Sia il presidente russo Vladimir Putin sia il presidente cinese Xi Jinping hanno detto di no all’invito alla CoP di Glasgow. Le loro resistenze, come quelle dell’India, a muoversi più velocemente per ridurre la loro dipendenza da carbone e petrolio di fatto fanno venire meno le speranze di raggiungere gli obiettivi di taglio fissati nell’accordo sul clima di Parigi. Il problema è che dietro queste rinunce ci sono interessi che fruttano milioni e milioni di dollari cui nessuno è disposto a rinunciare su due piedi, nemmeno per il bene del mondo intero. Anche se tutti sono chiamati a fare la loro parte. “Il cambiamento climatico non dovrebbe essere visto come una rivalità tra Stati Uniti e Cina, poiché la Cina che è la seconda economia più grande del mondo, potrebbe agire da sola”, ha detto Jake Sullivann, il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, ai giornalisti.
Biden è arrivato al summit di Glasgow con il cerino in mano. Perché le obiezioni del Partito Democratico lo hanno di fatto costretto a ritirarsi da un disegno di legge che avrebbe spinto gli Stati Uniti ad allontanarsi dal carbone e dal gas naturale. Va anche detto però che Biden, nei 10 mesi che hanno preceduto il vertice di Glasgow, è riuscito a persuadere molti governi stranieri fissando obiettivi più ambiziosi per la riduzione delle emissioni, promuovendo un impegno globale per ridurre le emissioni nocive e ponendo fine ai finanziamenti per l’energia da carbone all’estero.
Tutti impegni per ora rimasti sulla carta. Seppure questo cambio di rotta rispetto alle posizioni oltranziste del precedente presidente Donald Trump lo abbiano reso meno inviso a molti.
Riguardo il vertice di Roma Biden contrariamente ai sorrisi sfoggiati nelle udienze pubbliche ha dichiarato di essere rimasto deluso. “La delusione riguarda il fatto che la Russia e… non solo la Russia, ma la Cina fondamentalmente non si è impegnata ad affrontare i cambiamenti climatici”, ha detto Biden che oggi ha reso noti i suoi propositi per trasformare le parole in realtà e far diventare gli Stati Uniti una nazione energetica e completamente pulita entro il 2050, puntando sempre più sull’investimento in fonti energetiche inesauribili e rinnovabili che rappresentano una valida alternativa alle più tradizionali e inquinanti energie provenienti da fonti non rinnovabili come i combustibili fossili. Una scommessa che vedremo a breve se saprà mantenere.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.