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G20, 45 MILIARDI DI DOLLARI PER I PAESI PIÙ VULNERABILI, L’ITALIA VERSERÀ 4 MILIARDI


I 10 paesi più poveri del mondo nel 2021

I membri e i paesi invitati del G20 si sono impegnati a sborsare circa 45 miliardi di dollari dei Diritti Speciali di Prelievo (DSP) verso i paesi vulnerabili. L’obiettivo degli aiuti è molto più l’ambizioso punta ad arrivare a quota 100 miliardi di dollari di contributi volontari. Altri paesi del G20 stanno considerando ulteriori contributi che saranno soggetti a procedure di approvazione nazionali.

L’Italia contribuisce a questo impegno con 4 miliardi di dollari. L’impegno italiano include un contributo da 1 miliardo di DSP (circa 1,4 miliardi di dollari) volto aumentare la capacità di finanziamento del Poverty Reduction and Growth Trust del Fondo Monetario Internazionale, che fornisce finanziamenti agevolati ai paesi più poveri. Gli impegni fanno seguito alla nuova allocazione generale dei DSP pari a 650 miliardi di dollari, realizzata dal Fondo Monetario Internazionale (FMI) lo scorso agosto con il forte sostegno del G20. Questa nuova allocazione dei DSP, la più ampia nella storia del FMI, aiuterà ad affrontare il fabbisogno globale di riserve nel lungo termine, al fine di sostenere le politiche in risposta alla crisi da COVID-19.

Quanto sarà il denaro disponibile? Circa 275 miliardi di dollari per i paesi emergenti e in via di sviluppo: i Ministri delle Finanze e i Governatori delle Banche Centrali del G20, in occasione della loro riunione di ottobre, hanno espresso apprezzamento per i progressi del FMI nell’identificazione di opzioni concrete per indirizzare su base volontaria una quota dei DSP. Queste opzioni includono l’aumento significativo della capacità di prestito del Poverty Reduction and Growth Trust del FMI, così come l’istituzione di un nuovo Resilience and Sustainability Trust presso il FMI, per erogare finanziamenti a condizioni accessibili volti ridurre i rischi macroeconomici, inclusi quelli derivanti dalle pandemie e dal cambiamento climatico.

Una spiaggia del Gambia

Queste iniziative sono parte di un pacchetto più ampio di sostegno ai paesi vulnerabili concordato dal G20 per far fronte alla pandemia da COVID-19. Il pacchetto include la G20 Debt Service Suspension Initiative (DSSI), che si stima abbia assicurato in totale almeno 12,7 miliardi di dollari di sospensione del servizio sul debito tra maggio 2020 e dicembre 2021 a beneficio di 50 paesi, il Common Framework for Debt Treatment Beyond the DSSI, per affrontare le vulnerabilità legate al debito in modo strutturale e con un approccio caso per caso, e la Revisione degli Indicatori di Adeguatezza Patrimoniale delle Banche Multilaterali di Sviluppo (BMS), che è stata appena lanciata e aiuterà a ottimizzare l’impatto delle risorse finanziarie delle BMS.

I 10 Paesi più Poveri del Mondo – Classifica 2021

Quali sono i paesi più poveri del mondo oggi?
La lista in apertura, nasce dall’esame del reddito nazionale lordo (RNL) pro capite di 192 paesi, presente nel database degli indicatori di sviluppo mondiale della Banca mondiale. L’RNL viene calcolato a partire da tutte le attività economiche all’interno dei confini nazionali, oltre alla ricchezza prodotta da entità di proprietà nazionale che però operano in altri paesi.

Il premier Mario Draghi

Draghi in chiusura del G20

Con l’adozione della G20 Rome Leaders’ Declaration, si è concluso il Vertice dei Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G20, che si è tenuto a Roma, presso il Roma Convention Center “La Nuvola”.  Al termine dei lavori, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha tenuto la tradizionale conferenza stampa conclusiva. Sono lieto di annunciare che l’Italia triplicherà l’impegno finanziario a 1,4 miliardi l’anno per i prossimi 5 anni per il fondo green sul clima”, ha detto Draghi chiudendo il G20. “In questo vertice abbiamo fatto sì che i nostri sogni siano ancora vivi ma adesso dobbiamo accertarci di trasformarli in fatti. Voglio ringraziare gli attivisti che ci mantengono sulla rotta giusta. Molti dicono che sono stanchi del bla bla, io credo che questo summit sia stato pieno di sostanza. Abbiamo riempito di sostanza le parole. Vogliamo essere giudicati da quello che faremo, non quello che diciamo”, ha concluso il premier con un augurio anche al Regno Unito per “la miglior Cop 26”. “Questo vertice ha riempito di sostanza le nostre parole, la nostra credibilità dipende dalle nostre azioni. Siamo fieri dei risultati ottenuti al G20, ma è solo l’inizio”.  Uno dei successi conseguiti al G20, secondo il premier Mario Draghi, è stato quello di essere riusciti a decidere di lasciarci alle spalle il carbone con lo stop ai finanziamenti delle centrali a carbone nel 2021.

