L’Australia chiede il fermo di Novak Djokovic 5 giorni dopo la pubblicazione di un post del campione del tennis su Instagram nel quale Novak scriveva di essere felice e grato al giudice che aveva annullato la sua cancellazione del visto.
“Nonostante tutto quello che è successo la scorsa settimana, voglio restare e provare a competere agli Australian Open. Rimango concentrato su quello. Sono volato qui per partecipare a uno degli eventi più importanti che esistono per noi tennisti davanti ai fantastici fan. Per ora non posso dire di più, ma GRAZIE per essere stato con me durante tutto questo e incoraggiarmi a rimanere forte”, queste le parole scritte via Social dal tennista che sembravano avviare verso un lieto fine una vicenda incresciosa che in questi giorni ha occupato le prime pagine non solo dei quotidiani sportivi.
Invece la situazione ad un tratto ha iniziato a prendere una brutta piega per il campione che per non essersi vaccinato contro il Covid ora rischia l’espulsione. Lo hanno reso noto i suoi avvocati. Secondo il governo, infatti, la presenza in Australia del numero uno del tennis mondiale, non vaccinato contro il Covid, “potrebbe incoraggiare il sentimento contro i vaccini”. Per questo motivo le autorità australiane hanno presentato una memoria davanti alla giustizia, chiedendo l’espulsione del serbo dal Paese. I legali di Djokovic hanno fatto ricorso contro la conseguente espulsione (con cui rischierebbe un bando di tre anni dall’Australia), che è stata sospesa dalla giustizia australiana. E il verdetto verrà emesso entro domani.
“Novak Djokovic”, ha detto il suo avvocato, Stephen Lloyd, “sarà trattenuto in detenzione con una sola eccezione: potrà partecipare alle udienze giudiziarie che lo riguardano, online dagli uffici dei suoi avvocati, con i funzionari della Border Force schierati sullo stesso piano dell’edificio”.
Il ministro australiano dell’Immigrazione, Alex Hawke, ha precisato in una nota che la decisione di annullare il visto concesso a Novak Djokovic è stata presa “per motivi di salute e di ordine pubblico”.
“L’annullamento del visto di Novak Djokovic”, ha detto il primo ministro australiano Scott Morrison. “mira a proteggere il risultato dei “sacrifici” fatti dagli australiani durante la pandemia di Covid-19. Gli australiani hanno fatto molti sacrifici durante questa pandemia e giustamente vogliono che l’effetto di quei sacrifici sia tutelato. Le regole devono essere chiare. Lui ha ammesso di aver commesso un errore, però è un errore grossolano e non un errore da campione. Un campione si vede anche nel quotidiano. Non è stato certo un buon esempio”.
Lapidario sulla questione anche Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, che dai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, su Radio Cusano Campus ha detto: “Credo che il governo australiano farà la scelta più giusta”. “Dobbiamo metterci in testa che le regole devono essere seguite, a maggior ragione quando si tratta di un personaggio che ha visibilità la regola deve essere da esempio. È come quando chiedono ad una personalità popolare se è vaccinata, quella non può appellarsi alla privacy. Se non ti sei vaccinato almeno spiega il motivo. Le regole valgono per tutti, ma quando sei un personaggio pubblico forse valgono un po’ di più”.
La decisione di privare nuovamente Novak Djokovic del visto d’ingresso in Australia è scandalosa: a riferirlo in una prima reazione da Belgrado è stato Dragan Markovic Palma, leader del partito Serbia Unita e politico molto popolare nel Paese balcanico aggiungendo durante un’intervista per la la tv privata Pink, che la decisione non lo ha nemmeno sorpreso così tanto visto che è nota l’ostilità dell’Australia nei confronti della Serbia. “Evidentemente a qualcuno disturbava il fatto che Nole abbia vinto per nove volte gli Australian Open, e di certo li avrebbe vinti anche per la decima volta poiché dal punto di vista psicologico è uno dei migliori sportivi, e sappiano quante volte ha vinto in incontri dati ormai per persi”, ha detto il politico serbo, aggiungendo che secondo lui Djokovic e la sua famiglia ne usciranno ancora più forti.
Se Djokovic riuscirà a competere al torneo di quest’anno, avrà l’opportunità di vincere il 21° titolo del Grande Slam maschile da record. Attualmente il campione del tennis condivide il record con Roger Federer e Rafael Nadal.
“Vi dico una cosa, è molto chiaro che Novak Djokovic è uno dei migliori giocatori della storia, senza dubbio”, ha detto Nadal ai giornalisti. “Ma non c’è giocatore nella storia più importante di un evento, no? Gli Australian Open sono molto più importanti di qualsiasi giocatore. Quindi se Novak giocherà bene. Se non giocherà, gli Australian Open saranno comunque dei grandi Australian Open con o senza di lui. Questo è il mio punto di vista”.
Djokovic ha ringraziato coloro che hanno continuato a sostenerlo durante tutto il calvario, ma c’è chi si chiede se questa situazione intaccherà o meno la sua reputazione. La campionessa in carica degli Australian Open, Naomi Osaka ha ammesso di essere rattristata da ciò che ha visto. “Penso sia una situazione sfortunata”, ha detto ai giornalisti. “È un grande giocatore ed è un po’ triste pensare che alcune persone potrebbero ricordarlo solo per questo episodio. Tutto dipenderà dal governo australiano ossia da come l’Australia deciderà di gestirlo”.
Quanto ha guadagnato Novak Djokovic nel 2021
Novak Djokovic è l’atleta che ha guadagnato più di tutti nella storia del tennis: il montepremi conquistato negli anni (il campione è entrato nei ranghi del tennis professionistico dal 2003) equivale a 147 milioni di dollari, mentre solo nel 2021 il 34enne ha già incassato 2,428,895 milioni di dollari. Per colpa Djokovic gate ora il campione potrebbe perdere fino a 50 milioni di dollari a causa di quanto sta accadendo in Australia. Attualmente il serbo è il tennista più pagato del mondo e nel 2021 ha fatturato 96 milioni. I soldi arrivano dai montepremi dei tornei e dagli sponsor. E proprio qui sta il punto che rischia di diventare dolente: come reagiranno le varie Lacoste, Asics, Head, Peugeot, Ublot, Ukg Raffeisen, Unicef alle sue posizioni No vax?
Stella Romagnoli, dg dell’Iaa (International Advertising Association) intervistata lo scorso 7 gennaio da La Repubblica ha detto: “Con le sue posizioni estreme, sostenute dai suoi genitori e staff, il tennista serbo si autoposiziona in una “zona nera” per chiunque lo abbia o possa desiderare in futuro ingaggiarlo come testimonial del proprio marchio». Djokovic tra l’altro che oramai ha toccato la boa dei 34 anni, si trova nel punto in cui di solito la carriera di un tennista comincia a declinare”.
“Non è Kate Moss che, dopo lo scandalo-cocaina fu scaricata dal suo sponsor ma subito reclutata da altri brand. Perché quello è il mondo della moda, che talvolta premia posizionamenti da belli e dannati che possono funzionare. Qui, invece, il tennista è inciampato su un tema molto meno lustrineggiante, quello della pandemia, costato all’umanità milioni di vittime e che ancora sta flagellando tutti i paesi», ha detto sempre a La Repubblica anche Davide Ciliberti, spin doctor del gruppo di comunicazione Purple & Noise Pr.
Ora non solo Novak, ma anche la tennista ceca Renata Vorakova si trova nella stessa situazione del campione serbo, rinchiusa nella sua stessa struttura che la madre ha definito terribile.
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