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CONTE OTTIENE LA FIDUCIA ALLA CAMERA


di Patrizia Vassallo

Il premier Conte ha ottenuto la fiducia dalla Camera: 321 i voti a favore, 259 i contrari e 27 gli astenuti. La votazione è stata palese per appello nominale ossia ciascun deputato ha sfilato davanti al banco della presidenza e ha dichiarato il suo voto ad alta voce. Conte ha lasciato l’Aula della Camera non appena ha avuto inizio la votazione.

Il premier a Montecitorio ha chiesto l’appoggio dei “volenterosi” di area “europeista: liberale, popolare, socialista”. Promettendo quindi che lascerà la delega ai Servizi “a un’autorità delegata di mia fiducia”, e quella all’agricoltura, e impegnandosi per “una riforma elettorale proporzionale” e “un grande progetto di riforma fiscale”.

Le opposizioni in aula hanno chiesto le dimissioni. “Ormai vive su Marte”, ha detto Matteo Salvini, riferendosi a Conte. Il no alla fiducia al premier è arrivato da Fi e Udc. Italia Viva come aveva già detto si è astenuta. Zingaretti ha detto: “La strada è più stretta di quanto si immagini perché non possiamo accettare di tutto”.

“Il mio è un appello molto chiaro e nitido: c’è un progetto politico ben preciso e articolato che mira a rendere il Paese più moderno e a completare tante riforme e interventi già messi in cantiere”, ha detto Conte.
“Dalle scelte che ciascuno in questa ora grave deciderà di compiere dipende il futuro del paese. Siamo chiamati a costruirlo insieme, è un appello trasparente, alla luce del sole, chiaro che propongo nella sede più istituzionale e rappresentativa del Parlamento. Dopo quanto successo il 6 gennaio in America, siamo consci che le nostre democrazie vanno difese con i fatti e con le parole, e noi leader abbiamo un compito: non ci possiamo permettere, come successo negli Stati Uniti, di alimentare la tensione”, ha proseguito Conte. “Pongo la questione di fiducia sull”approvazione della risoluzione di maggioranza” di Pd, M5S e Leu. Domani la partita si giocherà al Senato. In Parlamento è in corso una compravendita di parlamentari. Non si sa se Conte raggiungerà la maggioranza assoluta ossia se arriverà alla conta di 161 voti. Le prospettive fanno pensare a un Governo ter con una maggioranza relativa ossia non con una vera maggioranza quindi anche nelle commissioni parlamentari che farà la vera differenza.



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