“Ho avuto il piacere di discutere con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel della necessità di una collaborazione globale strutturale per rispondere e prevenire le future pandemie”, ha scritto il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus al termine del faccia a faccia, a margine del G20. “Abbiamo convenuto che il summit del G20 a Roma è un’opportunità unica per gettare le basi per un mondo più sicuro e più sano”, ha aggiunto. 

I punti di intesa alla fine del G20

L’AUMENTO DELLA TEMPERATURA ENTRO 1,5 GRADI. I Paesi del G20 riconoscono l’urgenza di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi, l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi del 2015, e assicurano sforzi consistenti per avere il target “a portata di mano”, consapevoli – secondo le valutazioni degli scienziati dell’Ipcc – che in quest’ultimo caso gli impatti del cambiamento climatico sono molto inferiori. I 20 Grandi metteranno in atto “azioni significative ed efficaci tenendo conto dei differenti approcci, attraverso lo sviluppo di chiari percorsi nazionali che allineino l’ambizione a lungo termine con obiettivi a breve e medio termine”.

EMISSIONI NETTE ZERO ‘ENTRO O INTORNO LA METÀ DEL SECOLO’. I 20 Grandi assicurano che “entro questo decennio” accelereranno i rispettivi interventi di mitigazione (cioè azioni per ridurre la produzione di gas serra) e adattamento (misure di prevenzione e riduzione dei rischi) ai cambiamenti climatici e incrementeranno anche gli impegni finanziari per azzerare le emissioni nette globali “entro o intorno a metà secolo”. Quindi aggiorneranno e miglioreranno, “laddove necessario”, gli Ndc 2030, cioè gli impegni di taglio dei gas serra a livello nazionale tenendo conto di diversi approcci nel breve e medio periodo.

AUMENTO DEI FINANZIAMENTI AI PAESI IN VIA DI SVILUPPO. Confermato l’impegno sui finanziamenti nei confronti dei Paesi in via di sviluppo, mobilitando congiuntamente 100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020 (ad oggi è stata raggiunta quota 82-83 miliardi) e ogni anno fino al 2025, per le azioni di mitigazione. Nuovi impegni sono stati assunti da alcuni dei membri del G20 per aumentare il proprio contributo, come l’Italia, che ha aumentato il proprio aiuto a 7 miliardi in 5 anni.

* STOP CONTRIBUTI AL CARBONE. I finanziamenti pubblici e privati internazionali alle centrali alimentate a carbone non andranno oltre la fine di quest’anno, mentre andranno a sostenere lo sviluppo di energia verde. Il G20 riconosce lo stretto legame tra clima ed energia e si impegna a ridurre le emissioni nel settore energetico aumentando la diffusione di tecnologie rinnovabili e a emissioni zero o basse. Il Gruppo dei 20 chiede di ridurre gli investimenti in nuova capacità di generazione di energia dal carbone. Le politiche dei vari Paesi devono essere orientate ad investimenti in infrastrutture sostenibili e tecnologie innovative che promuovano la decarbonizzazione e l’economia circolare e ad un’ampia gamma di meccanismi fiscali, di mercato e normativi, per sostenere le transizioni verso l’energia pulita. Compreso, se del caso, l’uso di meccanismi e incentivi per la determinazione del prezzo del carbonio, fornendo al contempo un sostegno mirato ai Paesi più poveri e a quelli più vulnerabili.

PIANTARE MILLE MILIARDI DI ALBERI. Riconoscendo l’urgenza di combattere il degrado del suolo e per creare nuovi serbatoi che possano assorbire il carbonio, il G20 si pone l’obiettivo di piantare 1.000 miliardi di alberi entro il 2030.



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