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ORA TRUMP VUOLE UN’ALTRA DONNA AL POSTO DELLA GINSBURG, IL GIUDICE BARBARA LAGOA È IN CIMA ALLE SUE PREFERENZE


di Thomas Rossi Belli

La morte di Ruth Bader Ginsburg, giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, giurista che ha fatto la storia, icona femminista e tesoro nazionale, ha lasciato un grande vuoto.

Di lei e dei suoi 87 anni di vita (intensa) si ricordano i tanti primati, il più recente quello di essere stata la seconda donna in assoluto nella storia degli Stati Uniti a servire come giudice presso la più alta corte della nazione. E poi le sue lotte contro il sessismo contro il quale ha dovuto combattere durante tutta la sua carriera mentre saliva all’apice della sua professione.

Da sempre sostenitrice dell’uguaglianza di genere, amava scherzare sul fatto che ci sarebbero state abbastanza donne nella Corte Suprema a nove seggi “quando ce ne sono nove”. La Ginsburg nonostante non cercasse la fama è diventata senza volerlo non solo una celebrità, ma un’eroina della cultura pop.

Le sue origini, la sua vita

Nata da genitori ebrei immigrati nel quartiere di Flatbush a Brooklyn, New York City, nel 1933, al culmine della Grande Depressione. Sua madre, Celia Bader, morì di cancro quando lei stava terminando gli studi alla scuola superiore.

La Ginsburg successivamente ha frequentato la Cornell University, laureandosi nel 1954 e il mese sposò l’uomo della sua vita, Martin “Marty” Ginsburg e decise di seguirlo a Fort Sill, in Oklahoma, dove lui era stanziato presso la Reserve Officers’ Training Corps (ROTC), come ufficiale delle riserve dell’esercito dopo la sua chiamata alle armi. All’epoca lei lavorò per l’Amministrazione di Sicurezza Sociale in Oklahoma. Poi nel 1955, diede alla luce la figlia, Jane. In seguito il marito divenne un avvocato fiscalista di primo piano a livello internazionale alle dipendenze del Weil, Gotshal & Manges. La coppia si è poi trasferita da New York a Washington, DC, dove suo marito è diventato professore di diritto presso il Georgetown University Law Center. Dalla loro unione oltre alla figlia Jane, attualmente è professoressa alla Columbia Law School, dieci anni dopo è nato il secondo figlio. James Steven Ginsburg (1965), fondatore e presidente della ‘Cedille Records’, una società di registrazione di musica classica con sede a Chicago, Illinois.

Mentre era incinta di Jane, la Ginsburg fu retrocessa nel suo lavoro presso un ufficio di sicurezza sociale: la discriminazione contro le donne incinte era ancora legale negli anni ’50

Dopo la nascita della figlia, al marito di Ginsburg venne diagnosticato un cancro ai testicoli. Durante questo periodo, Ginsburg frequentò le lezioni e prese appunti per entrambi, battendo a macchina i documenti dettati dal marito e prendendosi cura della figlia e del marito malato, il tutto mentre faceva la Harvard Law Review. Il 23 giugno 2010, la coppia festeggiò il 56° anniversario di matrimonio purtroppo però 5 giorni dopo (il 27 giugno 2010), Martin morì per complicazioni da cancro metastatico.

Nelle sue ultime settimane il marito, affrontando la propria battaglia contro il cancro, scrisse una lettera a sua moglie dicendo che oltre a genitori e figli, “sei l’unica persona che ho amato nella mia vita. “Ti ho ammirato e amato quasi dal giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta alla Cornell”

“L’incontro con Marty è stata di gran lunga la cosa più fortunata che mi sia mai capitata”, ha detto una volta Ginsburg, aggiungendo che l’uomo che sarebbe diventato suo marito “è stato il primo ragazzo che abbia mai conosciuto a cui importava che avessi un cervello”.

