“Richard Gere testimonierà contro di me nel processo Open Arms il prossimo 23 ottobre a Palermo”: a rivelarlo è stato Matteo Salvini, oggi pomeriggio ad Assisi. “Lo conosco come attore, ma non capisco che tipo di lezione possa venire a dare a me, all’Italiane agli italiani sulle nostre regole e le nostre leggi” ha aggiunto il leader della Lega parlando dell’attore.
“Se qualcuno pensa di trasformare il processo in uno spettacolo e vuole vedersi Richard Gere va al cinema, non in tribunale”, ha sottolineato ancora Salvini.
“Gli chiederò un autografo da portare alla mia mamma. Vorrei però sapere – ha detto ancora l’ex ministro – quanto costerà ai contribuenti italiani questa roba qua, che non sarebbe possibile in nessun altro Paese”. Salvini ha spiegato che lui invece farà sfilare come testimoni tutti i membri del governo M5s-Lega, a cominciare dall’ex premier Giuseppe Conte. Salvini si è sempre fermamente opposto all’immigrazione irregolare in Italia e in Europa e ha pesantemente criticato la politica di accoglienza portata avanti dai governi di centro-sinistra e la sua visione politica è definita di estrema destra dai quotidiani britannici The Guardian e The Independent per via di alcune sue posizioni e proposte quali, ad esempio, la necessità di un censimento della comunità Rom in Italia e conseguente espulsione di tutti i nomadi presenti illegalmente sul territorio nazionale.
Dopo l’inizio della della pandemia COVID che ha colpito l’Italia il ministro, a partire dal febbraio del 2020, ha più volte criticato la gestione dell’emergenza da parte dell’esecutivo giallorosso, accusato dal leader della Lega di scarsa trasparenza nella comunicazione con i presidenti di regione e con l’opposizione e di una gestione eccessivamente centralista. A seguito della crisi e della caduta del secondo governo Conte, Salvini ha manifestato il suo appoggio al nascente governo Draghi, un governo di unità nazionale sostenuto da una maggioranza allargata a quasi tutti i partiti presenti in Parlamento, inclusa la Lega.
Open Arms le accuse contro il leader della Lega: sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio
Un primo voto sull’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini c’era già stato, lo scorso 26 maggio, quando la Giunta per le immunità del Senato aveva respinto la richiesta del tribunale dei ministri di Palermo. Allora, la relazione del presidente della Giunta Maurizio Gasparri, contraria al processo, aveva ottenuto 13 voti favorevoli e 7 voti contrari e il risultato era diventato scontato dopo che Italia Viva aveva annunciato che non avrebbe partecipato al voto e dopo che il senatore Michele Giarrusso, espulso dal Movimento 5 Stelle e ora nel Gruppo Misto, aveva dichiarato il suo parere favorevole alla relazione di Gasparri.
Insomma per Salvini il fatto di aver impedito alla nave della ONG spagnola Open Arms di attraccare a Lampedusa nell’agosto del 2019, quando era ministro dell’Interno, sembrava una questione che potesse risolversi a suo favore dal momento che lui forte si sentiva forte e faceva leva su due punti indiscutibili: l’applicazione delle norme del decreto sicurezza bis e il divieto di entrare in acque italiane, A bordo della Open Arms però c’erano 32 minori, di cui 28 non accompagnati. E la questione anche per questo motivo ha preso un’altra piega. Con tanto di intervento a bordo della nave pure di Richard Gere che si e lanciato al salvataggio degli immigrati.
Il 20 agosto dopo diversi trasferimenti il procuratore di Agrigento sale a bordo della nave e dopo un paio d’ore decide di disporre lo sbarco e il sequestro preventivo d’urgenza della nave, ipotizzando il reato di abuso d’ufficio. Il giorno stesso la nave attracca a Lampedusa con 83 persone a bordo. A novembre Salvini viene indagato dalla Procura di Agrigento per sequestro di persona e omissione d’atti d’ufficio. A febbraio il tribunale dei ministri chiede al Senato l’autorizzazione a procedere. A maggio la Giunta per le immunità la respinge, l’Aula la approva. Ora il Gup di Palermo dovrà fissare l’udienza preliminare in cui sarà chiesto il processo o il proscioglimento dell’ex ministro. I giudici avevano allegato alla richiesta di autorizzazione un carteggio tra Conte e Salvini, mostrando che il presidente del consiglio “il 16 agosto rispondeva a una missiva del ministro Salvini, ribadendo con forza la necessità di autorizzare lo sbarco immediato dei minori presenti a bordo della Open Arms, anche alla luce della presenza della nave al limite delle acque territoriali (in effetti vi aveva già fatto ingresso) e potendo, dunque, configurare l’eventuale rifiuto un’ipotesi di illegittimo respingimento aggiungeva di aver già ricevuto conferma dalla Commissione europea della disponibilità di una pluralità di stati a condividere gli oneri dell’ospitalità dei migranti della Open Arms, indipendentemente dalla loro età. Invitava, dunque, il ministro dell’Interno ad attivare le procedure, già attuate in altri casi consimili, finalizzate a rendere operativa la redistribuzione”.
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