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SASSOLI: «LE AZIENDE ITALIANE NON HANNO BISOGNO DEL RECOVERY FUND PER NON SOPPERIRE, L’ITALIA HA PROPRIE RISORSE DA SFRUTTARE. NON SI DIA COLPA ALL’EU»


Il presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli

di Matteo Ciacci

Le imprese italiane chiudono e rischiano di non aprire più? «Le aziende italiane non hanno bisogno del Recovery Fund per non sopperire, l’Italia ha proprie risorse economiche da sfruttare. Chi ha problemi oggi li aveva già prima. Non si dia la colpa all’Ue», queste le parole del presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli oggi in risposta alla domanda di What-u durante il dibattito orientativo del Consiglio europeo sul ‘Next Generation EU’ proposto dalla Commissione UE per la ripresa post-crisi. “Il Next Generation EU è la base necessaria per il negoziato e che indietro non si torna. Sebbene la situazione sanitaria nell’UE sembri essere sotto controllo grazie alle misure adottate dall’Unione e dagli Stati membri, la portata della crisi e le sue ripercussioni economiche sono diventate ancora più evidenti”, ha detto Sassoli. “Il tempo è un lusso che non possiamo permetterci: dobbiamo agire con urgenza e coraggio, perché i cittadini, le imprese e le economie dell’Unione hanno bisogno di una risposta immediata. I cittadini si aspettano un’azione coraggiosa. E noi dobbiamo rispondere alle loro aspettative.Innanzitutto ringrazio la Commissione per aver presentato una proposta ambiziosa che per noi rappresenta la base minima di partenza e non accetteremo nessun passo indietro. Riteniamo che sia ancora possibile apportare alcuni miglioramenti, in modo da garantire che le decisioni fondamentali che adotteremo vadano a beneficio dei cittadini. Nessuno deve rimanere indietro. Ciò mi conduce a una questione che sta a cuore al Parlamento, ossia che questo debito comune deve essere ripagato in modo equo senza lasciare l’onere alle generazioni future. E noi possiamo farlo puntando su crescita e sviluppo. A questo proposito”. ha aggiunto il presidente, “non dimentichiamo che intervenire solo con prestiti avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati Membri e sarebbe più costoso per l´Unione nel suo insieme. Abbiamo ora l’opportunità di rimodellare l’Europa e di renderla più equa, più verde e più lungimirante. A tal fine dobbiamo cogliere al volo questa occasione per introdurre un paniere di nuove risorse proprie. Serve riformare il versante delle entrate di bilancio e, per il Parlamento, l’introduzione di nuove risorse proprie è un prerequisito indispensabile per qualsiasi accordo globale sul Quadro finanziario pluriennale. Vogliamo lasciare in eredità soluzioni permanenti sulle entrate rendendo l’Unione europea forte, finanziariamente sostenibile e più autosufficiente. Oltre a rispondere alle sfide a breve termine”, ha proseguito Sassoli, “dobbiamo guardare al futuro con una visione strategica. Se da una parte abbiamo apprezzato la pronta risposta della Commissione alla crisi, dall’altra, la proposta riveduta relativa al Quadro finanziario pluriennale non è ancora all’altezza delle priorità che ci siamo dati all´inizio di questa legislatura e che oggi sono ancora più urgenti. Dobbiamo proteggere i cittadini, ma anche offrire opportunità. Non possiamo parlare di investire nei giovani e nel contempo non sostenere adeguatamente Erasmus+, così come non possiamo sostenere in modo efficace il Green Deal e la digitalizzazione riducendo la dotazione del meccanismo “Connecting Europe”. Poi il presidente ha aggiunto: “Sono molto preoccupato per l´impatto che la crisi sta avendo sulla vita delle persone. Ho ricevuto come voi un appello di numerosi associazioni di solidarietà che si occupano dei più poveri nei nostri paesi. È un nostro dovere ascoltare queste voci ed assicurarci che il nostro sostegno ai più deboli non venga mai meno. Essere autorità di bilancio e co-legislatore impone al Parlamento europeo una responsabilità nei confronti dei cittadini alla quale non intendiamo sottrarci. Ciò significa che il Parlamento europeo deve partecipare a pieno titolo alle decisioni sull’attuazione del piano di ripresa e sulla raccolta, ripartizione e utilizzo dei fondi. 
La ripresa che vogliamo si baserà su una consistente parte di risorse esterne che si appoggiano al bilancio, pari a 500 miliardi. Sarebbe impensabile che queste risorse fossero sottratte al controllo democratico del Parlamento europeo. Tutto ciò porta all’essenza del mio messaggio: abbiamo bisogno di un approccio comune che goda del massimo consenso, che unisca l’azione urgente allo sguardo rivolto al futuro e costruisca un’Europa più forte e più resiliente nell’interesse di tutti. 
Non è il momento di annacquare le nostre ambizioni. Dobbiamo mostrare ai nostri cittadini il valore dell’Europa e la nostra capacità di trovare soluzioni che contino per la loro vita.Questi strumenti permetteranno di ridurre le disuguaglianze e fare dell´Europa il leader delle trasformazioni epocali che abbiamo davanti. Transizione digitale e green economy, accesso alla tecnologia per tutti, creazione di nuovi posti di lavoro: sono le sfide dell’Europa del futuro”. 

