“Una scelta incomprensibile, che favorisce gli agriturismi e penalizza l’intero settore della ristorazione”. È il giudizio del presidente di Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) Lombardia Lino Stoppani, espresso con una lettera inviata al presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dopo l’approvazione in Consiglio Regionale dell’emendamento che ha soppresso la soglia massima dei 160 pasti giornalieri somministrabili dagli agriturismi nei fine settimana.
“Un provvedimento di favore che alimenta un regime di concorrenza sleale” sottolinea Stoppani. Che aggiunge: “Si tratta di un’azione profondamente distorsiva del mercato, in una situazione in cui, peraltro, gli agriturismi godono già di un regime di favore non giustificato, soprattutto dal punto di vista fiscale. Di più, è un’iniziativa che compromette il rapporto di connessione diretta con l’attività agricola che, in teoria, l’agriturismo dovrebbe avere ed è tanto più grave perché arriva in un momento di gravissima crisi della ristorazione”.
Il settore dei pubblici esercizi in Lombardia, sottoposto al lockdown forzato ed indebolito da ferree regole di distanziamento, con i consumi che stentano a ripartire, soffre cali di fatturato medi di oltre il 50%.
“Spiace, inoltre, constatare”, ha sottolineato Stoppani, “come Regione Lombardia abbia già consentito numerose sovrapposizioni tra i due comparti. Basti ricordare, infatti, la recente possibilità offerta proprio agli agriturismi di effettuare il servizio di delivery o di asporto snaturandone così funzione a caratteristiche”.
“A parole si sottolinea sempre il valore e il ruolo della ristorazione per la Lombardia e il nostro Paese, ma è arrivato il momento che a queste parole seguano i fatti”, ha concluso Stoppani.
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