Bilancio UE e piano per la ripresa
Il 19 giugno, i capi di Stato e di governo dell’UE si sono riuniti in videoconferenza per discutere le proposte per il Fondo di ripresa in risposta alla crisi COVID-19 e il nuovo bilancio a lungo termine dell’UE, presentato dalla Commissione europea il 27 maggio 2020 in Parlamento. Ma come abbiamo già scritto non sono riusciti a concordare una posizione comune. Mercoledì scorso, durante un dibattito, gli eurodeputati hanno sottolineato che il Parlamento deve essere coinvolto nelle discussioni sul prossimo bilancio a lungo termine dell’UE e sul pacchetto per la ripresa. Hanno insistito sulla necessità di risorse proprie, cioè fonti d’entrata, per il bilancio dell’UE. Ma le posizioni sembrano ancora distanti.
Ecco quali sono i punti cruciali
Nella risoluzione sulla revisione del bilancio UE post 2020 e sulle proposte per la ripresa, il PE chiede un pacchetto solido, incentrato su esigenze dei cittadini e basato sul bilancio UE. La risoluzione è stata approvata a metà maggio con 505 voti favorevoli, 119 contrari e 69 astensioni.
Tutti d’accordo sul fatto che “i cittadini europei debbano essere posti al centro della strategia di ripresa” che gli sforzi per lai ripresa debbano avere anche una forte dimensione sociale, per esempio, affrontando le disuguaglianze sociali ed economiche e le esigenze di coloro che sono stati più duramente colpiti dalla crisi.
COVID-19: l’UE ha bisogno di un pacchetto di ripresa di 2.000 miliardi di euro
Il piano deve concentrarsi sulle priorità del Green deal e dell’Agenda digitale
Il “massiccio pacchetto di misure di ripresa”, che i deputati hanno già chiesto nella recente risoluzione di aprile, dovrà durare abbastanza a lungo per affrontare il “previsto impatto profondo e duraturo dell’attuale crisi”. I deputati chiedono inoltre che il pacchetto di misure “trasformi le nostre economie” sostenendo le PMI e “aumenti le opportunità di lavoro e le competenze per mitigare l’impatto della crisi sui lavoratori, sui consumatori e sulle famiglie“. I deputati chiedono di dare priorità agli investimenti sulla base del Green Deal e dell’Agenda digitale e insistono sulla creazione di un nuovo programma sanitario europeo a sé stante.
Inoltre…
I deputati ribadiscono la loro richiesta di introdurre nuove “risorse proprie” (le fonti di entrata dell’UE), in modo da evitare un ulteriore aumento dei contributi diretti degli Stati membri al bilancio UE per soddisfare le esigenze del QFP e del Fondo per la ripresa e la trasformazione. Poiché il massimale delle entrate UE è espresso in RNL (Reddito Nazionale Lordo), che dovrebbe diminuire significativamente a causa della crisi, i deputati chiedono anche “un aumento immediato e permanente del massimale delle risorse proprie”.
Diversi deputati hanno insistito sul fatto che:
- le condizioni legate ai fondi di ripresa non devono tradursi in nuove misure di austerità,
- lo Stato di diritto deve essere rispettato,
- gli investimenti devono rafforzare la resilienza dell’UE, ad esempio potenziando l’agenda digitale.
Il piano di ripresa deve essere fornito in aggiunta al prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP), ossia il bilancio a lungo termine dell’UE, e non a scapito dei programmi UE esistenti e futuri. Inoltre, i deputati insistono sulla necessità di aumentare il QFP, sottolineando come il Parlamento debba usare i suoi poteri di veto qualora le richieste del PE non venissero soddisfatte. In pratica il must è che il Parlamento deve e dovrà essere pienamente coinvolto “nella definizione, nell’adozione e nell’attuazione del fondo per la ripresa.
Tra i sì e i no di chi dice che dobbiamo spendere di più per l’Europa e chi tira la cinghia
Mentre per alcuni deputati l’intero pacchetto proposto ammonta ad un “mero 1,5%” del RNL (reddito nazionale lordo) dell’UE, altri hanno affermato che le dimensioni della proposta di finanziamento sono invece troppo grandi e deplorato il fatto che l’UE si sarebbe indebitata. Alcuni deputati hanno detto che è importante guardare al lungo termine, nel caso in cui ci siano ulteriori crisi. In molti hanno sottolineato che “un accordo in Consiglio non è l’accordo definitivo”, e che il Parlamento europeo è pronto a negoziare. Il PE avrà infatti l’ultima parola (voto a maggioranza assoluta) prima che il bilancio a lungo termine (QFP) 2021-2027 possa entrare in vigore.
