Giovedì 28 ottobre si terrà il summit internazionale “G20 Standardisation organisations contributing to sustainability goals”.Organizzato da UNI e CEI insieme agli organismi mondiali IEC – International Electrotechnical Commission, ISO – International Organization for Standardisation e ITU – International Telecommunication Union, l’evento metterà in luce come la normazione tecnica volontaria possa aiutare i governi e le autorità di regolamentazione a trasformare le politiche in azioni concrete sul campo, per implementare in modo efficiente gli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda ONU 2030. Ne discuteranno i rappresentanti dei Ministeri e delle Autorità di regolazione italiani più coinvolti, del WTO, dell’OECD, della Commissione Europea e delle organizzazioni mondiali di normazione.
“Il power play mondiale si è accorto dell’importanza e delle potenzialità della normazione, adesso sta a noi mettere a disposizione di tutte le Nazioni gli strumenti migliori e supportarle nel corretto uso: per le persone e per il pianeta” ha detto Giuseppe Rossi, Presidente UNI. “Sono molto lieto che l’occasione cada nel centenario della fondazione UNI e che i Segretari Generali IEC, ISO e ITU abbiano voluto onorarci della loro presenza”.
“Generare e diffondere un patrimonio comune di conoscenze costruite attraverso il consenso è il fine della normazione” commenta Riccardo Lama, Presidente CEI. “In un’epoca di sfide globali decisive e non procrastinabili, il nostro impegno a supporto della visione dei policy makers può renderla un complemento efficace alla legislazione primaria e alla regolazione nel perseguire la prosperità per tutte le persone nel rispetto del nostro pianeta”.
First sport
Secondo quanto riportato dal programma di Sviluppo Sostenibile della Nazioni Unite, lo sport viene considerato un importante fattore green e le conferme a tal proposito sono innumerevoli: dai campi da basket realizzati con migliaia di scarpe agli stadi calcio in legno fino alle reti da pesca riciclate per la pallavolo. Tra le discipline coinvolte non manca di certo il padel e, a tal proposito, emerge l’opinione di Marco Maillaro, uno dei soci fondatori di Z Padel Club: “Uno dei tratti distintivi della nostra startup è proprio la sostenibilità: la container architecture è e sarà sempre più un pilastro portante del nostro progetto”.
“Se vogliamo migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo, l’unico modo è coinvolgere tutti”, dice l’architetto Richard Rogers parlando di sostenibilità, una tematica che, appunto, tocca e influenza tutte le business unit mondiali, tra cui anche quella prettamente sportiva. Le prime conferme a riguardo giungono dall’Agenda di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, a scadenza nel 2030, secondo cui lo sport viene riconosciuto come un importante abilitatore di sostenibilità: il focus dell’analisi si concentra sugli eventi sportivi grazie al Comitato Olimpico Internazionale che, a tal proposito, ha pubblicato una vera e propria guida nel 2006 dal titolo “Sport, Environment e Sviluppo Sostenibile”. Da quel momento in poi la sostenibilità ha lentamente trovato la sua strada nei modelli di business e nella pianificazione strategica delle organizzazioni sportive internazionali. Questa “green revolution” viene analizzata, in seconda battuta, anche da US Green Technology che mette in risalto sei consigli specifici per rendere le strutture sportive più sostenibili: si passa dalla realizzazione di impianti modulari, che risultano convenienti e facili da assemblare, all’utilizzo di energie rinnovabili come quelle eolica e solare, dalla creazione di un sistema di illuminazione a LED per le installazioni al chiuso al potenziamento degli impianti di riscaldamento e raffrescamento fino al riciclo dell’energia, condivisa poi da tutte le attrezzature presenti, e all’ascesa dei sistemi di gestione integrati.
Sport e sostenibilità, sostenibilità e sport, due filoni che corrono di pari passo
“Con la nostra startup innovativa, facciamo della sostenibilità uno dei nostri pilastri“, afferma Marco Maillaro, uno dei soci fondatori di Z Padel Club. “Grazie alla location temporary in Piazza Gae Aulenti a Milano abbiamo avuto la possibilità di mettere in mostra un progetto di «container architecture». Abbiamo utilizzato, dove possibile, dei container per ridurre al minimo il cemento e, soprattutto, perché gli stessi container sono di rapida installazione e di veloce realizzazione. Il nostro obiettivo, in ottica futura, è diventare un’azienda B Corp, ovvero una realtà che si distingue da tutte le altre sul mercato perché, oltre a perseguire un profitto, si innova di continuo per massimizzare il proprio impatto positivo verso dipendenti, ambiente e tutti gli stakeholder. Scegliamo, quindi, volontariamente e formalmente di produrre benefici di carattere sociale e ambientale nello stesso momento in cui cerchiamo di centrare i risultati e i traguardi economici e operativi che ci poniamo giorno dopo giorno”.
