di Timmy Savater
Il presidente Trump ora rischia una querelle legale con i Rolling Stones che si sono arrabbiati con lui perché come sottofondo o in chiusura dei suoi comizi elettorali ha scelto i loro brani e questo a loro non sta per niente bene. Domenica gli Stones hanno dichiarato che il loro team ufficio legale sta lavorando con l’organizzazione di diritti musicali BMI per interrompere l’uso del loro materiale nella campagna di rielezione del presidente.
“Il BMI ha notificato alla campagna Trump per conto degli Stones che l’uso non autorizzato delle loro canzoni costituirà una violazione dell’accordo di licenza”, hanno detto gli Stones. “Se Donald Trump non terrà conto di questo aspetto, dovrà affrontare una causa legale per rompere l’embargo e riprodurre musica che non è stata autorizzata”, ha detto il team delle Pietre rotolanti.
Questa tra l’altro non è la prima volta che li Stones si lamentano per l’uso della lo musica. Trump di recente, proprio durante il primo comizio, che si è svolto ad Oklaoma, ha scelto un loro brano cult del 1969, “You Can’t Always Get What You Want” come sigla di apertura e chiusura. E sempre tra i brani di questa band è andato a pescare quelli con un titolo e una musica consona al messaggio che voleva fare arrivare al suo pubblico. Ma evidentemente questa volta a Jagger e alla sua band non è andata giù.
L’organizzazione per i diritti musicali BMI fornisce le licenze ai locali per riprodurre una vasta gamma di musica e ha un catalogo di oltre 15 milioni di brani che possono essere riprodotti in occasione di eventi politici. Gli artisti però hanno sempre l’ultima parola e possono scegliere di porre il veto e quindi dire si o no all’uso della loro musica durante eventi politici. BMI ha quindi informato l’entourage di Trump che se la musica degli Stones verrà nuovamente suonata durante un evento, il presidente sarà incolpato di avere violato gli accordi previsti dalla licenza. Jagger non è l’unico ad essersi lamentato per l’associazione dei suoi brani agli eventi di Trump, anche altri artisti lo hanno fatto. La famiglia del compianto musicista rock Tom Petty, scrive AP, ha dichiarato di aver chiesto l’immediata cessazione dell’uso della canzone del loro compianto “I Won’t Back Down” a Tulsa.
“Trump non è stato in alcun modo autorizzato a usare questa canzone per promuovere una campagna che lascia dietro di sé troppi americani e buon senso”, afferma la nota. “Sia il compianto Tom Petty che la sua famiglia sono fermamente contrari al razzismo e alla discriminazione di qualsiasi tipo. Tom Petty non vorrebbe mai che una sua canzone venisse usata in una campagna di odio. Gli piaceva riunire le persone″. Anche il musicista Neil Young ha ammonito Trump per aver usato il suo brano “Rockin ‘in the Free World”, nonostante i precedenti avvertimenti.
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