Politiche sanitarie
La responsabilità primaria della salute pubblica e, in particolare, dei sistemi sanitari, spetta agli Stati membri. Tuttavia, l’UE ha un ruolo importante da svolgere per migliorare la salute pubblica, per prevenire e gestire le malattie, mitigare le fonti di pericolo per la salute umana e armonizzare le strategie sanitarie tra Stati membri. Ecco perché in una risoluzione sulla revisione del bilancio dell’UE post 2020 e sul Piano di ripresa economica, i deputati hanno ribadito la necessità di creare un nuovo programma sanitario europeo.
Con la risoluzione adottata venerdì 10 luglio, gli eurodeputati hanno esortato l’UE a svolgere un ruolo più incisivo nelle politiche sanitarie. Come? Rafforzando le politiche sanitarie dell’UE e migliorando la preparazione per affrontare le emergenze, come quella di COVID-19. Mercoledì 8 luglio la questione è stata oggetto di un dibattito con la commissaria per la salute Stella Kyriakides e il Consiglio.
Il Parlamento vuole un’Unione Europea sulla salute
- Accesso per tutti ai vaccini e alle terapie anti COVID-19
- Necessari stress-test dei sistemi sanitari degli Stati membri
- Creazione di un meccanismo di risposta sanitaria dell’UE per le pandemie future
Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile
Gli eurodeputati hanno appoggiato un aumento del bilancio fino a 145 milioni di euro per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (IOG) per il 2020. L’iniziativa finanzia apprendistati, tirocini, inserimento professionale e formazione per i giovani delle regioni con alti tassi di disoccupazione giovanile.
Orientamenti per l’occupazione
In una risoluzione adottata venerdì 10 luglio, gli eurodeputati hanno chiesto misure radicali per evitare che i cittadini europei perdano il lavoro e prevenire una profonda recessione. Il Parlamento ha esortato la Commissione europea a rivedere gli orientamenti per l’occupazione alla luce delle ripercussioni della pandemia e assicurare una migliore risposta alle crisi future.
Le altre iniziative dell’agenda Eu
Riforma del settore del trasporto su strada
Mercoledì 8 luglio il Parlamento ha anche votato in favore di nuove norme per il trasporto su strada. L’obiettivo è migliorare le condizioni di lavoro degli autotrasportatori e porre fine alla concorrenza sleale nel settore.
Riciclaggio di denaro
Gli eurodeputati hanno discusso sul piano d’azione della Commissione europea per contrastare il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, che include misure da mettere in atto nei prossimi 12 mesi. In una risoluzione adottata venerdì 10 luglio, gli eurodeputati hanno indicato quali sono le aree in cui bisogna continuare a lavorare, tra cui i paesi ad alto rischio e le società di comodo nell’UE.
Orientamenti per finanziare progetti in campo energetico e stoccaggio dell’energia
Venerdì 10 luglio il Parlamento ha chiesto una revisione degli orientamenti sui finanziamenti ai progetti di infrastruttura energetica transeuropea. Lo scopo delle modifiche è allineare i progetti con la politica dell’UE sul clima. Gli eurodeputati hanno anche chiesto di migliorare le soluzioni di stoccaggio dell’energia per aumentare la quota dell’energia rinnovabile nel mix energetico dell’UE.
Sostegno per i rifugiati siriani nei paesi vicini dell’UE
Sempre venerdì, il Parlamento ha approvato un pacchetto da 585 milioni di euro per sostenere i rifugiati siriani nei paesi vicini dell’UE.
Venezuela
Negli ultimi anni, con il peggioramento della situazione umanitaria in Venezuela, milioni di persone hanno lasciato il paese, causando una crisi migratoria nella regione. Giovedì 9 luglio il Parlamento ha chiesto che democrazia e stato di diritto siano ripristinati immediatamente nel paese.
Strategia per la sostenibilità in materia di sostanze chimiche
Gli eurodeputati hanno chiesto alla Commissione di intervenire contro le sostanze chimiche pericolose. Hanno anche spinto per ulteriori misure regolamentari che proteggano in modo adeguato i gruppi vulnerabili, come bambini, anziani e donne incinte.
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