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MUORE IL PRINCIPALE SOSPETTATO, INTERROTTE LE INDAGINI PER L’OMICIDIO DEL PRIMO MINISTRO SVEDESE PALME


Il primo ministro Olof Palme
ph: Jack Mikrut Kod : 1013 COPYRIGHT SCANPIX SWEDEN

 Olof Palme, leader del Partito Socialdemocratico Svedese e primo ministro della Svezia, venne ucciso nella tarda sera del 28 febbraio 1986 a colpi di arma da fuoco nel cuore di Stoccolma. Il leader del partito socialdemocratico e sua moglie Lisbeth avevano appena lasciato un cinema in centro città. Il killer era riuscito a fuggire, lasciando il 59enne morire in una pozza di sangue sul marciapiede. La polizia svedese non è mai riuscita a trovare un colpevole, nessuno sospetto formale, ma solo un sospettato che è deceduto nel 2004. Nel corso degli anni sono state interrogate più di 10.000 persone, senza ottenere alcun esito, ha ammesso il procuratore capo Krister Petersson.

Così dopo 34 anni di ricerche le indagini per ora destinate ad uno stop e probabilmente non ripartiranno più a meno che non salteranno fuori nuovi indizi, come recita il post su Twitter della polizia

Palme durante la sua carriera politica è stato presidente del Partito Socialdemocratico dal 1969 al 1986, diverse volte ministro, primo ministro della Svezia dal 14 ottobre 1969 all’8 ottobre 1976, membro del parlamento dal 1976 al 1982 e poi di nuovo primo ministro dall’8 ottobre 1982 fino al giorno del suo assassinio, tuttora irrisolto, sebbene si sospetti il coinvolgimento di elementi dell’estrema destra, forse su ispirazione del regime Sudafricano di cui Palme era nemico dichiarato. Pragmatico e deciso, Palme condusse una vita politica coraggiosa e rischiosa in chiave internazionale, opponendosi alla guerra del Vietnam, al suddetto apartheid sudafricano e alla proliferazione delle armi nucleari. Intrattenne buoni rapporti col blocco comunista, pur criticandone duramente il totalitarismo, con la Cuba di Fidel Castro e il Cile di Salvador Allende, manifestando una decisa opposizione diplomatica al governo dittatoriale di Augusto Pinochet, instauratosi nel paese sudamericano dopo la morte violenta di Allende durante il golpe del 1973 voluto dagli USA e con i paesi non allineati. Nel 1986 fu nominato mediatore dell’ONU nella guerra Iran-Iraq. Venne candidato anche alla carica di Segretario generale delle Nazioni Unite, fu vicepresidente dell’Internazionale Socialista e favorì l’integrazione europea. In politica interna contribuì alla crescita e al rafforzamento della socialdemocrazia di tipo nordico (modello svedese). (P.G.)



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