“Linda mi ha davvero aiutato a trovare un altro lato di me stesso”, così Paul McCartney parla della moglie Linda Eastman in McCartney scomparsa nell’aprile del 1998, a causa di un carcinoma che gliel’ha portata via per sempre in esclusiva su The Times. Malata di cancro al seno Linda morì all’età di 56 anni nel ranch di famiglia a Tucson, in Arizona e le sue ceneri furono poi disperse nella fattoria di McCartney nel Sussex in Inghilterra.
Una cerimonia funebre venne organizzata anche a Londra. Vi parteciparono George Harrison, Ringo Starr, Billy Joel, Elton John, David Gilmour, Peter Gabriel e altre personalità. Un’altra cerimonia ebbe luogo a Riverside Church a Manhattan, due mesi dopo la morte di Linda. “Era la mia ragazza” disse McCartney al funerale “ho perso la mia ragazza”. Una “ragazza della terra d’oro” come l’ha descritta nell’omonima canzone che lui le ha dedicato nel 1993.
“Questa canzone è principalmente un’ode a Linda, che era davvero una “ragazza della terra d’oro”. Poi un cenno a Yoko Ono. “Conoscevo Yoko da quando arrivò a Londra a metà degli anni Sessanta. L’ho incontrata prima che John la incontrasse. Ricordo che arrivò a casa mia e mi disse: “Stiamo raccogliendo dei manoscritti per il compleanno di John Cage. Hai un brano pronto?” Risposi che non avevamo manoscritti. Ma che John forse poteva averlo. Fui io a farla andare da lui. Non sono nemmeno sicuro che lei abbia mai accettato quell’invito”. Quello che è certo è che Paul aiutò Yoko ad allestire una mostra in una piccola galleria. Si chiamava Indica Gallery e si trovava nel seminterrato di Mason’s Yard, a Londra. “John si recò alla mostra, e penso che fu in quell’occasione che lui e Yoko si incontrarono, verso la fine del 1966, per la prima volta e si innamorarono perdutamente” ricorda l’ex Beatle.
Poi Paul racconta del periodo in cui i Beatles iniziarono le registrazioni di White Album. “Lei (riferito a Yoko) era sempre presente in studio. All’inizio tutti noi, tutti tranne John, pensavamo fosse piuttosto invadente”, racconta Paul, “ma poi abbiamo accettato la situazione. Insomma alla fine sono arrivato alla conclusione che se John l’amava, noi tutti dovevamo accettare questa situazione”.
“Un anno o due dopo, i Beatles si sciolsero”, prosegue a raccontare Paul al Times. E solo grazie alla presenza di Linda lui riuscì a risollevarsi in tutti i sensi.
“”Ragazza della terra d’oro”è stata scritta circa un anno dopo lo scioglimento dei Beatles, in un momento in cui John mi sparava missili con le sue canzoni, erano piuttosto crudeli”, rivela Paul. “Non so cosa sperasse di guadagnare, a parte prendermi a pugni in faccia. Pure io poi decisi di lanciare i miei missili contro di lui, ma l’ho fatto in maniera meno diretta”.
“A metà degli anni Settanta John mi accusò di scrivere stupide canzoni d’amore”, prosegue a raccontare Paul. Apparentemente una frase che poteva far pensare a un semplice collegamento con il titolo di un celebre brano che all’epoca McCartney suonava con gli Wings, il gruppo che lui formò dopo lo scioglimento dei Beatles. Invece John voleva proprio mettere il coltello nella piaga ossia in quel vuoto esistenziale che Paul stava cercando di colmare con l’aiuto di Linda. “Poteva rovinarmi la reputazione e dovevo difenderla”, ha proseguito a raccontare il musicista al Times. “È più facile ottenere l’approvazione della critica imprecando molto perché in questo modo sembri più forte. Anche io ho avuto periodi in cui ho giurato – “F***o questo e fottuto quello” – e ricordo di aver scioccato i miei ospiti a cena”, ha rammentato Paul aggiungendo: “John è sempre stato incline alle spacconate. Era il suo scudo contro la vita. Diceva: “Mio padre se n’è andato di casa quando avevo tre anni, mia madre è stata investita e uccisa da un poliziotto fuori servizio fuori casa e mio zio George è morto. Sì, sono amareggiato”. Una volta mi disse che pensava che la sua famiglia fosse stata colpita da una maledizione a causa di tutte quelle morti”.
Poi Paul torna a parlare di Linda: “A volte non andavamo d’accordo e ci arrabbiavamo l’uno con l’altro, ma è così che funzionano le famiglie. Era una persona divertente con cui stare, molto divertente e molto spiritosa. Aveva una grande interpretazione della vita e, naturalmente, era molto artistica. Era una donna ottimista. Mai triste”.
L’intervista si conclude con un pensiero per l’attuale moglie Nancy: “È poliedrica. Gestiva un’azienda di autotrasporti, ha un approccio molto pratico nella vita”. E in conlusione racconta di quella volta che Nancy si è rivolta al pittore Ed Ruscha, che usa spesso il lettering nei suoi quadri, chiedendogli di fare un quadro per il compleanno di Paul. “Per me è stata una delle opere per me più belle di Ed dove si legge solo “Per tutta la vita””.
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