di Patricia Sinclair
Sull’argomento rimborsi biglietti del suo tour previsto in Italia a giugno con tappa prima a Napoli e poi a Lucca, è sceso in piazza pure Paul McCartney con un comunicato ufficiale sulla sua pagina Facebook per manifestare il suo disappunto per quanto sta accadendo in Italia. «È veramente scandaloso che coloro che hanno pagato un biglietto per uno show non possano riavere i loro soldi. Senza i fan non ci sarebbe musica dal vivo. Siamo fortemente in disaccordo con ciò che il governo italiano e Assomusica hanno fatto. A tutti i fan degli altri Paesi che avremmo visitato quest’estate è stato offerto il rimborso completo. L’organizzatore italiano dei nostri spettacoli e i legislatori italiani devono fare la cosa giusta in questo caso. Siamo tutti estremamente dispiaciuti del fatto che gli spettacoli non possano avvenire, ma questo è un vero insulto per i fan».
Ecco le testuali parole dell’abstract:
“Il 7 maggio 2020 è stato annunciato che, a causa della pandemia globale del Covid-19, il tour estivo di Paul McCartney sarebbe stato cancellato.
Mentre ciò è avvenuto in tutti gli altri paesi in cui Paul e la sua band si sarebbero dovuti esibire tra maggio e giugno, il Governo italiano, su indicazione di Assomusica (l’Associazione italiana di promotori di musica dal vivo) ha approvato un decreto che autorizza tutti i possessori dei biglietti precedentemente acquistati per gli spettacoli dal vivo di avere la facoltà di richiedere un “voucher” di pari valore a quello indicato sul biglietto. I soldi provenienti dalla vendita dei biglietti in Italia sono esclusivamente trattenuti dai promoter locali. Abbastanza comprensibilmente, i fan di Paul McCartney sono rimasti fortemente amareggiati da questa tipologia di rimborso poiché hanno pagato per vedere un preciso spettacolo, non altri dello stesso promoter.
Spera che è anche a capo dell’agenzia ‘Duemilagrandieventi‘ che gestisce eventi e manifestazioni in Liguria, è un promoter di lungo corso in particolare nel capo musicale. A Genova ha mosso i primi passi nel mondo dell’organizzazione dei concerti in tandem con David Zard, scomparso il 27 gennaio 2018, portando nella città che lo ha adottato dal 1974, band e musicisti famosissimi come i Duran Duran, gli Spandau Ballet, Elton John, solo per citarne alcuni. All’epoca era il titolare della ‘Beable‘. Poi con la ‘Duemilagrandieventi‘ ha allargato il circuito di azione occupandosi anche di manifestazioni e grandi eventi legati alla cultura. Porta la sua firma l’inaugurazione a Genova dell’aeroporto Cristoforo Colombo nel 1986 e lo spettacolo d’inaugurazione delle Colombiane nel 1992. Il manager ora è al suo secondo mandato in Assomusica e inoltre è membro della Consulta dello Spettacolo del MibACt e del consiglio di presidenza Agis. Tra le attività più significative condotte come presidente di Assomusica c’è la sua partecipazione al nuovo Codice dello spettacolo dal vivo diventato decreto legge a novembre 2017. Sul fronte del rimborso dei biglietti acquistati per i concerti in Italia, che ha sicuramente accontentato i promoter, ma non i fan degli artisti, in particolare quelli di Paul McCartney, non solo perché i biglietti del concerto dell’ex Beatle avevano un costo sicuramente più elevato rispetto a quelli dei live di altri artisti, ma perché è palese che coloro che hanno scelto di andare l’ex Beatle è difficile che siano interessati a optare tanto facilmente per un altro artista, Spera ha commentato in esclusiva a What-u: «Paul McCartney ha deciso di annullare i concerti in Italia. Questa formula di rimborso è una misura straordinaria di cui lo staff di Paul McCartney era perfettamente a conoscenza da prima della cancellazione. L’artista pertanto avrebbe dovuto trovare soluzioni idonee ad affrontare le eventuali problematiche. I sindaci di Lucca e Napoli hanno formalmente chiesto all’artista di indicare una data per i concerti dell’anno prossimo, richiesta rimasta ancora senza risposta. La norma italiana», prosegue Spera, «che è stata ripresa e funziona anche in Germania, dove vengono dati 2 anni di tempo per utilizzare i voucher, riguarda l’intero settore del turismo, della cultura e dello spettacolo e certamente il Governo Italiano delibera in piena autonomia e indipendentemente da qualsiasi richiesta di terzi. La norma pertanto è stata istituita senza nessun nostro intervento, per far fronte a una crisi senza precedenti. A riprova di questo, bisogna considerare il fatto che, nelle riaperture previste dal 15 giugno, le altre categorie dello spettacolo possono svolgere la loro attività senza limitazione numerica, mentre gli spettacoli di musica dal vivo devono rispettare il tetto dei 1.000 spettatori». Anche D’Alessandro e Galli, la società organizzatrice dei concerti di Paul McCartney in Italia, scrive Ansa, nonostante dichiari di comprendere “l’amarezza dell’artista e il suo dispiacere”, allo stesso tempo ritiene “che il governo abbia identificato nel voucher lo strumento che garantisse il corretto bilanciamento tra la legittima delusione del fan che non poteva assistere ad un determinato concerto e l’esigenza vitale di sostenere l’intera filiera dello spettacolo”. Aggiungendo che “lo staff di Paul McCartney era perfettamente a conoscenza da prima della cancellazione” della formula di rimborso sotto forma di voucher, “istituita dal governo italiano per far fronte a una crisi senza precedenti che rischiava di dare un colpo fatale all’industria della musica dal vivo e ai circa 400.000 lavoratori che ne fanno parte”.
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