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G20 ECCO I BUONI PROPOSITI DEL PREMIER, MA I CONFLITTI DI INTERESSE RESTANO


ph. Twitter


“La pandemia ci ha tenuti distanti – e lo ha fatto con tutti i nostri cittadini. Ma non dobbiamo fare errori. Il multilateralismo è la migliore risposta ai problemi che affrontiamo oggi. Per molti versi, è l’unica soluzione possibile. Dalla pandemia, al cambiamento climatico, a una tassazione giusta ed equa, fare tutto questo da soli, semplicemente, non è un’opzione possibile. Dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per superare le nostre differenze. E dobbiamo riaccendere lo spirito che ci ha portati alla creazione e al rafforzamento di questo consesso”, queste le parole del premier Mario Draghi in apertura del summit del G20. “A circa due anni dall’inizio della pandemia, possiamo finalmente guardare al futuro con più ottimismo”, ha proseguito il premier. “Campagne vaccinali di successo e azioni coordinate da parte dei governi e delle banche centrali hanno permesso la ripresa dell’economia globale. Molti dei nostri Paesi hanno lanciato dei piani di ripresa per dare impulso alla crescita, ridurre le diseguaglianze, promuovere la sostenibilità. Insieme, stiamo costruendo un nuovo modello economico, e tutto il mondo ne beneficerà. Tuttavia, dobbiamo stare attenti alle sfide che affrontiamo collettivamente”, ha precisato Draghi concentrando l’attenzione sulle disparità, che ha definito “sconvolgenti”, che sussistono nella distribuzione globale dei vaccini. “Nei Paesi ad alto reddito, oltre il 70% della popolazione ha ricevuto almeno una dose. Nei Paesi più poveri, questa percentuale crolla a circa il 3%. Queste differenze sono moralmente inaccettabili, e minano la ripresa globale”, ha sottolineato. “Siamo molto vicini a raggiungere l’obiettivo posto dall’OMS di vaccinare il 40% della popolazione globale entro la fine del 2021. Ora dobbiamo fare tutto ciò che possiamo per raggiungere il 70% entro la metà del 2022. Dobbiamo anche continuare a investire in ricerca, eliminare le barriere commerciali che riguardano i vaccini anti COVID-19, e migliorare la prevedibilità nella loro consegna. E dobbiamo rafforzare le catene di approvvigionamento globali, aumentando al contempo la capacità produttiva a livello locale e regionale”. Poi una chiosa sulla Presidenza del G20. “L’Italia ha lavorato per promuovere una ripresa più equa. Il Global Health Summit di Roma ha visto Paesi e aziende impegnarsi generosamente per fornire vaccini ai Paesi più poveri: dobbiamo essere sicuri di onorare le promesse. Abbiamo raggiunto un accordo storico per un sistema di tassazione internazionale più equo ed efficace. Abbiamo supervisionato l’allocazione di 650 miliardi di dollari come nuovi Diritti Speciali di Prelievo e abbiamo promosso la possibilità di redistribuirli ai Paesi che ne hanno più bisogno. Questi risultati ci ricordano con forza i risultati che possiamo raggiungere insieme”.

Il primo ministro britannico Boris Johnson su Twitter ha scritto: “Il G20 detiene la chiave per sbloccare l’azione globale sul cambiamento climatico. Questo fine settimana a #G20Italy Chiederò passi ambiziosi su carbone, automobili, contanti e alberi che costruiranno l’economia net zero del futuro”.

Matteo Renzi ancora nel calderone del post polemiche sul decreto Ddl Zan, prosegue la sua azione di supporto per Draghi. “Dato ISTAT: crescita già oltre il 6%. Aver tolto Conte e messo Draghi ha salvato l’Italia. Chi allora diceva “Conte o morte” e ci insultava, oggi dovrebbe scusarsi. La verità è più forte dell’odio. Lo vedremo presto anche sulle vicende di questi giorni”.