La sustainable revolution influenza anche il mondo del calcio e, in particolar modo, gli stadi: il Financial Times ha realizzato un approfondimento ad hoc sulla squadra inglese Forest Green Rovers che, entro il 2025, punta a realizzare lo stadio più ecologico al mondo, poiché quasi interamente di legno.
Dal calcio si passa al football americano con Green Biz che approfondisce il caso Philadelphia Eagles: il club professionistico della National Football League incorpora la generazione di energia rinnovabile in loco grazie a oltre 11mila pannelli solari e 14 turbine eoliche che rivestono la parte superiore dello stadio, il Lincoln Financial Field, e generano un terzo dell’energia totale dell’intero impianto.
Insomma l’innovazione sostenibile è una vera e propria onda che sta coinvolgendo l’intero mondo “sports related”, anche il surf e con l’obiettivo di ridurre al minimo l’inquinamento dell’oceano, vengono realizzate diverse tavole di ultima generazione, di cui una da softboard, utilizzando quasi il 100% di rifiuti di plastica riciclata post-consumo.
La Columbia Climate School, scuola di ricerca sul clima della Columbia University, concentra la propria attenzione sul tennis, parlando delle palline Triniti: si tratta della prima pallina da tennis ecologica e ad alte prestazioni al mondo, poiché prodotte con un nuovo tipo di anima in gomma che non richiede aria pressurizzata. Ciò significa che la pallina in questione può rimbalzare ben quattro volte più a lungo rispetto a quelle normali.
Si prosegue con l’hockey grazie a Bioplastic Magazine che mette in risalto l’innovativo campo studiato per le Olimpiadi di Tokyo: si tratta di un’installazione realizzata grazie alla tecnologia CO₂ e ad un materiale in particolare, ovvero il cardyon, costituito per il 20% di anidride carbonica, che è nello specifico il legante che collega la superficie del campo alle componenti sottostanti. E il volley? Di certo non resta fermo a guardare: da segnalare a questo proposito l’iniziativa “Good Net”. Il progetto in questione si basa sul recupero delle reti da pesca scartate o recuperate dagli oceani, le quali vengono riciclate per dare loro una nuova prospettiva di vita come reti da pallavolo. Si cambia sport, ma la sostenibilità resta il pilastro portante: a Hong Kong è stato realizzato un campo da basket, utilizzando circa 20mila scarpe da ginnastica usate. A questo elenco di discipline sportive sostenibili poteva forse mancare il cricket, il secondo sport più praticato al mondo? Assolutamente no, infatti, stando a quanto riportato da The Conversation, lo sport, grazie all’utilizzo di mazze realizzatecon canne di bambù, potrebbe aprire “un nuovo ciclo estremamente sostenibile”. Per concludere, ecco il rugby che emerge, in particolar modo, grazie alla squadra professionista Wigan Warrior: il club si è distinto per l’iniziativa The Green Warrior, la quale offre un programma chiamato “The Learning Curve”. È una vera e propria guida educativa che coinvolge le scuole primarie della zona con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle energie rinnovabili del territorio e aiutare così le realtà scolastiche locali a ridurre la loro impronta energetica e di carbonio.
Ecco le 10 iniziative green più innovative del mondo sportivo
- La container architecture applicata ai club di padel;
- Il legno utilizzato come materiale per la realizzazione di uno stadio di calcio;
- I pannelli solari e le turbine eoliche sfruttate come fonti di energia per gli stadi di football americano;
- Una tavola da surf realizzata interamente con bottiglie di plastica riciclate;
- Una pallina da tennis ecologica e ad alte prestazioni, poiché priva di aria pressurizzata;
- Una tecnologia basata sull’utilizzo dell’anidride carbonica per la creazione di un campo da hockey olimpico;
- Reti da pesca rivalutate in quanto reti da pallavolo;
- Un campo da basket interamente realizzato con scarpe riciclate;
- Una mazza da cricket sviluppata con le canne di bambù;
- L’iniziativa “The Green Warrior” made in rugby per coinvolgere e sensibilizzare anche le realtà scolastiche locali.
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