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QUANTI ANNI OCCORRONO PER ACQUISTARE CASA IN ITALIA?


In quanti anni servono per acquistare una casa? Ovviamente tutto dipende da ciò che si guadagna e questa è la risposta lapalissiana. Ma tenendo conto di uno stipendio medio secondo un’indagine condotta dall’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa nel 2021 servivano 6,7 annualità, o non distante da quello che occorreva nel 2020. La città dove per comprare una casa si spende tuttora di più è Milano, dove la spesa tocca le 12,3 annualità. Segue la Capitale con 9,2 annualità. Al terzo posto si piazza ancora una volta Firenze con 8,6 annualità. Le città dove servono meno annualità di stipendio sono Palermo e Genova (3,5), quest’ultima con un lieve recupero rispetto ad un anno fa dovuto al fatto che nella prima parte del 2021 nel capoluogo ligure i valori sono leggermente aumentati.

Facendo un confronto a distanza di dieci anni, a livello nazionale la differenza di tempo per diventare proprietario di una casa risulta consistente: infatti si è passati dalle 8,4 annualità nel 2011 alle 6,7 del 2021. Fatta eccezione per Milano dove è necessario lo stesso numero di annualità.

La pandemia ha rivalutato la qualità dell’abitare

“La pandemia ha rimesso al centro il tema della qualità dell’abitare (più spazio, salubrità, connettività e minori costi energetici), tendenza che in parte si è riflessa nello spostamento della domanda verso localizzazioni suburbane. Questa propensione riguarda tutti i mercati ad esclusione di Cagliari. In particolare, confrontando il primo semestre del 2021 con il primo semestre del 2019, si nota che il mercato delle compravendite è cresciuto del 23,6% e che i mercati di provincia hanno contribuito in maniera significativa a questo incremento”, spiega ha spiegato  Elena MolignoniResponsabile Osservatorio Immobiliare Nomisma nel 3° Rapporto sul Mercato Immobiliare 2021.

E riguardo alle ragioni che muovono le intenzioni d’acquisto, Molignoni ha aggiunto: “Nel corso del 2021, si è assistito a una ridistribuzione delle motivazioni che tendono a riprodurre il quadro pre-Covid, fatta eccezione per il mercato della seconda casa che risulta in crescita rispetto al 2019. Anche la domanda di investimento è aumentata: in particolare, secondo Nomisma, sarà a questa componente che bisognerà guardare per garantire robustezza allo sviluppo del mercato nel medio periodo”. 

In quanto tempo si vendono gli immobili?

tempi medi di assorbimento degli immobili in vendita, si legge nel report di Nomisma, cambiano in base alla tipologia. In media sono necessari 5,5 mesi per le abitazioni e 9 mesi per uffici e negozi. Quanto allo sconto praticato sul prezzo richiesto, nel secondo semestre del 2021 si è attestato al 12,2% per le abitazioni, al 15% per gli uffici e i negozi.

Compravendite in crescita

Il mercato immobiliare italiano conferma la crescita avviata oltre un anno fa, alimentata soprattutto dal clima macroeconomico. Sono oltre 3,3 milioni i nuclei familiari che hanno deciso di intraprendere la ricerca di una nuova abitazione e l’intento, principalmente, è la sostituzione della prima casa

“Il settore mostra un andamento migliore di quelle che erano le nostre già rosee prospettive”, ha detto Luca Dondi Dall’OrologioAmministratore Delegato Nomisma, “le intenzioni di acquisto sono elevate da parte delle famiglie italiane, e sono mosse, in particolare, dal desiderio di migliorare la propria condizione abitativa”. Un’esigenza, questa, nata soprattutto nel periodo di lockdown, durante il quale molti italiani hanno maturato e rafforzato determinate esigenze rispetto alle proprie abitazioni, ad esempio una maggiore segmentazione degli spazi e l’implementazione di soluzioni tecnologiche all’interno dell’ambiente domestico. 

Il supporto del settore bancario è indispensabile per la maggior parte delle famiglie

Questo andamento, tuttavia, non è dovuto a un aumento del potere d’acquisto degli italiani, come si evince dalla dipendenza da mutuo di molti nuclei familiari. Sebbene il reddito lordo disponibile sia lievemente aumentato, infatti, il ricorso al mutuo è in aumento e nell’ultimo anno ha raggiunto un tasso di copertura delle compravendite del 52,5%, rispetto al 51,7% del 2019. 

Senza credito una parte significativa della domanda non potrebbe essere soddisfatta, ma le risposte positive da parte del settore bancario non sono mancate”, ha spiegato Dondi. È proprio nell’atteggiamento accomodante delle istituzioni finanziarie che, secondo Nomisma, vanno ricercate le ragioni di un rimbalzo tanto repentino quanto consistente del settore.

“I dati mostrano una crescita notevole del nostro Paese, che va al di là delle prospettive di soli quattro o cinque mesi fa”, ha proseguito Lucio PomaCapo Economista Nomisma. “L’Italia, infatti, sta registrando uno sviluppo senza precedenti. È una delle poche economie avanzate che, in corrispondenza di tutti e tre i trimestri, mostra un tasso del PIL positivo e il previsionale di crescita, per il 2021, è di un + 6,1%”.

Secondo Nomisma, ci sono fondate ragioni per ritenere che le ottime performance registrate dall’Italia siano frutto di una crescita strutturale del Paese. L’unico “neo” in questo scenario fortemente incoraggiante è l’occupazione che, sebbene aumenti, non segue il ritmo del PIL. Secondo Nomisma il motivo è da ricercare nel fatto che l’Italia, in seguito alla pandemia, sta seguendo una crescita a forma di K, poiché una parte del Paese riscontra un andamento molto positivo, mentre un’altra risente di maggiori difficoltà.

Il clima di fiducia è più forte delle possibili minacce

Questa dinamica, tuttavia, potrebbe essere frenata da due ostacoli: la carenza di materie prime, che desta preoccupazione in molti comparti produttivi, e l’inflazione. Per quanto riguarda quest’ultima, quando lo scorso 3 novembre la FED (Banca Centrale degli Stati Uniti) ha avviato il tapering, i mercati finanziari hanno reagito bene, contro ogni previsione, probabilmente perché gli investitori avevano già previsto un rallentamento della politica monetaria. I mercati azionari, dunque, non temono il cosiddetto “cigno nero” (un evento improvviso capace di far crollare i mercati) e nonostante l’inflazione galoppante, la scarsità di materie prime e i prezzi delle stesse che risultano elevati, continua a persistere un clima di fiducia molto positivo. “Ci troviamo in un momento in cui la crescita e le aspettative sono talmente elevate che riescono a superare anche segnali negativi come questi”, ha concluso Poma.



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