Agosto registra il consueto aumento congiunturale dei prezzi al consumo dovuto a fattori stagionali legati alle vacanze estive che, quest’anno, si sovrappone alla riapertura di gran parte delle attività della filiera turistica. Ciononostante, per alcuni comparti dei servizi legati ai trasporti, la crescita dei prezzi su base mensile è inferiore a quella dello scorso anno, determinando una maggiore flessione tendenziale che si riflette su quella dell’indice generale. L’inflazione negativa, più ampia di un decimo di punto rispetto a luglio (non era così da aprile 2016), si conferma quindi per il quarto mese consecutivo.
Le divisioni di spesa
La flessione dell’indice generale è imputabile prevalentemente ai prezzi dei Trasporti (la cui variazione passa da -3,3% di luglio a -3,9%) e a quelli di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (da -4,0% a -3,9%) (Prospetto 2 e Figura 2); la decelerazione dei prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +1,4% a +1,1%) e di Abbigliamento e calzature (da +1,0% a +0,8%), la flessione più marcata dei prezzi di Ricreazione, spettacolo e cultura (da una variazione tendenziale nulla a -0,7%) e delle Comunicazioni (da -4,4% a -5,8%) contribuiscono poi al suo accentuarsi.
Infatti, in termini di contributi, l’andamento negativo dell’inflazione generale è dovuto prevalentemente ai prezzi di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (-0,376 punti percentuali), a causa della forte flessione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati, e dei Trasporti (-0,586), per effetto della diminuzione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati e dei Servizi relativi ai trasporti. I principali contributi positivi si osservano nella divisione dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (0,168 punti percentuali) e in Altri beni e servizi (0,171 punti percentuali).
Le tipologie di prodotto
Ad agosto l’ampliarsi della flessione dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC (-0,5%, da -0,4% di luglio) è dovuto ai prezzi sia dei beni sia dei servizi: i primi accentuano la loro flessione da -0,8% a -1,0% (-0,1% su base mensile), i secondi registrano una variazione tendenziale nulla (da +0,1%; +0,7% rispetto a luglio).
L’ampliarsi della flessione dei prezzi dei beni è per lo più imputabile al rallentamento sia di quelli dei Beni Alimentari (+1,0% da +1,3% di luglio) sia di quelli degli Altri beni (+0,4% da +0,8%). Tra i primi sono i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (che passano da +2,5% a +2,0%; -0,6% il congiunturale) a decelerare e in particolare quelli dei Vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -0,2% a -2,9%; -2,7% sul mese), mentre quelli della Frutta fresca o refrigerata continuano a crescere in modo marcato (+8,1%, da +8,0%; -1,3% rispetto a luglio). Attenuano la loro crescita anche i prezzi degli Alimentari lavorati, che si portano a +0,4%, da +0,6% (nulla la variazione congiunturale). Tra gli Altri beni sono tutte le componenti a rallentare.
A spiegare però il calo tendenziale dei prezzi dei beni continuano a essere i Beni energetici, i cui prezzi continuano a registrare flessioni molto ampie (-10,1%, -10,3% a luglio; +0,1% rispetto al mese precedente), a causa dei prezzi sia dei Beni energetici regolamentati (-13,7%, -13,6% a luglio; -0,1% la variazione congiunturale) sia dei Beni energetici non regolamentati, la cui diminuzione è in lieve attenuazione (-8,6% da -9,0% di luglio; +0,2% su base mensile). In questo quadro, nello specifico mostrano una diminuzione meno amplia rispetto a quella di luglio, i prezzi del Gasolio per mezzi di trasporto (che passano da -12,1% a -11,7%; -0,2% il congiunturale), della Benzina (da -11,1% a -10,8%; -0,2% su base mensile), del Gasolio da riscaldamento (da -12,1% a -12,0%; nulla la variazione congiunturale), degli Altri carburanti (da -5,2% a -3,6%; -0,3% rispetto a luglio) e dell’Energia elettrica mercato libero (da -4,4% a -3,4%; +2,3% sul mese).
Con riferimento ai prezzi dei servizi, il lieve rallentamento (da +0,1% di luglio a una variazione tendenziale nulla; +0,7% rispetto al mese precedente) è imputabile prevalentemente all’ampliarsi della flessione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da -0,9% di luglio a -2,3%) dovuta a un aumento su base mensile (+3,0%), imputabile ai consueti fattori stagionali, meno marcato di quello registrato ad agosto 2019 (quando fu pari a +4,5%); tale dinamica è stata solo in parte compensata dall’inversione di tendenza dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da -0,2% a +0,1%; +0,5% su base mensile) e dall’accelerazione dei prezzi dei Servizi vari (da +1,3% a +1,5%; +0,2% rispetto al mese precedente).