Nonostante sia stata la migliore della sua classe, Ginsburg non ha ricevuto una sola offerta di lavoro dopo la laurea.

“Non uno studio legale in tutta la città di New York mi avrebbe assunto”, ha detto in seguito. “Per tre motivi: ero ebrea, una donna e una madre”.

“Il movimento delle donne ha preso vita alla fine degli anni ’60”, aveva detto la Ginsburg a NPR. “Ed io all’epoca lavorando come professore di giurisprudenza con il tempo che potevo gli dedicai tutto il mio tempo a muovere lungo questo cambiamento”.

Nel 1971, Ginsburg ha presentato la sua prima argomentazione di successo davanti alla Corte Suprema, quando ha presentato la causa principale in Reed contro Reed, argomentando quella che finora era stata una consuetudine indiscussa che dava per scontato che gli uomini potessero essere automaticamente preferiti alle donne come esecutori immobiliari.

“In anni molto recenti, negli Stati Uniti si è generato un nuovo apprezzamento del posto delle donne”, aveva detto recentemente, “grazie ai movimenti femministi e in favore delle donne, i tribunali e le legislature hanno iniziato a riconoscere la pretesa delle donne di far parte a pieno titolo della classe ‘persone’ che hanno diritto a garanzie di giusto processo di vita e di libertà e l’eguale protezione delle leggi”.

Nel 1972, Ginsburg ha co-fondato il Women’s Rights Project presso l’American Civil Liberties Union (ACLU). E nello stesso anno divenne la prima professoressa di ruolo presso la Columbia Law School.

Il suo approccio era cauto e altamente strategico. Ha favorito l’incrementalismo, pensando che fosse saggio smantellare le leggi e le politiche sessiste una per una, piuttosto che correre il rischio di chiedere alla Corte Suprema di mettere fuori legge tutte le regole che trattano uomini e donne in modo diseguale.

Consapevole del suo pubblico esclusivamente maschile in campo, i clienti di Ginsburg erano spesso uomini. Nel 1975, ha sostenuto il caso di un giovane vedovo a cui è stato negato il sussidio dopo che sua moglie è morta di parto.

“Il suo caso è stato l’esempio perfetto di come la discriminazione basata sul genere danneggia tutti”, ha detto Ginsburg.

Nel 1980, la Ginsburg è stata nominata per entrare a fare parte della Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Distretto di Columbia.

Alla Corte Suprema è stata nominata nel 1993 dal presidente Bill Clinton dopo un lungo processo di ricerca. La Ginsburg di fatto è stata la seconda a ricoprire questo ruolo dopo Sandra Day O’Connor, che è stata nominata dal presidente Ronald Reagan nel 1981

Tra le sue vittorie più eclatanti della Ginsburg c’è stato quella che prevedeva l’obbligo dell’ammissione anche delle donne al Virginia Military Institute. Mentre Virginia “serve i figli dello stato, non prevede alcun provvedimento per le sue figlie. Questa non è una protezione uguale per tutti”, aveva scritto Ginsburg. Nessuna legge o politica dovrebbe negare alle donne ‘la piena statura della cittadinanza’, ‘pari opportunità’ di aspirare, raggiungere, partecipare e contribuire alla società in base ai loro talenti e capacità individuali”.

Nel 2015, la Ginsburg si è schierata con la maggioranza in due casi storici: sostenendo una componente cruciale dell’Affordable Care Act del 2010, comunemente nota come Obamacare e legalizzando il matrimonio tra persone dello stesso sesso in tutti i 50 stati

Ora Trump preme sull’acceleratore per la nomina di un’altra donna che copra il ruolo lasciato vacante dalla Ginsburg

Ieri, ossia il giorno dopo la scomparsa della Ginsburg, via Twitter, il presidente americano Donald Trump ha risposto alle dichiarazioni del leader della maggioranza al Senato, il repubblicano Mitch McConnell, rendendo noto che annuncerà il suo candidato per la corte suprema la prossima settimana e che molto probabilmente sceglierà una donna. 

