Secondo l’ultimo report pubblicato dal Ministero della Sanità italiano continua per la terza settimana consecutiva un aumento rapido e generalizzato del numero di nuovi casi di infezione che ha superato a
livello nazionale la soglia di incidenza di 50 casi per 100,000 abitanti. L’Rt calcolato sui soli casi ospedalizzati si mantiene stabilmente al di sopra della soglia epidemica con conseguente aumento nei tassi di occupazione sia in area medica sia in terapia intensiva.
Si registra ancora un notevole aumento dell’incidenza settimanale a livello nazionale: 62 per 100.000 abitanti (1/11/2021 – 7/11/2021) vs 51 per 100.000 abitanti (25/10/2021 – 31/10/2021).
“Mi auguro che non sia necessario. Il sistema a colori a suo tempo non ha funzionato tantissimo e siamo nella condizione in cui molti cittadini sono vaccinati e protetti in maniera significativa. In termini di allarme non esagererei, anche se bisogna fare attenzione nei prossimi mesi”, ha detto Massimo Galli, direttore delle malattie infettive presso l’ospedale Sacco di Milano, ai microfoni di iNews24 sul rischio zona gialla per alcune regioni italiane.
L’immunologo nel corso della trasmissione ha poi confrontato la situazione epidemiologica europea e quella italiana. “Anche se si assiste a un aumento dei casi”, ha aggiunto, “dobbiamo considerare alcuni fattori. Innanzitutto abbiamo vaccinato tanto, ma dopo. Abbiamo riaperto le scuole e tutto il resto dopo. Sulla base di questo, veniamo dietro al resto d’Europa, nel senso che è probabile che avremo uno sviluppo discreto della pandemia nel prossimo periodo. Però abbiamo istituito il Green pass prima, incentivando ulteriori persone a vaccinarsi. La situazione merita assoluta attenzione, ma non è disastrosa. I vaccini dovrebbero riuscire a contenere i casi gravi e i decessi. Ma questo virus, soprattutto a causa della variante Delta, si diffonde parecchio”.
Galli poi ha aggiunto una chiosa anche sulle somministrazioni delle prime dosi: “Per arrivare al 90% dei vaccinati tra i cittadini vaccinabili, le stime dicono che serviranno due mesi e mezzo circa. Questo elemento, come addetti ai lavori, ci spaventa, perché è troppo tempo rispetto alla necessità e bisognerebbe riuscire a somministrarle in un tempo minore”.
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