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SALVINI: “REGIONALI? NON È UN VOTO NAZIONALE, MA SERVE”


Oggi Matteo Salvini, leader della Lega, durante un’intervista a 24 Mattina su Radio 24 parlando dell’esito delle Regionali del 20 e 21 settembre ha detto: “Non è un voto ideologico quello delle regionali, o europeo o nazionale. È un voto per la sanità, per le strade per la raccolta dei rifiuti. È un voto dei fiorentini per i fiorentini e dei baresi per i baresi”, ha ribadito a Radio 24, aggiungendo: “Il voto dei cittadini è libero e democratico ed è sempre una sorpresa. Io ho girato l’Italia e ho sentito tanta voglia di concretezza e cambiamento”. 

“Coronavirus, ora trasparenza e stop segreti di Stato”


Sul fronte Coronavirus Salvini ha aggiunto: “Chiediamo trasparenza, che non ci siano segreti di Stato su quelle settimane drammatiche. Vogliamo capire, senza voler fare processi a nessuno, se i medici chiedevano la chiusura delle zone rosse in Lombardia e il governo non l’ha fatto e perché. A noi interessano tempi, modi e spiegazioni. Vorrei solo che il ministro Speranza e il presidente Conte dessero risposte”, ha continuato a Radio 24. “Risposte che meritano italiani, medici, infermieri, parenti dei morti e dei contagiati. Se è stato fatto tutto secondo i crismi, nulla quaestio. Se si è agito male, la risposta va data agli italiani. All’inizio ci poteva stare, a febbraio e marzo ci ricordiamo le sirene delle ambulanze. Ma adesso siamo a settembre ed è giusto capire se il governo aveva gli elementi per agire prima e salvare vite. Se non l’ha fatto per scelta politica, gli italiani dovrebbero saperlo. Lo dico senza spirito polemico. Adesso mi interessa di più la ripresa della vita produttiva, della scuola e di una vita il più normale possibile”.  

“Riaprire gli stadi? Con cautela sì”


“Con cautela sì”, è stata la risposta di Salvini. “Stadi che tengono 70-80 mila persone, se ne fai entrare 5-10mila con cadenza oraria, si può fare. Hai aperto (riferito al premier Conte) i cinema, i teatri, perché non gli stadi? Anche perché si tratta di lavoro, ci sono migliaia di posti di lavoro legati al mondo dello sport”.    

COVID – ZAMPA, SOTTOSEGRETARIA AL MINISTERO DELLA SALUTE, A RADIO 24: IL PIANO PANDEMICO DEL CTS? “NON E’ MAI STATO SEGRETO. LA LOMBARDIA SAPEVA”

“Questo piano non è mai stato secretato. Mi ha stupito il ritorno della polemica su questo, quando il ministro Speranza ha risposto al Copasir più di due mesi fa”. Così la sottosegretaria al Ministero della salute Sandra Zampa intervenendo ad Effetto Giorno di Alessio Maurizi su Radio 24 risponde alla domanda sull’esistenza di questo piano con gli scenari sulla gravità della pandemia. “Questo scenario esiste ma non è un piano del governo, è uno studio” aggiunge Zampa a Radio 24 “questo studio era basato sui dati della Cina con proiezioni sull’Italia. Ma conteneva anche delle previsioni errate: per esempio prevedeva che si arrivasse al caso 1000 in un tempo lungo, quando in realtà il tempo si è rivelato cortissimo”.

Ma è vero che il piano non è mai stato comunicato alla regione Lombardia? “La Lombardia  – risponde a Radio 24 – aveva dentro casa la persona che aveva commissionato quello studio (Alberto Zoli, ndr). Tutti hanno sempre saputo tutto. Ogni giorno in quella fase c’era un incontro del ministro Boccia con tutte le regioni in collegamento e nell’altra parte della giornata si riuniva il Cts. All’interno del Cts si è parlato molto di quello studio. Se la Lombardia dice che non lo conosce questo mi stupisce”.

AIUTI ALLA CINA? “LA CINA ERA IN UNA SITUAZIONE DRAMMATICA. ITALIA AIUTATA MOLTO DI PIÙ DALLA CINA”

“La Cina era in una situazione drammatica, ecco perché nonostante gli scenari pandemici per l’Italia, il nostro paese ha inviato gli aiuti alla Cina”, ha detto la sottosegretaria Sandra Zampa ad Effetto Giorno su Radio 24 rispondendo alla domanda sul perché in presenza di scenari gravi per l’Italia con la necessità di dotarsi di dispositivi di protezione (camici e mascherine), è stato comunque autorizzato l’invio di 18 tonnellate di aiuti alla Cina. “Noi abbiamo avuto dalla Cina molto più di 18 tonnellate. In quel momento la Cina era in una situazione drammatica, estrema e noi in Italia non avevamo nulla se non i due cinesi malati a Roma. L’errore che non bisogna compiere è di leggere i fatti di ieri con ciò che sappiamo oggi e con ciò che abbiamo vissuto”. Zampa, poi, ha rivendicato a Radio 24, il lavoro fatto dall’esecutivo in quei giorni: “ll Governo tuttavia prese la decisione di lavorare a un piano, tanto è vero che si cominciò a implementare le terapie intensive, si cominciò a cercare di capire dove bisognava mettere le mani”.



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