Oggi 17 marzo, la Commissione ha presentato una proposta di regolamento su un Certificato verde digitale per facilitare la libera circolazione nell’UE e insieme a quest’ultima, una proposta complementare sui cittadini di paesi terzi che soggiornano o sono residenti legalmente in UE. Per facilitarne l’adozione entro l’estate, i deputati hanno deciso di applicare la procedura d’urgenza (articolo 163), che consente un esame parlamentare più rapido delle proposte della Commissione, nel pieno rispetto delle sue prerogative democratiche allo scopo di agevolare una circolazione più sicura durante la pandemia. La proposta è stata adottata con 468 voti favorevoli, 203 contrari e 16 astensioni.
Il Certificato fornirebbe, secondo la proposta, alcune informazioni sui viaggiatori quali:
- la vaccinazione COVID-19 e/o
- un risultato negativo recente del test COVID-19 e/o
- eventuali precedenti infezioni da COVID-19.
Diversi deputati hanno evidenziato la necessità di introdurre forti garanzie per la protezione dei dati personali e medici, e hanno sottolineato che coloro che non sono stati vaccinati non devono subire discriminazioni.
Prossime tappe
La Plenaria adotterà il mandato negoziale del Parlamento, che può includere emendamenti alla proposta della Commissione, durante la prossima sessione plenaria (26-29 aprile). Il risultato dei negoziati tra i co-legislatori dovrà essere approvato sia dal PE sia dal Consiglio. Dopo il voto, il Presidente della Commissione per le libertà civili (LIBE) Juan Fernando LÓPEZ AGUILAR (S&D, ES) ha dichiarato: «Abbiamo bisogno del Certificato verde digitale per ristabilire la nostra fiducia nell’area Schengen, mentre proseguiamo la lotta contro la pandemia COVID-19. Il Certificato non può essere una precondizione per la libera circolazione, perché questo è un diritto fondamentale UE, e non può portare a discriminazioni contro gli individui che non ne sono in possesso. I dati dei cittadini devono essere protetti e solo quelli necessari devono essere inclusi nel certificato».
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