La tennista cinese Peng Shuai è letteralmente scomparsa dalla circolazione lo scorso mese poco dopo aver scritto in un post sui social media che l’ex vicepremier in pensione Zhang Gaoli l’aveva spinta a fare sesso contro la sua volontà anche se i due si frequentavano da circa due anni. “Anche se è come colpire una pietra con un uovo e cercare l’autodistruzione come una falena contro una fiamma, dirò la verità su di te”, questa una delle frasi estrapolate dal commento postato sui Social dalla tennista, che in questo modo ha voluto rendere noto il suo dolore.
Il suo post è stato poi rimosso rapidamente, ma ciò non le ha impedito di scatenare una protesta globale. La Women’s Tennis Association ha sospeso i suoi tornei in Cina, mentre i governi occidentali e atlete famose tra quali Serena Williams e Naomi Osaka hanno chiesto di avere notizie ufficiali della Peng, e hanno condiviso l’hashtag di tendenza #WhereIsPengShuai, chiedendo che venga aperta un’indagine trasparente sulle sue accuse.
Pechino, scrive Scmp, dopo la decisione della Women’s Tennis Association di ritirarsi dai tornei in Cina per il caso dell’ex campionessa Peng Shuai, ha affermato che la politica dovrebbe essere tenuta fuori dallo sport. E Wang Wenbin, portavoce del ministero, ha aggiunto: “Abbiamo già espresso la nostra opinione. Siamo sempre stati contrari a comportamenti che politicizzano lo sport”.
La star del tennis cinese Peng Shuai dice che sta bene. Molti però non sono convinti della veridicità delle sue affermazioni
Ora, molti temono che l’ex giocatrice di doppio numero 1 al mondo non sia più libera di dire la sua verità tenuto conto della rapidità con cui, anche questa volta, la famigerata macchina della censura cinese ha preso il sopravvento, non solo eliminando il post originale, ma cancellando intere schermate e menzioni da Internet che facevano riferimento al caso. Niente di nuovo in Cina, dove si sa che le donne che si pronunciano contro un’aggressione sessuale, devono poi affrontare la censura e il contraccolpo.
All’inizio di quest’anno, almeno otto canali femministi sulla piattaforma social media Douban sono stati bloccati senza spiegazioni. Sophia Huang Xueqin, una delle più importanti attiviste di #MeToo della nazione, è stata arrestata con l’accusa di “incitamento alla sovversione del potere statale”.
L’ Unione europea e gli Stati Uniti , preoccupati per la sicurezza di Peng hanno chiesto notizie ufficiali alla Cina per sapere se l’atleta è al sicuro richieste minacciando il boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 per mancato rispetto dei diritti umani da parte della Cina, abituata a usare le maniere forti per riportare tutto e tutti all’ordine. Insomma non c’è pace tra Cina e l’Occidente e il caso della Peng aggiunge benzina sul fuoco sulle relazioni già tese con Washington che si sono intensificate quando la Cina ha cercato di controllare la narrativa del caso.
Per calmare le acque, l’emittente media statale CGTN ha twittato lo screenshot di un’email apparentemente scritta dalla Peng al WTO nella quale la Peng afferma che le accuse di violenza sessuale erano “false” precisando che la sua assenza al momento è soltanto dovuta a una sua imminente necessità di privacy, aggiungendo che si sarebbe “presentata presto in pubblico” .
Il giorno seguente altri giornalisti di media statali, per avvalorare la tesi che la Peng sta bene, hanno pubblicato le foto della tennista a un evento di tennis giovanile e poi mentre faceva una videochiamata con il presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Thomas Bach.
Molti però sono ancora scettici sul fatto che Peng possa davvero comunicare liberamente. La WTA ha affermato che il suo CEO e presidente Steve Simon ha provato più volte a contattare direttamente la Peng, aggiungendo che “è chiaro che le sue risposte sono influenzate da altri”. “Faccio fatica a credere che quelle siano per davvero sue dichiarazioni spontanee. Sono preoccupato per lei”, ha detto Simon. “Se le persone potenti possono sopprimere le voci delle donne e nascondere le accuse di aggressione sessuale sotto il tappeto, allora la base su cui è stata fondata la WTA – l’uguaglianza per le donne – subirebbe un’immensa battuta d’arresto. Non voglio e non posso permettere che ciò accada alla WTA e ai suoi giocatori”.
Questa la dichiarazione di Steve Simon, presidente e CEO di WTA sul recente video pubblicato dai media statali cinesi di Peng Shuai:
“Sono felice di vedere i video rilasciati dai media statali cinesi che sembrano mostrare Peng Shuai in un ristorante a Pechino. Sebbene sia positivo vederla, non è chiaro se sia libera e in grado di prendere decisioni e intraprendere azioni da sola, senza coercizione o interferenze esterne. Questo video da solo è insufficiente. Come ho affermato dall’inizio, rimango preoccupato per la salute e la sicurezza di Peng Shuai e per il fatto che l’accusa di aggressione sessuale sia stata censurata e nascosta sotto il tappeto. Sono stato chiaro su ciò che deve accadere e il nostro rapporto con la Cina è a un bivio”.
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