di Paul Bolivar Chausse
La scia del no al razzismo arriva anche in Francia. Sabato almeno 15.000 persone hanno manifestato a Parigi, solidali con chi l’ha fatto e continua a farlo in altri paesi dopo la morte di George Floyd. La ministra Sibeth Ndiaye, stretta alleata di Macron, portavoce del governo francese a partire dal 1º aprile 2019, figura emblematica dell’attuale politica francese, sabato scorso su Le Monde ha scritto un articolo invitando le persone a non avere paura a dire che “il colore della pelle non è neutro”, quasi una provocazione innescata da lei che ha origini senegalesi. “Non dobbiamo esitare a nominare le cose, per dire che un colore della pelle non è neutro”, ha scritto, invitando i francesi a “confrontare i loro ricordi” della loro storia e trovare una “narrativa condivisa” con le ex colonie.
Stasera il presidente francese Emmanuel Macron in un discorso televisivo alla nazione, alla vigilia dell’apertura totale di qualsiasi attività in Francia, (N.d.R. da lunedì 15 giugno), ha detto al popolo francese che serve ‘unità” in un momento chiave durante il quale anche la Francia, sta cercando di lasciarsi alle spalle la crisi del Coronavirus e viene scossa da una serie di proteste contro l’ingiustizia razziale e la brutalità della polizia facendo eco ai manifestanti americani. Le restrizioni in Francia hanno iniziato ad essere gradualmente allentate l’11 maggio dopo due mesi di blocco più severo.”Ritorneremo al nostro modo di vivere, al nostro gusto per la libertà”, ha detto Macron. “In altre parole, riscopriremo di nuovo la Francia.”Macron ha sorpreso i francesi quando ha ammesso che “l’indirizzo, il nome, il colore della pelle” di qualcuno possono ridurre le loro possibilità di successo nella società francese e ha chiesto una lotta per garantire che tutti possano “trovare il loro posto” indipendentemente dall’origine etnica o dalla religione . Il premier ha poi promesso di essere “intransigente di fronte al razzismo, all’antisemitismo e alla discriminazione”, però ha anche chiesto di rinunciare alla violenza anticipando che non acconsentirà l’abbattimento di statue di controverse figure dell’era coloniale, come è accaduto in altri paesi. “La repubblica non cancellerà alcuna traccia o nome dalla sua storia … non abbatterà alcuna statua”, ha assicurato il presidente francese. “Dovremmo guardare tutta la nostra storia insieme alla lucidità”, compresi i rapporti con l’Africa, con l’obiettivo di “verità” invece di “negare chi siamo”, ha concluso Macron sottolineando che le forze dell’ordine meritano “il riconoscimento della nazione”. La Francia riaprirà i suoi confini con altri paesi europei a mezzanotte e inizierà a consentire l’accesso ai turisti e non dal 1 ° luglio. Sul fronte Covid Macron ha poi sottolineato che nonostante la mancanza di materiale protettivo, nonostante molte aziende famose in Francia avessero declinato la loro produzione tessile producendo prioritariamente mascherine, “dozzine di migliaia di vite sono state salvate dalle nostre scelte, dai nostri atti”, ricordando le misure di blocco rigorose da lui volute. Da quando la Francia ha allentato le misure del coprifuoco sono morte circa 30.000 persone, metà delle quali risiedevano in case di cura e oltre 150.000 sono state contagiate. Numeri importanti che hanno preoccupato quando l’agenzia sanitaria nazionale ha diffuso anche la notizia che dall’11 maggio sono emersi 200 nuovi gruppi di virus. Con il risultato che più di 80 azioni legali sono state intentate contro il governo di Macron reo secondo alcuni di omicidio colposo, maltrattamenti e negligenza durante la crisi causata dal virus.
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