerdì ore 15-18 sabato e domenica ore 12-19 Il costo del biglietto di ingresso è di euro 2,00 L’ingresso è gratuito per i bambini fino a 6 anni e per i possessori di Abbonamento Torino Musei. Il percorso espositivo è esclusivamente all’aperto e in caso di maltempo le visite vanno riprogrammate.

Il Parco Arte Vivente è un Centro sperimentale d’arte contemporanea, concepito dall’artista Piero Gilardi e diretto da Enrico Bonanate.
Il PAV comprende un sito espositivo all’aria aperta e un museo interattivo inteso quale luogo d’incontro e di esperienze di laboratorio rivolte al dialogo tra arte e natura, biotecnologie ed ecologia, tra pubblico e artisti.
Il Parco è un territorio verde in continua evoluzione e occupa un’area ex-industriale di circa 23.000 mq dove, oltre a Trèfle, installazione ambientale dell’artista Dominique Gonzalez-Foerster (2006) e Jardin Mandala, giardino progettato dal paesaggista Gilles Clément (2010), sono in progress altri interventi di natura relazionale e partecipata (Focolare, vincitore del Premio PAV 2012 e Urbees, progetto di apicoltura urbana, 2011, all’interno de La Folie du PAV di Emmanuel Louisgrand, 2009).

L’ART PROGRAM, diretto da Piero Gilardi, si sviluppa attraverso la realizzazione da parte di artisti italiani e internazionali di opere e installazioni d’arte contemporanea, interventi permanenti e temporanei sia negli spazi esterni sia nelle aree espositive interne. Il campo di indagine è l’Arte del vivente, una declinazione delle tendenze contemporanee che nel suo insieme comprende la Bioarte, la Biotech art, l’Arte transgenica e l’Arte cosiddetta ecologica, sperimentazioni che includono materiali organici e inorganici.

Le ATTIVITÀ EDUCATIVE E FORMATIVE, curate da Orietta Brombin, prevedono il coinvolgimento del pubblico in workshop e seminari condotti dagli artisti stessi, oltre a un programma aperto a tutti, con visite guidate, stage di formazione per insegnanti, operatori e studenti di tutte le età e per il pubblico adulto. Il programma propone itinerari di conoscenza teorica, workshop e laboratori in collaborazione con esperti di varie discipline, fornendo mezzi e materiali per vivere un’esperienza personale ricca di stimoli cognitivi, emotivi ed espressivi. Il primo progetto del PAV risale al 2002, ideato da Gilardi ed elaborato da Cosmacini. Dopo svariate ipotesi di collocazione, il progetto approda alla sistemazione definitiva in via Giordano Bruno, nell’area ex Framtek, e viene realizzato nel 2008 dagli architetti Gianluca Cosmacini e Alessandro Fassi. E nel 2010 viene insignito del premio Architetture Rivelate dall’Ordine degli Architetti di Torino.

Come segno di continuità con le sue prassi partecipative, sabato 6 giugno Gilardi propone di ritornare a lavorare insieme, all’aria aperta e in uno spazio idoneamente attrezzato, in forma di workshop, dedicato all’Amazzonia, proprio perché la foresta amazzonica è un patrimonio naturale inestimabile da cui dipende l’intera esistenza del Pianeta. Nonostante questo, nel 2019 in Amazzonia sono bruciati circa dodici milioni di ettari di foreste. Il sistema Terra, nella sua interezza, funziona attraverso alcuni grandi sistemi ecologici fondamentali e l’Amazzonia – ricorda il WWF – è uno di questi: genera pioggia, raffredda la terra, assorbe gas serra e custodisce il dieci per cento della biodiversità animale e umana.
Dopo la cattività dovuta all’insorgere della pandemia la Terra intera e i suoi abitanti hanno bisogno di aria, di aria salubre, oggi come non mai.

Partecipazione con posti limitati dalle norme di distanziamento. Info: lab@parcoartevivente.it


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