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L’AMERICA PROTESTA NEL NOME DI GEORGE, TRUMP IMPONE LO STOP DELLE RIVOLTE E MINACCIA L’INTERVENTO DELL’ESERCITO


di Colin Anthony Groves

La morte anzi l’omicidio di George Floyd, l’afroamericano deceduto per asfissia a causa di una forte pressione sul collo del ginocchio del poliziotto, ormai ex poliziotto di Minneapolis, Derek Chauvin che lo ha arrestato lo scorso 25 maggio “non resterà invana”, parola di Donald Trump che ieri sera parlando alla nazione ha anche aggiunto che avrebbe mobilitato “migliaia e migliaia” di soldati per mantenere la pace se i governatori non avessero usato la Guardia Nazionale per porre fine alle proteste. Insomma la morte di George si può dire che è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, scatenando rabbia e proteste in tutti gli Stati Uniti. I manifestanti, in numerose città degli Stati Uniti sono scesi per le strade con le mascherine, come richiede la legge e hanno dato il via alle proteste. Le prime sono state piuttosto violente. Poi col passare delle ore la linea è diventata più pacifica. Difatti i video delle cronache locali hanno mostrato persone di tutte le età, per la maggior parte giovani, protestate chi con cartelli, dove sono state scritte le ultime parole di George, chi con slogan e le braccia alzate per sottolineare il messaggio non aggressivo della protesta. A Washington D.C. i gruppi di manifestanti che si sono maggiormente avvicinati alla Casa Bianca sono stati allontanati con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Per la sorella 46enne di George “il licenziamento dei poliziotti che quel giorno erano con Chauvin e non hanno fatto nulla per fermare la follia omicida del loro collega, non è abbastanza”, ha detto a Good Morning America della Abc.”Lo hanno ucciso”, ha rimarcato.

Invece per Chauvin, l’ex poliziotto responsabile della morte di George, il destino sembra già segnato visto che per lui le porte del carcere si sono aperte di un battibaleno (l’uomo è già stato trasferito nel carcere della contea di Hennepin dalla prigione della contea di Ramsey) e sebbene il processo previsto fra oggi e domani sia stato rinviato all’8 giugno, ora l’unica cosa in discussione del suo futuro pare sia solo il capo di imputazione. Gli attivisti sostengono che dovrebbe essere accusato di omicidio di primo grado, ossia di omicidio preterintenzionale il che implica un chiaro intento di uccidere, tenuto anche conto che pare che Chauvin abbia già fatto uso eccessivo della forza, violando le regolari procedure. Invece al momento è stato accusato solo di omicidio colposo, che di fatto significa che “ha agito senza intenzione di uccidere”, che è un capo d’imputazione un po’ meno grave. E poiché le disgrazie non vengono mai da sole, per Derek è in arrivo un’altra brutta notizia. Il divorzio voluto e già ottenuto (N.d.R. il 28 maggio u.s.) dalla moglie, oramai ex, Kellie, 45 anni, che a causa della “rottura irrecuperabile” della loro relazione, ha detto che seppure ora sia senza lavoro con due figli da crescere, (N.d.R. nati dalla precedente relazione) da Derek non prenderà nemmeno un dollaro.

Il bilancio degli scontri nelle ultime ore

Il bilancio delle ultime 24 ore di scontri parla di 3 morti tra i manifestanti, 4.000 arresti mentre oltre 26 Stati hanno chiesto l’intervento della Guardia nazionale ed ora circa 5000 gli uomini sono dispiegati lungo le strade di molte città per cercare di tenere sotto controllo l’ordine pubblico. A New York è stata fermata anche la figlia del sindaco, Chiara de Blasio, 25 anni, che è stata difesa dal padre Bill che ha detto: “I nostri giovani vogliono un mondo migliore”. Anche l’ex presidente Usa Barak Obama, il regista Spike Lee, i campioni del Nba, Beyoncé, solo per citare alcuni nomi famosi, hanno espresso il loro dissenso corale.

L’intervento di Trump nell’idilliaco Rose Garden della Casa Bianca

Trump dove avere speso parole iniziali di condanna per la morte di George e avere promesso sostegno alla famiglia, ha chiesto perentoriamente lo stop di tutti i disordini minacciando di schierare l’esercito degli Stati Uniti nelle città americane per reprimere le proteste. Nel frattempo la CNN e la BBC mostrano le riprese dei manifestanti. Tra le tante immagini colpisce quella di un ragazzo che grida verso un poliziotto:”Era un uomo come te”. Trump è stato criticato non solo per quello che molti definiscono il suo solito ‘bla bla bla’, ma anche per avere mostrato, per molti impropriamente, la Bibbia mentre si rivolgeva alla nazione nell’idilliaco Rose Garden della Casa Bianca. “Abbiamo il più grande paese del mondo”, ha dichiarato. “Lo terremo al sicuro”. Per l’ex giocatore Nba, Stephen Jackson, Floyd era un “fratello”. Erano cresciuti insieme in Texas. “Tutti sanno che ci chiamavamo l’un l’altro ‘gemello’, ha scritto su Instagram.



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