La notizia del divieto di ingresso in Australia del numero uno mondiale del tennis Novak Djokovic colpevole secondo i funzionari australiani di non essersi vaccinato contro il Covid-19 e di essere solo in possesso di un attestato di esenzione che lo ha esonerato ed esonera dal farlo, ha scatenato la stampa internazionale. E anche i suoi avvocati che ora hanno presentato un ricorso presso il Federal Circuit and Family Court contro questa decisione. I guai del 34enne sono iniziati quando si è imbarcato su un aereo per l’Australia ed è atterrato all’aeroporto Tullamarine di Melbourne ignaro della marea di proteste che si erano già sollevate per il fatto che non si è sottoposto al vaccino.
La classica goccia che ha fatto traboccare l’acqua dal vaso, lo scetticismo che Djokovic ha espresso dopo lo sbarco contro il Covid-19, e il suo rifiuto di dire se aveva fatto o meno il vaccimo, mostrando solo un’esenzione medica che a suo avviso era sufficiente per partecipare agli Australian Open. Purtroppo i suoi piani sono stati buttati all’aria in un attimo dal governo australiano che non gli ha concesso alcun visto e quindi nessun permesso per entrare nel paese e giocare la prima partita dell’anno.
Il rifiuto di Djokovic di discutere il suo stato di vaccinazione o di spiegare le motivazioni della sua esenzione per motivi di salute è stato ritenuto inammissibile dagli abitanti di Melbourne, dove il 92% della popolazione è stata completamente vaccinata. Basta solo ricordare che nel 2020 e nel 2021, i residenti di Melbourne hanno trascorso 256 giorni sotto severe restrizioni su movimenti e assembramenti. Per questo motivo la decisione di bloccare l’entrata nel paese del tennista è stata una decisione condivisa da tutti.
“Il primo Grande Slam dell’anno si tiene, dopotutto, in una delle città più chiuse al mondo, dove le persone hanno fatto sacrifici straordinari per mantenere la popolazione il più sana possibile”, si legge sul Sydney Morning. “E lui dev’essere un’eccezione alla regola, solo perché può colpire bene una palla?”
Sui social media, molti hanno condiviso questo sentimento, scrivendo che ci sono state persone che a causa delle restrizioni in corso non hanno potuto volare in Australia dalla Gran Bretagna per partecipare a funerali di famiglia, definendo le asserzioni del tennista solo dei capricci.
“Nessuno è al di sopra di queste regole”, ha detto il primo ministro australiano Scott Morrison. “Le nostre forti politiche di confine sono state fondamentali per l’Australia che ha uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo per COVID. Continuiamo a essere vigili». Nonostante l’aumento dei contagi che in questi ultimi due mesi hanno avuto un’impennata.
Lo stato più popoloso dell’Australia, il Nuovo Galles del Sud, è stato il più duramente colpito dall’attuale ondata di omicron, emersa dopo che il premier dello stato Dominic Perrottet ha allentato i mandati delle maschere e altre regole.
La cancellazione del visto di Djokovic ha scosso molti anche gli animi nella sua nativa Serbia. Il presidente serbo ha condannato la mossa del governo austriaco e ha espresso rabbia per quello che hanno descritto come un affronto al popolo serbo. Anche il padre del campione ha condannato il trattamento riservato al figlio, campione del mondo.
“Tu, famoso primo ministro (Morrison) del lontano paese naturalmente bello, ti stai comportando secondo i tuoi principi, che non hanno nulla a che fare con noi e i nostri principi”, ha detto ai giornalisti il padre di Djokovic, Srdan. “Noi siamo umani e tu, signore, non lo sei”.
Djokovic ora si trova in un hotel di Melbourne trasformato in un centro di detenzione offshore, dove a ottobre, un focolaio di COVID-19 ha infettato circa la metà dei 46 richiedenti asilo che erano in attesa di un visto. E pare non sia l’unico. Perché oltre a lui altri due giocatori dell’Australian Open, senza vaccino, e con la sola esenzione ora sono bloccati nella struttura.
L’Australian Broadcasting Corp. venerdì ha riferito che anche a Renata Voracova, una giocatrice di doppio di 38 anni della Repubblica Ceca, è stato cancellato il visto ed è stata portata nello stesso hotel in cui si trova Djokovic. Al momento non è ancora chiaro chi sia il terzo giocatore.
Contagi in continuo aumento nonostante i vaccini
Venerdì Melbourne ha segnalato 21.728 nuovi casi di COVID-19, oltre a sei decessi e un aumento dei ricoveri. Durante la settimana dal 27 dicembre 2021 al 2 gennaio 2022, il numero globale di nuovi casi accertati di Coronavirus è aumentato notevolmente del 71% rispetto alla settimana precedente, mentre il numero di nuovi decessi è diminuito del 10%. Ciò corrisponde a poco meno di 9,5 milioni di nuovi contagi e oltre 41.000 nuovi decessi segnalati nell’ultima settimana. Andando più nel dettaglio il 2 gennaio, in tutto il mondo sono stati segnalati quasi 289 milioni di casi e poco più di 5,4 milioni di decessi.
Ad accusare qualche contraccolpo in più sul fronte contagi gli Stati Uniti con aumento sempre più esponenziale. Mentre nei Paesi europei si è arrivati a toccare quota 65%. La Regione africana ha registrato un aumento settimanale del numero di nuovi decessi (22%), mentre tutte le altre regioni hanno riportato una diminuzione rispetto alla settimana precedente.
Scopri di più da WHAT U
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.