di Manuela Parodi
Oggi alle 19,13 è stato tagliato il nastro tricolore, ultimo diaframma che separa l’uomo da un’opera straordinaria, il ponte ‘Genova-San Giorgio’. “Questo ponte è come Genova, costruito in acciaio, ma forgiato nel vento, lunga vita al ponte San Giorgio di Genova”, queste le parole dell’architetto Renzo Piano, l’ideatore del progetto, in conclusione del suo intervento. Milleduecento persone che hanno lavorato a questo ponte mosse dalla necessità di ricostruire un’opera che aveva la valenza del riscatto.
A significare cosa è stato e cos’è questo ponte, le bandiere: il Tricolore, simbolo di unità e appartenenza, a Ponente, e la bandiera di san Giorgio, il vessillo davanti al quale ‘le armi sono deposte’, a Levante. Il momento forse più difficile, da un punto di vista emotivo, è stata la lettura dei nomi delle 43 vittime del crollo del Morandi. I parenti delle persone decedute a causa del crollo del ponte hanno preferito non esserci. “Non vogliamo partecipare perché questo bellissimo ponte è nato in seguito a una terribile tragedia” . Una tragedia alla quale le Frecce Tricolori voluto dedicare il loro pensiero volteggiando sopra il cielo ancora azzurro della città. Presenti invece erano tutte le massime cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, alla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, al sindaco di Genova Marco Bucci.
Anas che ha già eseguito con successo i collaudi statico e tecnico-amministrativo, sta effettuando la verifica di agibilità. Una volta ottenute tutte le dichiarazioni di conformità, e a esito positivo dei due collaudi, verrà rilasciato il certificato di agibilità consentendo così l’apertura al traffico. “Da una ferita che resta difficile da rimarginare il simbolo di una nuova Italia che si rialza”, ha detto il premier Conte.
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