di Matteo Ciacci
Dopo le polemiche che continuano a investire l’operato di Inps, l’istituto di Previdenza Sociale ha comunicato di avere completato il pagamento delle integrazioni salariali a favore dei lavoratori contenuti nelle denunce (SR41) regolarmente presentate dalle aziende fino al 31 maggio scorso. Nello specifico, per 2.314.435 lavoratori, su un totale di 2.343.389, Inps ha segnalato di avere completato le procedure di liquidazione per un totale di quasi 4,2 milioni di pagamenti in termini di prestazioni mensili riferite alle domande pervenute entro maggio. Riguardo le denunce pervenute nelle prime due settimane di giugno, Inps dice di avere completato le procedure di liquidazione di 629.494 lavoratori su un totale di 896.868. Il prospetto pubblicato nella sezione Covid-19 del sito internet dell’Istituto fornisce un’evidenza analitica di questi dati, anche con riferimento al numero delle integrazioni salariali mensili riferite ai mesi che vanno da febbraio a maggio del corrente anno.
Loy a Radio 24 ha anche detto che bisognerebbe chiarire i dati: “Una volta si usa il dato sociale (persone), a volte quello amministrativo (certificati SR41), mischiare tutti e due è un errore, ha confuso l’opinione pubblica e ha prodotto due partiti: quelli che dicono che mancano 500mila cassa integrazione e quelli che dicono che ne mancano 28mila. Non sappiamo ancora quante persone non hanno ricevuto la cassa integrazione perché se guardiamo il lato lavoratore, su dati Inps, mancano almeno 120 mila lavoratori in attesa a questi vanno aggiunti quelli le cui aziende hanno fatto domanda, ma Inps non ha ancora autorizzato. L’Inps dice: io posso pagare se l’azienda mi manda il certificato in tempo, dopo pagherò, ma non è più colpa mia se paghiamo in ritardo. Il lavoratore che aspetta la cassa integrazione questo non lo sa”.
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