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ANDARE IN PENSIONE? ECCO CHI HA DIRITTO A DIRE ADDIO AL LAVORO


La crisi post Covid ha messo in ginocchio l’imprenditoria italiana e quindi tanti lavoratori si chiedono quando sarà possibile andare in pensione.

Come e quando?
  • QUOTA 100: l’articolo 14, disciplina l’accesso al trattamento di pensione con almeno 62 anni di età e 38 anni di contributi (cosiddetta “quota 100”);
    Per il 2019 i primi che sono riusciti ad andare in pensione con Quota 100 (da aprile 2019) sono stati i dipendenti del settore privato che hanno maturato i suddetti requisiti entro il 31 dicembre 2018; i i dipendenti pubblici, invece, hanno dovuto aspettare fino a luglio 2019.
  • DIRITTO ALLA PENSIONE ANTICIPATA PER IL PERIODO 2019-2026: l’articolo 15, fissa il requisito contributivo per conseguire il diritto alla pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne;
Due le altrenative

– la pensione anticipata ordinaria;
– la quota 41 per i lavoratori precoci quota 41 per lavoratori precoci.

I requisiti per accedere alla pensione anticipata sono:
– 42 anni e 10 mesi di contribuzione versata (per gli uomini);
– 41 anni e 10 mesi di contributi versati (per le donne).

Per la decorrenza del trattamento pensionistico, ai suddetti requisiti bisogna aggiungere un’attesa di 3 mesi. Questa misura che, in passato, si chiamava pensione di anzianità e che la Fornero ha ribattezzato pensione anticipata non prevede limiti di età predefiniti. Tanto per fare un esempio,
chi è entrato nel mondo del lavoro a 14 anni di età e ha alle spalle una carriera lavorativa continua, rientrando nei requisiti può accedere alla pensione anticipata anche a 55 anni (donne) o 56 anni (uomini).

Andare in pensione con la quota 41

Chi non rientra nei requisiti della pensione anticipata ordinaria può valutare la seconda alternativa ovvero la quota 41, che prevede differenze tra uomini e donne che rientrano nella categoria dei ‘lavoratori precoci’:


– almeno 12 mesi di contributi versati prima del compimento dei 19 anni di età;
– 41 anni di contributi maturati (da qui il termine ‘quota 41’);
– appartenenza ad una delle 5 categorie tutelate (disoccupati, invalidi, caregiver, lavori usuranti, lavori gravosi)

A chi spetta la quota 41

Anche per la quota 41 (o scivolo per precoci) non viene considerato alcun vincolo anagrafico.
Vediamo meglio quali sono i lavoratori precoci che rientrano nella quota 41:
– dipendenti e autonomi con invalidità accertata pari o superiore al 74%;
– dipendenti disoccupati a seguito di licenziamento (non per naturale scadenza di un contratto a termine) che abbiano terminato di percepire la spettante Naspi da almeno 3 mesi;
– autonomi e dipendenti che, all’atto della richiesta, assistono da almeno 6 mesi un familiare entro il 1° grado convivente (figlio, genitore, coniuge) con grave handicap (ai sensi della Legge 104 art.3 comma 3);
– lavoratori che svolgono mansioni usuranti;
– lavoratori addetti a mansioni gravose.

Pensione di vecchiaia anticipata per invalidi

La circolare INPS n. 10 del 30 gennaio 2020 ha ricordato che l’art.1, comma 8, del D. lgs n. 503/1992 prevede in favore degli iscritti invalidi in misura non inferiore all’80%, una particolare tipologia di pensione di vecchiaia, denominata “pensione di vecchiaia anticipata”. Chi può usufruirne? Solo i dipendenti pubblici iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti dell’assicurazione generale obbligatoria e dei titolari di assegno ordinario d’invalidità previsto dall’art.1 della L. n. 222/1984. La procedura però non è semplice e rapida perché ai 55 anni (per le donne) o ai 60 anni (per gli uomini) bisogna aggiungere 3 mesi di aspettativa di vita e 12 mesi di finestra di accesso (previsti per gli anni 2019/2020). In pratica, la pensione decorre a partire da 56 anni e 3 mesi (per le donne) e 61 anni e 3 mesi (per gli uomini). Per accelerare i tempi il lavoratore o la lavoratrice può presentare la domanda a 55 anni e 3 mesi (o 60 anni e 3 mesi) per ricevere la prima pensione nel caso in cui la richiesta venga accettata l’anno seguente.

Quali i requisiti per ottenerla?


– accertamento dello stato di invalidità in misura non inferiore all’80%;
– compimento dell’età anagrafica di 55 anni per le donne e 60 anni per gli uomini che viene adeguata all’aumento delle aspettative di vita e finestra di accesso;
– contributi versati per almeno 20 anni nel Fondo pensioni lavoratori dipendenti;
– decorso di 12 mesi dalla data di maturazione dei requisiti (anagrafico, contributivo o sanitario).

Poi c’è l’Opzione donna’

L’articolo 16, stabilisce che le lavoratrici che hanno maturato, entro il 31 dicembre 2018, un’anzianità contributiva minima di 35 anni e un’età anagrafica minima di 58 anni, se lavoratrici dipendenti, e 59 anni, se lavoratrici autonome, possono accedere alla pensione anticipata secondo le regole di calcolo del sistema contributivo previste dal decreto legislativo 30 aprile 1997, n. 1804.



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