“Siamo stati messi in questa posizione di potere e importanza per prendere decisioni per le persone che ci hanno eletti con così tanto orgoglio”, ha twittato Trump, “il più importante dei quali è stato a lungo considerato la selezione dei giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti. Abbiamo questo obbligo, senza indugio!”

La nomina è fissata per dare ai conservatori una maggioranza di sei su tre nella più alta corte degli Stati Uniti e anticipa la prospettiva di cambiamenti radicali sui diritti di aborto, l’Affordable Care Act, i diritti di voto e altre questioni della vita americana.

La dichiarazione del presidente contraddice le proiezioni di alcuni analisti, che hanno affermato che Trump potrebbe ritardare la nomina di un nuovo giudice della Corte Suprema per sostenere il sostegno della sua base conservatrice in vista delle elezioni del 3 novembre.

Una raffica di alti funzionari democratici, tra cui il candidato alla presidenza democratica Joe Biden, ha chiesto che la nomina venga dopo le elezioni per consentire agli elettori di decidere alle urne chi prenderà la decisione conseguente. “Gli elettori dovrebbero scegliere il presidente e il presidente dovrebbe scegliere la giustizia da considerare”, ha detto Biden venerdì.

I democratici hanno accusato i repubblicani di ipocrisia dopo che nel 2016 si erano rifiutati di convocare le udienze per la nomina di Merrick Garland, scelto dall’allora presidente Barack Obama per coprire un posto vacante alla Corte Suprema dopo la morte del giudice Antonin Scalia.

Quella nomina è arrivata 237 giorni prima delle elezioni di quell’anno, mentre a partire da sabato, le elezioni del 2020 mancano solo 45 giorni.

“Il popolo americano dovrebbe avere voce in capitolo nella scelta del prossimo giudice della Corte Suprema. Pertanto, questo posto vacante non dovrebbe essere coperto fino a quando non avremo un nuovo presidente”, ha twittato il leader della minoranza del Senato democratico Chuck Schumer, facendo eco parola per parola, una dichiarazione fatta da McConnell nel 2016.

La prossima settimana l’annuncio del candidato

Il presidente ha detto che si aspetta di annunciare il suo candidato per la corte suprema la prossima settimana e che la sua scelta sarebbe probabilmente una donna. “Penso che avremo una scelta molto popolare, chiunque possa essere”, ha detto Trump ai giornalisti.

L’agenzia di stampa Reuters, citando una fonte anonima, ha riferito che due donne sono incluse nella rosa dei candidati di Trump: Amy Coney Barrett, giudice della corte d’appello federale ed ex impiegata del giudice Scalia e Barbara Lagoa, la preferita dal presidente, che attualmente ricopre il ruolo di giudice ed ex della corte d’appello federale cubano-americana della Corte Suprema di Giustizia della Florida.

Fra gli altri nomi che circolano, si sono quelli di Amul Thapar, un giudice della Corte distrettuale degli Stati Uniti nel distretto orientale del Kentucky e Allison Jones Rushing, un giudice della corte d’appello federale ed ex impiegato del giudice della Corte suprema Clarence Thomas, sono anche in cima alla lista dei potenziali candidati, secondo quanto riportato da ABC News.

Pacco con sostanza tossica spedito a Trump, Fbi ha già avviato le indagini

Ieri un pacco indirizzato alla Casa Bianca e contente ricina, sostanza letale per l’uomo, è stato intercettato dalle forze dell’ordine. Il pacco che aveva come destinatario Donald Trump, riporta la Cnn, arrivava dal Canada. L’Fbi ha avviato subito le indagini. “In questo momento non c’è nessuna minaccia per la sicurezza pubblica”, afferma un portavoce dell’agenzia, che sta lavorando per accertare se ci siano altri pacchi simili in circolazione nel sistema postale.



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