Il presidente del governo francese Emmanuel Macron su Twitter ha diffuso un messaggio patriottico scritto rigorosamente in inglese (in barba alle funzionalità del traduttore istantaneo di Twitter): “L’aumento dei prezzi dell’energia sta colpendo il mondo intero. Non abbiamo perso tempo nel fornire supporto alle donne e agli uomini francesi, e ora dobbiamo fornire soluzioni durature che siano coerenti con la transizione ecologica in corso. Questo è il messaggio che porto al G20”.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi  che partecipa al G20 in rappresentanza del presidente Xi Jinping (che interverrà in video ai lavori dei leader), in una nota pubblicata oggi sul ministero degli esteri cinese, rilanciata dai media Usa, Wang ha detto: “Recentemente, Stati Uniti e altri paesi hanno tentato di ottenere una svolta su Taiwan, in contrasto con le garanzie politiche date quando hanno stabilito relazioni diplomatiche con la Cina”, lasciando intendere che nessun passo indietro verrà fatto dalla dirigenza cinese,

Xi Jinping non è stato l’unico a optare per un collegamento solo video. Anche il presidente russo, Vladimir Putin, il re saudita Salman bin Abdulaziz Al Saud e Fumio Kishida, primo ministro del Giappone, leader del Partito liberal democratico, parleranno in videoconferenza. Un debutto alla grande per Kishida che agli inizi di ottobre ha preso il posto di Yoshihide Suga ottenendo la maggioranza dei voti in Parlamento (le elezioni generali sono previste per domani il 31 ottobre, ndr). Kishida ha sempre difeso la politica del Giappone di rimanere fuori dal Trattato sulla proibizione delle armi nucleari citando la necessità di fare affidamento sulla deterrenza nucleare dell’alleato americano. “Sono determinato a impegnarmi con tutti per un Ldp aperto e un futuro brillante per il Giappone», ha detto i giorni scorsi, promettendo di spendere miliardi di dollari per contribuire alla ripresa dell’economia e restando più critico di altri nei confronti della strategia ‘Abenomics’. Gli obiettivi principali del nuovo premier giapponese? Proporre un nuovo modello di capitalismo e ridurre le disparità tra ricchi e poveri, mantenendo salda la stretta alleanza di sicurezza con gli Usa. Il messaggio chePutin ha invitato al G20 è univoco: “Occorre lavorare sul riconoscimento reciproco dei certificati di vaccinazione”.

Il primo ministro indiano Narendra Modi su Twitter ha postato le foto dell’incontro con il Papa e quelle ufficiali con gli altri premier del G20 definendo questo appuntamento “un importante forum multilaterale per il bene globale”. Ma c’è chi ha commentato amaramente sotto il suoi post: “Onorato Signor Primo Ministro! Quando aumenterà l’occupazione in Bihar? Il tuo governo sarà in grado di aumentare il sistema occupazionale in Bihar o no??????????????????”.

Anche lo scorso luglio a Napoli, al G20 su ambiente, energia, clima, l’ambizione a parole dei potenti della terra è stata quella di perseguire una linea comune verso l’energia pulita. Peccato che il summit si sia concluso senza alcuna data per l’uscita dal carbone e neppure un impegno concreto a rimanere sotto la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale. C’è uno zoccolo duro di cinque Paesi del G20 (tra cui CinaIndia e Russia) che non va oltre gli Accordi di Parigi e, dunque, quell’impegno a mantenere nella prossima decade la temperatura del pianeta entro i 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali. E quei Paesi non avrebbero mai firmato un accordo che includesse l’impegno a rimanere, invece, sotto 1,5° (così come indicato dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) e a eliminare il carbone dalla produzione energetica al 2025. “C’è un disallineamento sull’accelerazione” aveva detto il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani “più difficile per i Paesi più grandi” tra quelli che inquinano di più”. Insomma, nonostante Usa, Ue, Gran Bretagna, Giappone, Canada e un’altra decina di Paesi volessero arrivare alla Cop 26 con un documento più ambizioso, il Communiqué su Clima ed Energia, quello della seconda e ultima giornata del G20 di Napoli, conteneva di fatto 58 dei 60 paragrafi messi nero su bianco. Due in meno, i più importanti e decisivi e più divisivi, dove c’era l’urgenza di ottenere un unanime sì. Ora la partita si è spostata a Roma, ma la spaccatura resta ed è sempre più probabile che così si arriverà anche alla Cop 26 di Glasgow.



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