A novembre, secondo gli ultimi dati Istat, l’inflazione accelera nuovamente, portandosi a un livello che non si registrava da settembre 2008 (quando fu +3,8%) continuando a essere sostenuta soprattutto dalla crescita dei prezzi dei beni energetici.
In termini di contributi, l’inflazione è infatti dovuta principalmente ai prezzi di abitazione, acqua, elettricità e
combustibili (+1,585 punti percentuali) e dei trasporti (+1,358) e, in misura minore, dei prodotti alimentari e
bevande analcoliche (+0,309) e dei servizi ricettivi e di ristorazione (+0,211). I contributi negativi arrivano dai
prezzi delle Comunicazioni (-0,077) e dell’Istruzione (-0,006).
I prezzi dei beni energetici registrano un’accelerazione (da +24,9% del mese precedente a +30,7%; +4,6% il
congiunturale), a causa di quelli della componente non regolamentata (la cui crescita passa da +15,0% a
+24,3%; +7,9% sul mese); in particolare invertono nettamente la tendenza i prezzi dell’energia elettrica mercato
libero (da -7,9% a +23,0%; +34,3% la variazione congiunturale) e accelerano quelli del gasolio per i mezzi di
trasporto (da +23,5% a +27,9%; +3,0% rispetto al mese precedente), i prezzi della benzina (da +22,1% a
+25,3%; +2,2% su base mensile), quelli degli altri carburanti (da +33,0% a +45,8%; +10,0% la variazione
congiunturale) e del gasolio per riscaldamento (da +22,3% a +26,8%; +3,1% rispetto a ottobre). I prezzi della
componente regolamentata dei beni energetici continuano invece a crescere in misura molto sostenuta pur con un
lieve rallentamento (da +42,3% di ottobre a +41,8%).
I prezzi dei Beni alimentari accelerano (da +1,0% di ottobre a +1,3%; +0,8% sul mese) a causa sia di quelli
degli alimentari lavorati (che passano da +1,0% a +1,4%; +0,6% il congiunturale) sia dei prezzi degli alimentari
non lavorati (da +0,8% a +1,5%; +1,4% rispetto al mese precedente), sostenuti da quelli della frutta fresca e
refrigerata (che invertono la tendenza da -1,0% a +2,1%; +3,0% il congiunturale) e dei prodotti ittici (in
accelerazione da +2,3% a +3,2%; +0,3% sul mese), mentre registrano una flessione più marcata i prezzi dei
vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -0,3% a -1,1%; +3,7% rispetto a ottobre).
Dove l’inflazione è in aumento?
L’inflazione accelera in tutta Italia, confermandosi al di sopra del dato nazionale nelle Isole (da +3,4% ottobre a +4,4%), nel Sud (da +3,1% a +3,9%) e nel Nord-Est (da +3,3% a +3,8%), mentre si posiziona al di sotto al Centro (da +2,7% a +3,5%) e nel Nord-Ovest (da +2,8% a +3,4%).
Nei capoluoghi delle regioni e delle province autonome e nei comuni non capoluoghi di regione con più di
150mila abitanti l’inflazione più elevata si osserva a Catania (+5,0%), Genova (+4,6%), Messina e
Trieste (+4,5% per entrambe), mentre le variazioni tendenziali più contenute si registrano a Modena, Ravenna
e Torino (+3,0% per tutte e tre) e a Venezia (+2,9%).
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