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HABEMUS IL RECOVERY FUND! CONTE: “CON 209 MILIARDI L’ITALIA PUÒ RIPARTIRE CON FORZA”


di Matteo Ciacci

Fumata bianca per l’accordo sul Recovery Fund. Dopo lunghe riunioni ed estenuanti discussioni sull’acclamatissimo Recovery Fund, i leader europei hanno raggiunto un accordo sul fondo ed il Bilancio Ue 2021-2027 al termine di un negoziato record durato quattro giorni e quattro notti. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, con tanto di applauso finale. Il Recovery Fund ha una dotazione di 750 miliardi di euro, di cui 390 miliardi di sussidi. Il bilancio è stato fissato a 1.074 miliardi.

Conte: con 209 miliardi l’Italia può ripartire con forza

“Avremo una grande responsabilità: con 209 miliardi abbiamo la possibilità di far ripartire l’Italia con forza e cambiare volto al Paese. Ora dobbiamo correre”, queste le parole del premier Giuseppe Conte al termine dell’ultima riunione con gli altri premier europei. “Siamo soddisfatti: abbiamo approvato un piano di rilancio ambizioso e adeguato alla crisi che stiamo vivendo. Abbiamo conseguito questo risultato tutelando la dignità del nostro Paese e l’autonomia delle istituzioni comunitarie”

Gentiloni: “La più importante decisione economica dall’introduzione dell’euro”

Paolo Gentiloni, Commissario per l’Economia per l’Europa ha scritto su Twitter: “Il vertice infinito è finito con un’intesa. #NextGenerationEU è la più importante decisione economica dall’introduzione dell’euro. Per la Commissione, che ha proposto il piano, comincia la sfida più difficile. #21luglio L’Europa è più forte delle proprie divisioni”.

Michel, ci siamo riusciti, l’Europa è solida e unita

“Ce l’abbiamo fatta! Abbiamo raggiunto un accordo sul pacchetto di risanamento e sul bilancio europeo per il 2021-2027. Questo è un grande risultato. E, soprattutto, l’accordo giusto per l’Europa in questo momento.”, ma “è stata una maratona che è finita con un successo per tutti. E’ un momento centrale nella storia dell’Europa. E’ la prima volta che rafforziamo insieme le nostre economie contro la crisi”, ha detto il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel.

Sassoli: “Accordo senza precedenti”

Accordo senza precedenti fra governi per risollevare l’economia europea. Adesso al lavoro per migliorare gli strumenti, senza rinunciare a un QFP più ambizioso e a certezze su risorse proprie. L’@Europarl_IT lavorerà nell’interesse dei cittadini europei.

Macron, giornata storica per l’Europa

“Giornata storica per l’Europa!”, esulta il presidente francesce, Emmanuel Macron, su Twitter. “Con la Germania abbiamo reso possibile il piano di risanamento. Grazie ad Angela Merkel, Ursula von der Leyen, Charles Michel e tutti i nostri partner europei per aver condiviso questa ambizione. Dall’euro non abbiamo visto progressi simili”. E in un altro tweet scrive: “Viene adottato un massiccio piano di ripresa: un prestito comune per rispondere alla crisi in modo unito e investire nel nostro futuro. Non l’avevamo mai fatto! La Francia ha dato un grande apporto per raggiungere questo obiettivo”.

Angela Merkel

Ed dire che solo ieri la cancelliera Angela Merkel aveva parlato solo di un possibile spiraglio nella trattativa. “Abbiamo lavorato su un quadro per un possibile accordo, è un passo avanti e dà la speranza che forse oggi ce ne possano essere altri o che un accordo sia possibile” . E poi sottolineando la difficoltà dei negoziati il premier Conte provato ma risoluto nel braccio di ferro con i Paesi cosiddetti frugali, aveva aggiunto: “I negoziati sono incredibilmente duri, ma situazioni straordinarie richiedono uno sforzo straordinario, spero che le divergenze residue possano essere superate”.

Il vertice più lungo dal Duemila ad oggi

Questo è stato il vertice più lungo degli ultimi 20 anni. Dopo quello di Nizza nel Duemila quando l’Ue dovette rivedere il suo assetto istituzionale cambiando anche il sistema di voto. E all’epoca erano erano soltanto in 15. Questa volta al tavolo delle trattative erano molti di più e le questioni sul tavolo avevano un obiettivo senza appello: risollevare l’economia europea dalla peggiore crisi del Dopoguerra, convincendo i propri elettori di aver difeso i loro interessi.

I paesi frugali contro l’asse franco-tedesco

Non a caso all’inizio i frugali erano tutti contro, in primis il premier olandese Mark Rutte, che ha dato filo da torcere fin dai primi incontri. Puntando i piedi sulla riduzione dei sussidi e sull’eccessiva quantità di quelli a fondo perduto. E sulla stessa linea, oltre all’Olanda, erano anche gli altri 4 leader dei paesi denominati frugali: Austria, Svezia, Danimarca, Finlandia. Perentori nel non cedere su nulla. Anche perché questa era un’occasione storica per avere maggiore voce in capitolo (l’unione fa la forza) e abbattere l’asse franco-tedesco, mettendo fine alla sua pretesa di determinare ogni scelta dell’Unione. Era da tempo che i quattro avevano questo obiettivo, cioè da quando la Germania dalle sue storiche posizioni rigoriste ha cominciato a mostrarsi più accondiscendente nei confronti dei Paesi del Sud Europa, in particolare con la Francia. Ma poi la Finlandia ha cominciato a lanciare segni di apertura. E le trattative pian piano hanno cominciato a prendere un’altra direzione.

“Eravamo in quattro e ora siamo in cinque, unirci è stata sicuramente la decisione migliore” perché, davanti a Paesi come “Germania e Francia, i più piccoli da soli non avrebbero peso”, ha commentato Kurz soddisfatto al termine della riunione terminata stamattina verso le 4,30.

“Non capisco perché Rutte mi odi, mi attacca sempre, vuole punirci finanziariamente”, aveva commentato il premier ungherese Orban durante le fasi più difficili della trattativa.

“Se lasciamo che il mercato unico venga distrutto tu forse sarai eroe in patria per qualche giorno, ma dopo qualche settimana sarai chiamato a rispondere pubblicamente davanti a tutti i cittadini europei”, aveva detto Conte venendo meno alla sua proverbiale diplomazia.

Ma alla fine la riunione si è chiusa con soddisfazione di tutti.



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