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PRESTIGIO E SOLDI NON FERMANO I GIOCHI OLIMPICI INVERNALI DELLA CINA


Gli Stati Uniti stanno organizzando un boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali in Cina “per protestare contro le violazioni dei diritti umani da parte del governo comunista”, ha dichiarato oggi il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki. Parole pesanti che delineano una presa di posizione irremovibile con motivazioni ben chiarite, che purtroppo riguarderanno però solo le maestranze della politica

“L’amministrazione Biden non invierà alcuna rappresentanza diplomatica o ufficiale alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, ai Giochi Paralimpici”, ha precisato Psaki, “a causa del genocidio in corso nella Repubblica popolare cinese e i crimini contro l’umanità perpetrati nello Xinjiang e altre violazioni dei diritti umani”. Di cosa è stata accusata la Cina? Di avere intensificato la campagna di repressione contro gli uiguri e altre minoranze, rinchiudendoli in campi di rieducazione, cercando anche di limitare la crescita della popolazione uigura, distruggendone moschee e santuari e mandando i bambini in collegi per l’indottrinamento.

Nella morsa del boicottaggio definito per l’appunto diplomatico però non sono finiti gli atleti statunitensi. “Abbiamo pensato che non fosse giusto bloccare e penalizzare gli atleti che si sono allenati, preparandosi per mesi e mesi in questo momento”, ha detto Psaki. “E abbiamo ritenuto di poter inviare un messaggio chiaro non inviando una delegazione ufficiale degli Stati Uniti. “Gli atleti del Team USA hanno il nostro pieno supporto e noi saremo al loro fianco al 100%”, ha continuato. “Faremo il tifo per loro da casa “. L’annuncio dello stop arriva poche settimane dopo un vertice virtuale tra il presidente Biden e il presidente cinese Xi Jinping. Durante l’incontro, Xi avrebbe dovuto parlare delle Olimpiadi e invitare Biden a partecipare ai giochi, la cui data di inizio è stata fissata per il 4 febbraio. Salvo eventuali slittamenti. Ma ciò non è accaduto.
L’ambasciatore della Gran Bretagna alle Nazioni Unite ha definito la situazione “una delle peggiori crisi dei diritti umani del nostro tempo”.
Psaki infine ha detto che gli Stati Uniti notificheranno ai propri alleati la loro decisione e lasceranno ad altre nazioni il compito di decidere se boicottare o meno i giochi.

Il People’s Daily Online, un giornale controllato dal governo cinese, ha remato contro l’idea di un boicottaggio diplomatico. “Gli appelli di un boicottaggio diplomatico e le minacce di non inviare atleti a Pechino 2022 da parte di alcuni politici occidentali non cambiano il fatto che i Giochi che riuniranno gli atleti degli sport invernali di tutto il mondo”, ha scritto il giornale. “I Giochi Olimpici non hanno mai riguardato i politici, ma piuttosto gli atleti”. 

Un déjà écouté dopo la misteriosa sparizione e apparizione della campionessa di doppio Pen. A maggio, un portavoce del ministero degli Esteri cinese ha respinto le accuse di violazioni dei diritti umani come “bugie e disinformazione” per “diffamare e calunniare” la Cina. 

Una coalizione di attivisti per i diritti umani ha chiesto il boicottaggio delle Olimpiadi invernali, che dovrebbero praticare per prime tutte le società sportive e i loro atleti, ovviamente non solo quelli statunitensi. Ma evidentemente gli interessi sono interessi e in barba ai principi etici, morali, umanitari tanto millantati, alla fine nessun atleta, almeno per ora, farà un passo indietro.



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