Il ruolo delle diverse tipologie di prodotto nel determinare l’inflazione del mese di agosto è rappresentato dai contributi alla variazione dell’indice generale dei prezzi al consumo riportati nella figura 4.
I dati del territorio
Ad agosto l’inflazione registra un ampliamento della flessione in tutte le ripartizioni geografiche (Figura 5): resta al di sopra della media nazionale al Sud (da una variazione tendenziale nulla a -0,1%), pari a quella nazionale nelle Isole (da -0,2% a -0,5%), mentre è al di sotto del dato nazionale nel Centro (da -0,4% a -0,6%), nel Nord-Ovest (da -0,5% a -0,7%) e nel Nord-Est (da -0,6% a -0,8%).
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di 150mila abitanti (Figura 6) l’inflazione più elevata si osserva a Trento (+0,7%), Bolzano e Perugia (+0,5% per entrambe), mentre si registrano le flessioni più ampie a Verona (-1,6%) e a Venezia (pari a -1,8%).
Le divisioni di spesa
Ad agosto, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra una diminuzione dell’1,3% su base mensile, a causa dell’inizio dei saldi estivi in tutte le regioni, e dello 0,5% su base annua, da +0,8% del mese precedente (Prospetto 6).
L’inversione di tendenza dell’IPCA, che si allinea così all’indice NIC, è dovuta ai prezzi di Abbigliamento e calzature, in forte rallentamento su base annua a causa dall’avvio posticipato rispetto al 2019 dei saldi estivi nella maggior parte delle regioni. Ciò ha comportato infatti un calo congiunturale in questa divisione di spesa (-18,6%) molto più ampio di quello di agosto 2019 quando fu del -6,6% e i saldi stagionali iniziarono nel mese di luglio in tutte le regioni. La concentrazione degli sconti stagionali in un solo mese fa sì, però, che la loro ampiezza sia minore di quella registrata ad agosto dello scorso anno, determinando così una crescita tendenziale comunque sostenuta (+3,4%) dei prezzi di Abbigliamento e calzature, seppur in rallentamento.
Sono da segnalare poi la decelerazione dei prezzi dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (da +1,3% a +1,0%), dei Mobili, articoli e servizi per la casa (da +1,2% a +0,4%) e degli Altri beni e servizi (da +2,2% a +1,8%), mentre accentuano la loro flessione i prezzi dei Trasporti (da -3,3% a -3,9%), di Ricreazione, spettacoli e cultura (da una variazione tendenziale nulla a -1,0%) e delle Comunicazioni (da -4,3% a -5,8%). Da segnalare infine l’inversione di tendenza dei Servizi ricettivi e di ristorazione da -0,2% a +0,4%.
Gli aggregati speciali
Con riferimento agli aggregati speciali dell’IPCA, l’inversione di tendenza dell’indice generale ad agosto è dovuta a quella dei prezzi dei beni (da +1,4% a -0,8%), mentre quelli dei servizi passano da una variazione tendenziale nulla a -0,1%.
La dinamica dei prezzi dei beni è spiegata dai prezzi dei Beni semidurevoli, che rallentano in modo marcato da +12,9% a +2,5%, dal momento che includono i prodotti dell’abbigliamento e calzature e risentono dell’effetto del posticipo ad agosto dei saldi estivi illustrato nella precedente sezione dedicata alle divisioni di spesa. A questa dinamica si aggiunge l’andamento dei prezzi dell’Energia (la cui flessione rimane marcata ma si riduce di ampiezza, da -10,6% a -10,3%, +0,1% il congiunturale) e degli Alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (in rallentamento da +1,4% a +1,1%, -0,3% su base mensile).
La decelerazione dei prezzi di Abbigliamento e calzature determina un rallentamento sia della componente di fondo dell’inflazione, calcolata al netto di energia e alimentari freschi (da +1,9% a +0,4%), sia dell’inflazione al netto di energia, alimentari (incluse bevande alcoliche) e tabacchi (da +2,1% a +0,3%), sia di quella al netto dei soli beni energetici (da +1,9% a +1,5%).
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.