Il primo ministro inglese Boris Johnson è noto per le sue boutade che si fa scappare anche quando si parla di argomenti (il Covid-19) in cui lo humor condito di parole che celano ironia e spesso addirittura sarcasmo, è proprio inappropriato. Così questa volta è toccato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella replicare alle parole del premier britannico che ha giustificato la nuova ondata di Coronavirus nel suo Paese asserendo che era dovuta la fatto che gli inglesi amano di più la libertà rispetto a gli altri Paesi dell’Eu. Battuta infelice dietro la quale forse si celava anche una sorta di tronfio orgoglio per avere ottenuto la Brexit, che tra l’altro si profila pure anche senza un accordo finale. “Anche noi italiani amiamo la libertà ma abbiamo a cuore anche la serietà”, ha replicato Mattarella a Sassari, a margine della cerimonia in ricordo di Cossiga, conversando con alcuni partecipanti.
Nel corso di un question time ieri alla Camera dei Comuni, in risposta a una contestazione del deputato laburista Ben Bradshaw che sottolineava “il numero minore di contagi ufficiali in Italia e in Germania contrariamente a quanto sta avvenendo nel Regno Unito, Boris Johnson ha risposto e spiegato che il motivo del rialzo dei contagi nel loro Paese era dovuto al fatto che nel Regno vige una mentalità più liberale rispetto “a molti altri Paesi”. “C’è un’importante differenza”, ha detto Johnson, “fra il nostro Paese e molti altri nel mondo poiché il nostro è un Paese che ama da sempre la libertà. Se guardiamo alla storia degli ultimi 300 anni, ogni avanzamento, dalla libertà di parola alla democrazia, è venuto virtualmente da questo Paese. È quindi molto difficile”, ha concluso, ” chiedere al popolo britannico di obbedire uniformemente alle direttive oggi necessarie”.
Il cancelliere britannico Rishi Sunak
Intanto il governo inglese chiede un prestito da 35,9 miliardi
Il costo dei crescenti tentativi del cancelliere Rishi Sunak, dal 13 febbraio 2020 confermato nello scacchiere nel secondo governo Johnson, finalizzato a sostenere l’economia britannica è stato messo rivelato stamattina dall’Office for National Statistics.
Il governo britannico ha preso in prestito 35,9 miliardi di sterline in agosto, meno di quanto gli economisti avevano previsto, ma 30,5 miliardi di sterline in più rispetto ad agosto dello scorso anno e il terzo prestito più alto in qualsiasi mese dall’inizio delle registrazioni nel 1993, riporta The Times.
Le entrate del governo centrale sono diminuite di 37,3 miliardi di sterline in agosto, a £ 7,5 miliardi in meno rispetto allo scorso agosto, con IVA, imposta sulle società e gettito fiscale in forte calo. La spesa del governo centrale è aumentata di £ 19,5 miliardi nel corso dell’anno a £ 78,5 miliardi.
Industria delle auto in sofferenza
Tra i dati con il segno meno gli ultimi riferiti alla produzione segnalati dalla Society of Motor Manufacturers & Traders, quelli delle fabbriche automobilistiche britanniche che rispetto a un anno risulta abbiano assemblato la metà delle auto (solo 51.000) con un calo della produzione del 44% mese nel mese ad agosto, riporta sempre The Times. (C.A.G)
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