di Patrizia Vassallo
Mentre gli Usa si sta discutendo se dire sì o no alle richieste di impeachment del presidente uscente Donald Trump, (Pelosi in prima linea che ha pure chiesto di togliergli in anticipo i codici nucleari), e le porte dei carceri si sono già aperte per molti rioters che tuttora difendono il loro diritto di aver manifestato le loro opinioni, (assembramento e occupazione del Campidoglio sono un semplice dettaglio) in nome del loro beniamino asserendo “ce lo ha detto Trump”, nel Regno Unito si sta combattendo con un rialzo di contagi, oltre 1000 al giorno, piuttosto preoccupante, l’Italia è alle prese con un riottoso Renzi, leader del partito Italia Viva, che ha deciso di fare la guerra al capo del Governo italiano Giuseppe Conte, per la sua troppa autonomia asserendo che di fatto nelle decisioni finora prese non sono stati contemplati obiettivi fondamentali, da ultimo nel Recovery Plan, che potrebbero di fatto essere la scusa per fare cadere il Governo. A meno che Conte invece di rassegnare spontaneamente le proprie dimissioni (mossa abbastanza improbabile) non opti per un confronto in Parlamento.
In Cina invece gli sforzi in questo momento sono volti al contenimento del COVID-19 poiché il numero di casi trasmessi localmente è aumentato di recente in diverse città della Cina.
Il premier Li nell’ultima riunione esecutiva del Consiglio di Stato, dove ha parlato delle decisioni da prendere per affrontare la trasmissione del virus e altre questioni relative al sostentamento delle persone, ha sottolineato che il governo dà sempre la priorità alla vita e alla sicurezza delle persone e ha esortato i funzionari a migliorare le leggi e i regolamenti pertinenti in modo da fornire un forte supporto legale per il contenimento delle epidemie.
Occorrono nuove leggi
La modifica della legge della Repubblica popolare cinese sulla prevenzione e il trattamento delle malattie infettive ora è in cima alla sua agenda. Dopo aver ascoltato le opinioni di tutte le parti, l’emendamento sarà sottoposto alla deliberazione del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo.
Notando l’aumento di casi confermati e gruppi di focolai emersi in alcune aree, il premier ha incaricato i funzionari di migliorare la supervisione e l’orientamento regionale attraverso il meccanismo di contenimento congiunto istituito dal Consiglio di Stato. Un altro aspetto emerso è stato quello della necessità di migliorare l’approvvigionamento energetico perché a causa delle recenti ondate di freddo (in molte zone la temperatura ha avuto ribassi record) la richiesta di energia si è quasi quintuplicata.
La firma del RCEP
Lo scorso novembre al quarto vertice RCEP di Hanoi è stato firmato dai suoi 15 membri il tanto atteso ‘Regional Comprehensive Economic Partnership’ (RCEP), che copre quasi un terzo della popolazione mondiale e circa il 30% del PIL globale.
Di che cosa si tratta? Per chi non lo ricorda si tratta del più grande accordo di libero scambio (FTA) al mondo misurato in termini di PIL che di fatto potrebbe rafforzare la posizione della Cina come partner economico con il Sudest asiatico, il Giappone e la Corea, facendole guadagnare una posizione dominante per dettare regole. Assenti sia da questo accordo sia dalla Trans-Pacific Partnership (TPP) guidata precedentemente da Obama, gli Stati Uniti per decisione del presidente Usa uscente Trump che come è noto ha intrapreso una guerra commerciale con la Cina. Decisione che al momento ha di fatto lasciato l’economia più grande al mondo (gli Usa) al di fuori di due intese commerciali che offriranno l’opportunità alla Cina di fare passi da gigante.
Iniziato dalla Association of Southeast Asian Nations (ASEAN) nel 2012, il RCEP l’accordo di libero scambio proposto tra i 10 stati membri dell’ASEAN ei loro sei partner FTA, ossia Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia, Nuova Zelanda e India, non era mai riuscito ad approdare a un accordo comune prima del novembre dello scorso anno
L’accordo RCEP accelererà la costruzione della comunità economica dell’ASEAN e consentirà quindi all’ASEAN di diventare partner dinamici e forti nella promozione della cooperazione per la prosperità condivisa, aveva detto il primo ministro vietnamita Nguyen Xuan Phuc alla cerimonia della firma tenutasi in videoconferenza.
Il primo ministro cinese Li Keqiang aveva sottolineato che la firma del RCEP non era solo era una pietra miliare della cooperazione regionale dell’Asia orientale, “ma anche una vittoria del multilateralismo e del libero scambio”.
Ciliegina sulla torta il fatto che Cina e il Giappone abbiano raggiunto per la prima volta un accordo bilaterale di riduzione delle tariffe, ottenendo una svolta storica, secondo il Ministero delle finanze cinese (MOF).
Dal 20 gennaio Joe Biden inizierà il suo mandato di presidente e tra i suoi propositi, lo ha già detto, c’è quello di fare passi da gambero con la Cina. Una mossa che servirà agli Stati Uniti per non perdere lo scettro della numero uno. E raggiungere un obiettivo importante: … make America great again.
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