Il premier Boris Johnson

Infine per quanto riguarda le relazioni con il Regno Unito Sassoli ha proseguito: “Il Parlamento ha adottato ieri la sua risoluzione con una maggioranza dell´81% dei suoi componenti. Il nostro messaggio, che ho trasmesso al Primo Ministro britannico durante la Conferenza ad Alto livello, è chiaro: insisteremo per un accordo ambizioso, globale e completo, in linea con gli impegni congiunti assunti nella Dichiarazione politica. Riteniamo che questo sia il miglior risultato possibile per entrambe le parti e, nonostante il poco tempo a disposizione, con buona volontà e determinazione è ancora realizzabile. Riponiamo piena fiducia nel nostro negoziatore Michel Barnier. Ho anche sottolineato al Primo Ministro che la Dichiarazione politica, accuratamente negoziata da entrambe le parti, costituisce le fondamenta su cui dobbiamo costruire un accordo. Non vi è alcuna possibilità, ma nemmeno alcuna ragione, per rinegoziare o rimettere in discussione quella Dichiarazione. Dobbiamo essere ottimisti, ma anche realisti e farci trovare pronti ad un eventuale No Deal. 
Siamo alla vigilia di scelte importanti. Ci auguriamo che i governi dimostrino, nei confronti delle proposte della Commissione, lo stesso incoraggiamento manifestato dal parlamento. “Ogni lungo viaggio inizia con un primo passo” suggeriva Laozi. Se partiremo con il piede giusto, riusciremo ad andare tutti insieme molto lontano”.

La presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen

Ieri la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen in sessione plenaria ha parlato del fondo Next Generation EU da 750 miliardi proposto dalla Commissione europea e ha sottolineato che offrirà un grande aiuto all’Italia. Il fondo da 750 miliardi di euro, di cui 500 miliardi di sovvenzioni e 250 di prestiti, “non servirà solo alla ripresa del nostro mercato interno”, ha aggiunto la Von der Leyen, “ma sarà uno stimolo per la sua competitività e la sua forza innovativa”. “Stiamo accelerando la modernizzazione attesa da tempo che ci renderà più forti di prima della crisi” ha proseguito la Von der Leyen rivolgendosi agli eurodeputati presenti. “Un acceleratore di innovazione, per le nuove tecnologie, ma anche una scommessa per le nuove generazioni”. Un debito quindi che la presidente riconosce come un passo indispensabile da fare, non solo allo scopo di garantire la ripresa e ammortizzare gli effetti economico-sociali negativi indotti dalla crisi sanitaria, ma anche per costruire un’Europa più sostenibile, più resiliente e più digitale. Però occorre fare presto perché fare presto, fare bene perché il costo di non riuscire a trovare un compromesso fra gli stati, in Italia lo stanno già pagando imprese che se chiudono non apriranno mai più. Questo l’appello di molti eurodeputati intervenuti in plenaria, alcuni molto scettici come Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e Democrazia all’Europarlamento. “Per la prima volta, questa settimana ci sarà un Consiglio europeo di cui sappiamo già le conclusioni: non ci sarà un accordo sul cosiddetto Recovery Plan e probabilmente ci sarà uno scontro tra gli Stati membri, che abbiamo già visto e anticipato in questi giorni”. “Sappiamo che alcuni governi si opporranno, ma ogni resistenza o compromesso al ribasso è inaccettabile, perché sottrae tempo prezioso” ha detto Tiziana Beghin, capodelegazione del Movimento 5 Stelle. Per Nikolina Brnjac, rappresentante della Presidenza croata del Consiglio UE, intervenuta di fronte all’Eurocamera occorre trovare un accordo quanto prima non solo sul Next Generation EU, ma anche sulla proposta di Bilancio comunitario pluriennale (2021-2027) “che non sarà di certo un compito da nulla”, ha chiosato. Ma se l’obiettivo è quello di far entrare in vigore il Bilancio e il fondo di ripresa anti-crisi già a gennaio 2021, l’ambizione deve essere quella di trovare un orientamento politico comune tra i leader dei governi prima della pausa estiva, per poi lasciare al Parlamento europeo il tempo per approvarlo.



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